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Viaggio nell’Italia insolita e misteriosa

I murales di Urzulei


di Ivano Barbiero


Settima tappa del viaggio nell'Italia "insolita e misteriosa", appuntamento quindicinale del venerdì. Oggi Ivano Barbiero ci porta nella Sardegna centro orientale, in quella che è considerata una delle sette Barbagie, l'antica Barbagia Trigonia, nota come Ogliastra. E in questo viaggio, scopriremo i murales di Urzulei, foto antiche in bianco e nero del paese barbaricino. Dunque, ancora contrasti forti, dopo quelli incontrati nei percorsi precedenti, ultimo nell'Appennino Parmense, seguito dell'ingresso nella Chiesa degli Impiccati di Torino, a Berceto, comune di origine romana sviluppatosi in nell'Alto medioevo, alla Chiesa di San Biagio, frazione di Talignano, comune di Sala Baganza in provincia di Parma, a Cocullo, un minuscolo centro dell'Abruzzo, a Salvitelle e a Guardia Sanframondi, rispettivamente nelle province campane di Salerno e Benevento, e al Castello La Rotta a Moncalieri, alla porte di Torino[1].


Camminare con calma tra le vie curve e armoniose di Urzulei ha sempre un qualcosa di magico, perché da queste parti il tempo sembra realmente essersi fermato come d’incanto. Una sensazione stranissima e affascinante che si ritrova anche in alcuni piccoli comuni della Bassa Padana lambiti dal Po che scorre lento e immutabile a poca distanza e sembra scandire inesorabile lo scorrere del tempo.

Nel cuore dell'Oliastra

Qui però ci troviamo nella subregione barbaricina dell’Ogliastra e i profumi decisi del mirto e il carattere forte e fiero di chi vi abita lo percepisci ovunque. Questa cittadina, posta a 550 metri di altitudine è considerata da sempre la capitale sarda della speleologia poiché ospita sul suo territorio tra le 250 e le 300 grotte, tra le quali quella di Su Palu, parte di un sistema carsico lungo 70 chilometri che arriva fino alla Grotta del Bue Marino. Sono inoltre presenti due misteriose tombe dei giganti (in località S'Arena); sepolture composte da un corpo tombale rivolto ad est, culminanti in un'esedra. Edificate ad una quota di 1035 metri, hanno lunghezza rispettivamente di circa quindici metri e mezzo (quella più a nord), e di tredici metri e mezzo. Le sepolture sono state costruite in tempi diversi e sono state realizzate in massi di calcare locale, con presenza occasionale di granito. Entrambe le tombe si conservano in verticale per tre filari, e la pavimentazione delle camere funerarie è visibile e in buono stato di conservazione.

Non è tutto: in località Abiladesti, si erge una maestosa vite selvatica (Vitis Silvestris, sandalu in dialetto locale), di 60 centimetri di diametro, ritenuta l’esemplare più antico del mondo. Piante di questo tipo sono presenti soprattutto nella vallata di Codula (o Codula Ilune), mentre n località Sedda ar Bacas, è presente invece una pianta di tasso, alta 12 metri circa, e di età stimata intorno ai 500 anni. Da segnalare anche che Urzulei è parte della zona blu sarda, area in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Ad essere interessati da un alto tasso di longevità sono in particolare alcuni paesi ogliastrini: Perdasdefogu, Villagrande Strisaili, Arzana, Talana, Baunei, Urzulei, Ulassai. A onor del vero la Sardegna non è l'unica terra che può vantare delle blue zone, anche se in verità le zone ad alta longevità individuate dagli studi sono solo altre quattro in tutto il mondo: Okinawa (Giappone), Loma Linda (California), Penisola di Nicoya (Costa Rica), Icaria (Grecia).


L'impegno dell'Associazione Memoria e Identitade

Tuttavia, tornando a parlare di questo comune nuorese di poco più di 1100 abitanti, da una ventina d’anni stanno suscitando grande interesse e curiosità le numerose foto antiche del paese, trasformate in murales per mano dei più grandi ritrattisti dell’isola. Un progetto portato avanti dall’associazione Culturale Roberto Murales, chiamato Memoria e Identitade, che si occupa dagli inizi del 2000 di accrescere il valore della cultura identitaria e delle tradizioni di Urzulei. Questi murales riproducono vecchie foto in bianco e nero di persone e scene legate alla storia del paese.

Un'importantissima testimonianza fotografica dell'epoca di scene di vita quotidiana con uomini e donne di Urzulei in costume. Secondo quanto stabilito dalle regole dell'Associazione, le riproduzioni devono avere sempre le caratteristiche seguenti: non ci deve essere interpretazione da parte dell'artista, che si deve attenere alla foto e deve essere quanto più fedele possibile; si deve trattare di immagini e non di invenzione; devono essere riprodotte in bianco e nero, devono essere attinenti alla storia di Urzulei e devono avere alto valore etnografico.

Tre ragazze, due pastori, alcuni giovani che giocano alla morra, un gruppo di uomini, l’ingresso di una grotta, un uomo a cavallo, le scene di un matrimonio in costume, una donna con l’abito tradizionale di Urzulei. Oltre al realismo di tutte queste scene, è la particolare sfumatura, realizzata sul contorno delle opere, che conferisce loro un aspetto quasi onirico, come dei flash, dei varchi sul velo del passato, della storia comunitaria.


L'atmosfera del Museo Etnografico Diffuso

Ugualmente ricca di fascino è la visita dell’unico Museo Etnografico Diffuso della Sardegna, creato dall’associazione culturale Andalas de Memoria. A Lorischina nel rione storico di Urzulei, 18 casette sono state riportate alla vita, 18 storie del passato, un salto nel tempo da provare e sentire, una vera magia.

Visitandole l'atmosfera che si respira è realmente quella d'altri tempi. In un attimo, passeggiando tra le vie acciottolate, o calpestando le vecchie assi di legno, la sensazione è quella di vivere la vita dei nostri avi; e la percezione è quella di sentire gli stessi profumi di allora. Un viaggio nel passato tra gli antichi mestieri, i costumi tradizionali, le abitazioni tipiche.

Si possono così ammirare i seguenti punti espositivi: Sa domu de sa tessidora, Sa domu de contacciu, Sa domu de su fattorgiu, Sa cogina ‘e forru; Sa posta; Su sabatteri; Sa domu de Orrosa Seda; Su mulinu antigu; S'arbieri; Su mangasinu; S'iscola; S'ufficiu; S'ambulatoriu; Carabineris; Sa domu de su massaiu; Sa domu de su pastore; Sa domu de su costume. Il Museo è frutto del lavoro e dello studio di anni: la ricostruzione degli ambienti, la raccolta di tutti gli oggetti che oggi è possibile ammirare all’interno delle casette, sono stati possibili solo grazie allo sforzo di un gruppo di persone. Grazie anche alla collaborazione del Comune e dei cittadini di Urzulei, che hanno messo a disposizione oggetti anche di valore appartenuti agli antenati, oggi è possibile rivivere le atmosfere del secolo scorso. Tutto è stato studiato nei minimi particolari. Non solo gli oggetti, ma i ricordi dei più anziani, i racconti che si son tramandati attraverso le generazioni, hanno dato la possibilità di ricostruire realtà oggi perdute.

“Un autentico tuffo nel passato, un’atmosfera di altri tempi, un emozionante viaggio nella vita dei nostri avi; mestieri, abiti, usi e costumi che animano le strette vie del borgo” Anche in questo caso, “un bianco e nero da rivivere, varcando magiche porte aperte sul passato, a custodia della nostra memoria”.




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