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Viaggio nell'Italia insolita e misteriosa

Aggiornamento: 22 mar


Un evento imperdibile, lo storico carnevale di Ivrea

 

di Ivano Barbiero


Dopo aver visitato Modena [1], il nostro viaggiatore è tornato in Piemonte, in tempo per le celebrazioni dello storico carnevale di Ivrea

Tra feste, cortei, cene e tre giorni di battaglie con le arance, il "capoluogo" del canavese, con i suoi 22.000 abitanti, ogni anno diventa la sede di un complesso cerimoniale folkloristico, che Ivano Barbiero ci racconta con dovizia di particolari, descrivendo luoghi, tradizioni e gruppi rionali coinvolte nelle celebrazioni.

Non anticipiamo altro, per non togliere il gusto della lettura.


È proprio il caso di dirlo, a Ivrea le arance fanno sempre più male. Quest’anno, infatti, sono stati 533 gli aranceri contusi durante i tre giorni di battaglia, dal 16 al 18 febbraio, dello storico Carnevale eporediese, 100 in più rispetto all'anno scorso; mentre sono stati 20 i feriti che sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso, undici in meno rispetto al 2024. Tra i feriti anche un palafreniere che è stato investito da un carro. Tantissimi i contusi tra gli aranceri a piedi e gli aranceri sui carri, ma oltre 75 mila gli spettatori che non hanno voluto assolutamente perdere questa spettacolare rappresentazione.

Un evento unico al mondo che nel 2022, è stato inserito nella lista del Patrimonio Immateriale dell'Umanità UNESCO, riconoscendo il suo valore culturale e storico.

Le origini del Carnevale di Ivrea risalgono al Medioevo, ma le sue radici affondano ancora più indietro nel tempo, con riferimenti a feste pagane e riti propiziatori. La tradizione più celebre, quella della Battaglia delle Arance, è invece legata a un episodio storico avvenuto nel XII secolo: la rivolta popolare contro il tiranno locale, il marchese Ranieri di Biandrate, che affamava la città. La leggenda narra che la mugnaia Violetta, simbolo del Carnevale, si ribellò al tiranno rifiutando il diritto dello "jus primae noctis" e lo decapitò, scatenando la rivolta del popolo. Le arance simboleggiano le teste mozzate dei soldati del tiranno, mentre i lanciatori a piedi rappresentano il popolo in rivolta.

La Battaglia delle Arance è il momento più iconico e spettacolare del Carnevale. Si tratta di una rappresentazione simbolica della lotta tra il popolo e il potere tirannico. I partecipanti, divisi in squadre, si sfidano lanciandosi arance in una battaglia che dura tre giorni. I carri rappresentano le guardie del tiranno, mentre i lanciatori a piedi simboleggiano il popolo ribelle. È una tradizione vivace e coinvolgente,

ma anche molto fisica: i partecipanti, quelli sui carri, indossano costumi

protettivi e caschi per evitare ferite.



La “vezzosa Mugnaia”, la figura centrale del Carnevale, una giovane donna scelta ogni anno per rappresentare Violetta, l'eroina della leggenda, apre il corteo storico, vestita con un abito bianco ornato da una fascia color verde e un copricapo color rosso, e viene accompagnata dal Generale, dal Sostituto Gran Cancelliere e da altri personaggi storici. È un ruolo di grande prestigio, che richiede eleganza e rispetto per la tradizione.

Il corteo storico che precede la tre giorni di battaglie è anche un viaggio nel tempo che rievoca personaggi e momenti del passato. Tra questi spiccano, il Generale, che guida le operazioni militari durante il Carnevale, il Sostituto Gran Cancelliere, che rappresenta l'autorità cittadina, i Pifferi e Tamburi, che suonano musiche tradizionali- I Bajolese, personaggi in costume che distribuiscono fagioli e vino alla folla.

Le arance utilizzate nella battaglia, ogni anno oltre 500 tonnellate, non sono scelte a caso; provengono dalla Sicilia e sono rigorosamente non trattate, per evitare rischi per la salute dei partecipanti. Dopo la battaglia, i resti degli agrumi vengono raccolti e trasformati in compost o biogas. Durante il Carnevale, è anche tradizione mangiare il "pollo della libertà", un piatto simbolico che ricorda l'abolizione di una tassa medievale sul pollame.

Nei giorni precedenti il Carnevale, i cittadini di Ivrea organizzano delle fagiolate, distribuzioni gratuite di fagioli e vino, un gesto di generosità e condivisione. Una delle tradizioni più antiche è la distribuzione della polenta e fagioli il Giovedì Grasso: questa usanza risale al Medioevo, quando il signorotto locale distribuiva cibo ai poveri per evitare rivolte. E alla fine della tre giorni di battaglie, il martedì sera, vengono bruciati degli “scarli", pali ricoperti di edera. Questo rito simboleggia la fine dell'inverno, l’inizio della Quaresima ma anche la vittoria del popolo sul tiranno e l’imminente arrivo della primavera.

