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Viaggio nell'Italia insolita e misteriosa

I Santi a sei dita di Pontechianale

di Ivano Barbiero


Decima tappa del viaggio nell'Italia "insolita e misteriosa", appuntamento quindicinale del venerdì con Ivano Barbiero. E restiamo ancora in Piemonte, nella provincia "Granda", dopo gli incantesimi, fatture e i sortilegi dell'Astigiano, tappa ultima che ha seguito i misteri sardi dell'Ogliastra e prima ancora quelli dall'Abruzzo con il fiato sospeso sulla cestovia per raggiungere le Grotte del Cavallone sulla costa orientale della Maiella (2.793 mt. d'altezza) [1].

Dopo quest'ultima tappa, Ivano Barbiero si concede una pausa alla ricerca di nuovi luoghi "insoliti e misteriosi". La rubrica ritornerà il primo venerdì di settembre.


E’ probabile che le persone religiose lo sappiano: perché si benedice con tre dita. Questa posizione della mano, nota come “mano pantera”, è molto antica. Trae le sue origini dal fatto che presso i primi cristiani pollice, indice e medio simboleggiavano la Santa Trinità. Secondo un’altra teoria, però, si tratta di un gesto di “non azione”, o resa: le tre dita alzate, con l’anulare e il mignolo chiusi, sono in posizione tale da immobilizzare la mano, rendendo impossibile sia stringere che spingere.

Da parte mia, confesso che ogni volta che entro in una chiesa osservo sempre con attenzione le statue o i dipinti antichi a sfondo religioso, per vedere se vi siano “anomalie” o stranezze nei loro arti. Mi accade dopo avere visitato la chiesa di Pontechianale, in frazione Maddalena, alle pendici del Monviso, dove vi sono quattro grandi dipinti che, secondo studiosi locali risalirebbero al XVII secolo. Queste opere ritraggono gli Evangelisti e osservandoli con attenzione si nota che hanno tutti e quattro sei dita, sia nelle mani che nei piedi. Gli autori di queste opere sono due, ma solo di uno è leggibile la firma, in quello che ritrae San Luca: Francesco Maria Ravizza. Molteplici invece le motivazioni che hanno provato a spiegare perché i santi Matteo, Marco, Luca e Giovanni siano stati ritratti in questo modo, propendendo per la tesi che trattandosi di persone fuori del comune dovevano avere un qualcosa del loro corpo che fosse altrettanto straordinario.

Questa raffigurazione così precisa dei loro arti non è di certo un errore, perché ritrae una malformazione congenita, più frequente di quello che si immagini, conosciuta in termini medici e scientifici come polidattilia o esadattilia, ovvero persone che hanno piedi e mani con un numero superiore alle classiche cinque dita (sei ma anche sette). Da segnalare che nell’antichità, in particolar modo nel Medioevo, chi aveva questa malformazione era soggetto a parecchi pregiudizi e molte volte veniva associato alla stregoneria se non addirittura al Diavolo stesso, e il più delle volte cacciato dai villaggi. Al contrario, in America Latina, sempre in quello stesso periodo, chi era affetto da polidattilia era considerato una persona fortunata. Da noi, ma in tempi più attuali, lo studioso Massimo Centini nel suo libro “I segni delle Alpi: simboli, credenze, religiosità, miti e luoghi della montagna”, ha scritto che: “Secondo una diffusa tradizione popolare chiunque nasca con più di cinque dita sarà molto fortunato e otterrà sempre degli ottimi risultati in qualunque campo si applicherà, nel bene o nel male”

Da rimarcare inoltre che, secondo il parere di molti medici e scienziati, l’esadattilia è un fenomeno che viene generato dalla “mutazione” del patrimonio genetico che è capace di creare dei cambiamenti morfologici nell’individuo. Le mutazioni possono essere sia spontanee che indotte da agenti mutageni fisici (tipo le radiazioni nucleari), o chimici e biologici, come determinati virus. Viene da pensare alla povera Anna Bolena, moglie di Enrico VIII, che sembra avesse una forma ridotta di polidattilia, cioè due unghie sullo stesso piede. Già questa anomalia era stata sufficiente a indicarla ai suoi tempi come una probabile strega.

Tornando a Pontechianale e ai suoi Evangelisti con sei dita, di cui non si può che restare affascinati, occorre chiarire che vi sono in realtà altre opere, anche più famose, che raffigurano casi di esadattilia. Come lo “Sposalizio della Vergine” opera realizzata dal Perugino, risalente al 1503-1504 circa, che è conservata al Musée de Beaux-Arts di Caen in Francia.

In questo dipinto stavolta è San Giuseppe che ha sei dita, al piede destro, mentre un’anonima donna che affianca Maria, ne possiede altrettante ma al piede sinistro. C’è anche un’analoga opera di Raffaello, realizzata nel 1504 e conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano. Anche in questa circostanza è sempre San Giuseppe ad avere sei dita, ma stavolta al piede sinistro. Sempre di Raffaello, ma al museo del Louvre a Parigi, è possibile ammirare un San Giovannino con sei dita, risalente al 1507-1508.

Sempre a Milano, alla Pinacoteca di Brera, è esposta un’opera di Timoteo Viti, la “Vergine e i santi Giovanni Battista e Sebastiano” realizzata nel 1515. Anche in questa occasione si può notare che il Battista, il precursore di Gesù, ha sei dita al piede destro.

Prendendo infine considerazione epoche più recenti in Spagna, a Barcellona, nella Sagrada Familia, la grandiosa chiesa incompiuta dell’architetto Antoni Gaudì, c’è un bassorilievo che ha come soggetto: La strage degli Innocenti. L’opera, realizzata da Lorenzo Matamala, raffigura un legionario romano armato che ha segni chiari di esadattilia negli arti dei piedi. In questo caso la voce del popolo suggerisce che l’autore si sia inspirato a un cameriere di Barcellona che lavorava nei pressi dell’edificio religioso e che aveva questa anomalia e portando i sandali non poteva non essere notata.

A questo punto credo che un minimo di curiosità sia venuta anche a voi. Perché statue e dipinti di santi che hanno sei dita, si ritrovano in diverse altre chiese d’Italia (nella chiesa di san Giorgio Martire, a Fidenza; nel Trentino, in Val Rendena, nella chiesa di Santo Stefano in Carisolo; a Ceccano, nel Frusinate, nel castello dei conti di Ceccano). Che dire infine dell’Uomo Vitruviano dipinto da Leonardo? Se lo osservate bene noterete che anche lui ha il piede destro con sei dita.



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