Considerazioni strategiche sul vertice russo-americano
- Michele Corrado
- 4 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 3 giorni fa
di Michele Corrado

Di Anchorage, dell'incontro in Alaska tra Trump e Putin, tre anni e sei mesi dall'inizio delle operazioni militari in Ucraina e Russia, considerata l'impossibilità per i media di rivolgere immediatamente domande ai protagonisti, non è rimasto che analizzare gli effetti futuri, ciò che si potrà sviluppare a breve e, in ultimo, cercare di comprendere quale sarà il posizionamento degli altri attori coinvolti, in particolare Ucraina, Gran Bretagna ed Unione Europea.
A livello strategico-politico è innegabile che si sia certificato il rientro della Russia come potenza globale garantito dagli Stati Uniti e come tale per effetto di trascinamento accettato ovunque a livello internazionale. Ciò significa, a livello strategico-militare, che la Russia rientra come potenza nucleare a pieno titolo nei confronti degli Stati Uniti, esattamente come ante caduta del Muro di Berlino, 1989. La maglietta con la stampa CCCP (acronimo di Союз Советских Социалистических Республик in russo, Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, URSS) indossata dal ministro degli Esteri Lavrov ad Anchorage dunque nulla o poco ha di folcloristico. Quindi, per quanto attiene al conflitto in corso, una potenza nucleare di primo livello come la Russia non può uscire sconfitta da un Teatro di operazioni convenzionale sub-regionale quale quello ucraino.
Le altre certezze che derivano da questa situazione sono, in ordine: 1) l’Ucraina dovrà accettare quanto decretato dalle operazioni sul campo, con declassamento a conflitto regionale interno all’area di diretta influenza russa (si ritorna alla Operazione Militare Speciale di prima denominazione); 2) la Gran Bretagna, principale sponsor degli ucraini da un punto di vista militare, potrebbe rimanere parzialmente isolata nel suo intento di forzare la mano ai "cugini" americani; 3) l’Unione Europea, ininfluente sia da un punto di vista militare-convenzionale (oltre a non possedere che limitate capacità nucleari) e quindi non rilevante politicamente nei confronti dei decisori globali (USA e Russia), è ricollocata nel ruolo che aveva durante la Guerra Fredda, cioè di appendice europea degli americani. In altri termini, subalterna in tutto, con l'unico compito, per quanto attiene il conflitto in corso in Ucraina, di alimentare la sopravvivenza del governo Zelensky attraverso gli acquisti di forniture militari statunitensi, fino a quando gli americani riterranno o di ridurre o di sospendere il supporto di intelligence che mantiene ancora in vita le capacità operative di Kiev.
Con questo nuovo scenario che si sta delineando è possibile dover riprendere contatto con una realtà dove i rapporti fra nazioni passano necessariamente attraverso capacità di condotta di operazioni militari convenzionali e nucleari.
La diplomazia, per essere credibile, deve basarsi su capacità concrete e non su concetti o parole e tanto meno su sanzioni economiche. E il CCCP, come indirettamente segnalato ieri, 16 agosto, anche nella parte finale del commento su questo sito [1], acronimo portato con noncuranza sotto uno smanicato, fornirà preoccupanti motivi di riflessione a molte Cancellerie, non soltanto occidentali.
Note
Comentários