Durante il Carnevale, tutti i cittadini e i visitatori indossano un berretto rosso, simbolo di adesione alla rivolta popolare. Chi non lo indossa è considerato alleato del tiranno e può diventare bersaglio degli aranceri!

Se volete vivere l'emozione della Battaglia delle Arance, potete unirvi a una delle squadre a piedi, anche come “mercenario”. I mercenari sono cittadini di Ivrea o provenienti da altre città d’Italia o persino dall’estero che decidono di partecipare alla battaglia. Non fanno parte delle squadre organizzate degli aranceri, ma sono figure indipendenti che si uniscono alla festa per divertimento e per contribuire all'atmosfera storica del Carnevale. Indossano costumi d'epoca e spesso si schierano dalla parte del "tiranno", aggiungendo un tocco di realismo alla rievocazione storica. La partecipazione come mercenario non ha un costo fisso, ma richiede un investimento per il vestito storico che può essere noleggiato o acquistato, con cifre che variano da 100 a 300 euro o più, a seconda della qualità e dell'autenticità. Spade finte, stivali e altri dettagli possono aumentare la spesa. Per chi viene da fuori Ivrea, è necessario considerare i costi di viaggio e soggiorno. I mercenari non sono legati a una squadra specifica di aranceri. Possono unirsi alle truppe del tiranno, schierandosi contro il popolo durante la battaglia.

Partecipare come figuranti nelle sfilate storiche, senza prendere parte attiva alla battaglia. Essere parte del corteo del Generale o di altri personaggi storici. In sintesi, i mercenari sono una componente colorata e storica del Carnevale di Ivrea, che contribuisce a mantenere viva la tradizione e l'atmosfera della festa.

Le battaglie delle arance si svolgono principalmente nelle piazze e nelle vie centrali della città. Ci sono tribune a pagamento con posti riservati, ideali per chi vuole godersi lo spettacolo in comodità.


Ecco i luoghi più iconici:


Piazza di Città: una delle principali, dove si concentrano molti tiratori (sui carri) e le squadre a piedi. È un punto molto suggestivo per assistere alla battaglia.

Piazza Ottinetti, un altro luogo centrale, molto frequentato e animato durante le battaglie.

Piazza Freguglia, più piccola ma molto caratteristica, ideale per chi vuole vivere l'atmosfera da vicino.

Via Palestro, una delle strade principali dove si svolgono le battaglie, con un'ottima visuale sui carri e sui tiratori.

Piazza del Rondolino, un altro punto strategico per assistere alle battaglie, soprattutto per chi vuole vedere le squadre a piedi in azione.

Ivrea è divisa in rioni, ognuno dei quali partecipa attivamente alla battaglia delle arance. I rioni rappresentano le diverse fazioni del popolo e competono tra loro per dimostrare il proprio valore. Sono nati nel dopoguerra, tra gli anni '40 e '70, come espressione della rinascita del Carnevale di Ivrea dopo la pausa forzata durante la Seconda Guerra Mondiale.

Questi i loro nomi: Borghetto, Casalborgone, San Lorenzo, Madonna delle Grazie, Piazza di Città, San Giovanni.

I principali gruppi rionali sono:

Asso di Picche: casacca rosso e blu, foulard nero e simbolo: una picca (lancia). È stato creato nel 1947 ed è uno dei gruppi più antichi; rappresenta lo spirito ribelle e combattivo. Il nome richiama il simbolo di questo seme che nella tradizione dei giochi di carte era il valore più alto, simbolizzando un gruppo di grande prestigio e forza. Luogo di tiro in piazza Ferruccio Nazionale.

Morte: casacca nera, pantaloni rossi, con un teschio nero su sfondo bianco. Luogo di tiro in piazza Ferruccio Nazionale. Fondato nel 1954, è noto per la sua organizzazione e disciplina. Il nome richiama una delle figure storiche più temute e misteriose. È uno dei gruppi che ha mantenuto una forte simbologia legata alla morte e al mistero durante la battaglia. I suoi aranceri si distinguono per i loro costumi e per l’intensità, dando vita a uno degli scontri più spettacolari.




Scacchi: casacca a scacchi bianco-nera e una torre arancione. Nato nel 1954, rappresenta la strategia e l'equilibrio e prende il nome dal gioco omonimo, dove la strategia e la tattica sono fondamentali. La divisione in bianco e nero rappresenta le due fazioni opposte, e la partecipazione alla battaglia riflette un approccio strategico, ma anche molto combattivo, nell’affrontare la battaglia. Luogo di tiro in piazza Ottinetti.

Tuchini del Borghetto: casacca verde, pantaloni rossi e un corvo nero su sfondo bianco. Luogo di tiro in Borghetto. Fondato nel 1964, è un gruppo legato al quartiere omonimo ed ha una forte connessione con le tradizioni popolari di Ivrea. Prendono il nome da un termine che potrebbe derivare dalla “tuka”, un tipo di cappotto che i contadini indossavano in passato.

Pantera nera: casacca nera e una pantera nera su sfondo giallo sulla schiena. Luogo di tiro in piazza del Rondolino. Creato, è uno dei gruppi più giovani ma molto attivo che ha radici molto profonde nella storia della battaglia. Il nome potrebbe derivare anche dal termine “pantet”, che indica un tipo di cappa o mantello indossato un tempo dai soldati o dai contadini. La loro partecipazione è spesso associata alla battaglia più “rurale” e vicina alle tradizione. Oggi, la Pantera Nera contribuisce, insieme a Diavoli e Mercenari, a rendere Piazza del Rondolino la piazza più dura e più “lunga” della Battaglia delle Arance.


Diavoli: casacca giallo-rossa e diavolo rosso su sfondo giallo. Luogo di tiro in piazza del Rondolino. Rappresentano il caos, la forza e l’energia della figura demoniaca. Sono i più temuti nella battaglia per la loro aggressività e determinazione. I loro costumi, spesso caratterizzati da corna e simboli infernali, esprimono la potenza di una forza selvaggia pronta a lanciarsi nella lotta.


Scorpioni di Arduino: casacca gialla, pantaloni verdi e scorpione nero. Gruppo creato nel 1966, luogo di tiro in piazza Ottinetti. I colori sociali rimandano a una delle cinque parrocchie storiche, quella di San Salvatore, e il simbolo - lo scorpione nero - rimanda allo scorpione italiano presente nell’Eporediese da cui deriva uno degli emblemi della città; inoltre, la squadra ha trovato fin da subito identificazione nella figura storica di Arduino, Marchese d’Ivrea e Re d’Italia intorno all’anno 1000.

Mercenari: gruppo creato nel 1974, casacca granata, pantaloni gialli e stella gialla con spade granata. Luogo di tiro in piazza del Rondolino. Il gruppo è legato alla storia dei mercenari medievali, soldati di ventura che nella storia italiana sono stati protagonisti di guerre e battaglie al servizio di poteri stranieri.

Credendari: casacca blu, pantaloni gialli, e il Palazzo della Credenza con la Scure d'Arme del Podestà e la Mazza del Comune incrociati. Luogo di tiro in piazza Freguglia. Rappresenta il mondo agricolo ed ha un nome che potrebbe derivare da “credente” con una forte connotazione religiosa e spirituale. Infatti, la simbologia del gruppo è legata alla fede e al sacrificio e i suoi aderenti partecipano con grande devozione alla battaglia delle arance. La loro energia e determinazione sono una parte cruciale dello spettacolo.


I carri allegorici, i cosiddetti Carri da Getto, rappresentano, invece, le armate del tiranno. Sono carri trainati da cavalli, pariglie o quadriglie, decorati in modo elaborato, e trasportano i lanciatori, 10 o 12, che indossano costumi e maschere che ricordano le armate medievali. I carri

sono protetti da reti e i lanciatori combattono dalla piattaforma del carro.

Tutti con addosso pesanti imbottiture e con il viso protetto da terrificanti maschere di cuoio e grate di ferro. I cavalli sono circa 200 e i preziosi finimenti dei carri sono realizzati da maestri artigiani. In buona sostanza, a differenza degli aranceri a piedi gli aranceri sui carri, indossano una divisa composta di una maschera di cuoio (con grate o plexiglass davanti agli occhi) e di un’imbottitura sul busto. Ogni Carro da getto, indipendentemente dal fatto che sia una pariglia o un tiro a quattro, prevede la presenza di un Cavallante e del Capocarro, colui che cura l’organizzazione e la gestione del carro e degli aranceri.

Ogni squadra ha una propria storia, un proprio spirito e una propria identità, e spesso ci sono rivalità amichevoli tra di loro. Durante la battaglia, le squadre possono formare alleanze temporanee per contrastare i carri allegorici, ma la competizione rimane accesa e spettacolare. Una speciale commissione osserva, nei tre giorni di suo svolgimento, l'andamento della battaglia ed assegna un premio alle squadre a piedi ed ai carri da getto che, per ardore, tecnica e lealtà, si sono maggiormente distinti

Per l’edizione 2025 i carri iscritti sono stati 51: 34 pariglie e 17 tiri a quattro. Elencarli tutti diventerebbe un’impresa, ci limitiamo a segnalarne alcuni, ovvero: la Vecchia Torre, le Vecchie Mugnaie, i Boia del Tiranno, gli Arcieri del Re, gli Imperatori, gli Scorpioni del Tiranno, i Falchi del Castello, i Giustizieri, i Cavalieri del Lago, i Traditori del Tiranno, gli Araldi della Regina, i Seguaci di Re Arduino.


Note


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https://www.laportadivetro.com/post/viaggio-nell-italia-insolita-e-misteriosa-23;

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