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SETTIMANA FINANZIARIA. L'Alaska gela Wall Street...

Aggiornamento: 16 ago

a cura di Stefano E. Rossi


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E' stato un singolare Ferragosto per Wall Street. Borsa al lavoro con gli occhi ai monitor, ma con le orecchie sintonizzate sul canale di Anchorage. Ovviamente, in attesa dell'incontro tra Trump e Putin, sebbene gli esiti fossero destinati ad arrivare a contrattazioni chiuse per la differenza di fuso orario tra New York e la città più grande dell'Alaska, il 49° Stato dell'Unione, soprannominato the Last Frontier (l’ultima frontiera), la terra dei grizzly, i feroci orsi locali.

C’è una storia, che Trump sicuramente sa; chissà se anche Putin la conosce. Se incontri un grizzly, ti devi fermare, non ti devi agitare, sorridi. Parlagli dolcemente, fai lenti passi indietro e non smettere di guardarlo. Buono grizzly! gli devi sussurrare. E poi, appena hai guadagnato un po’ distanza... devi scappare più velocemente che puoi e affidarti alla volontà divina.

Qualcuno è riuscito a tornare indietro per raccontarlo, da quella ex provincia russa, acquistata dagli Usa nel lontano 1867 a due centesimi per acro, 4 euro a km quadrato, che diventano 84 euro, se rivalutati ai prezzi attuali. È un territorio idoneo, quindi, dove i due blocchi hanno stretto affari già in un lontano passato.


Usa, in attesa del Simposio economico

Wall Street questa settimana era partita con un’intonazione positiva. Verso la metà, interrompe la corsa e a tratti diventa bearish. Il termine deriva da bear, cioè orso, come il grizzly. L’attesa del summit in Alaska ha sfibrato gli animi, ma non è stato solo questo l’unico motivo per la perdita degli entusiasmi.

Infatti, mentre tutti si stavano convincendo di una svolta sui tassi e di una loro decisa riduzione a settembre ad opera della Fed, mercoledì è cambiato tutto. Ai già negativi dati sull’occupazione di luglio, noti da alcuni giorni, si sono aggiunti quelli sui prezzi della produzione industriale, che hanno raggelato le aspettative dei più ottimisti. Quindi, adesso torna tutto nelle mani del presidente Fed Jerome Powell, che ha rimandato tutti quanti all’annuale Simposio Economico di Jackson Hole, che inizia il 21 agosto e che, a suo dire, sarà particolarmente cruciale.

Per il resto, poco è degno di nota. Il dollaro perde valore rispetto all’euro, che sale a 1,171. Il prezzo dell’oro si posiziona a 3.342 dollari l’oncia. È in calo il prezzo del contratto future a New York, che finalmente si riallinea alla quotazione europea del metallo prezioso. Il petrolio greggio torna a 63,19 dollari al barile.


Gli investitori privilegiano le piazza europee

Piazza Affari segna un nuovo record. L’indice FTSE-MIB supera quota 42 mila. Non ci sono particolari elementi di spicco, se non l’interesse degli investitori che privilegia le piazze europee da inizio anno. Il nostro listino da gennaio è salito del +24,77%, il secondo migliore risultato dell’area Euro, dopo la Spagna (+31,80%).

Vedremo e analizzeremo, nei giorni a venire, i risvolti economico-finanziari del vertice di ferragosto tra le superpotenze. Leggeremo, nelle reazioni dei mercati finanziari, i segnali anticipatori delle eventuali nuove tendenze economiche di lungo periodo. Ma guarderemo tutti a quel summit anche con altre apprensioni, per le decisioni che per toccheranno la vita e il futuro di molte persone.

Ad ogni Stato americano è associato un fiore. Quello dell’Alaska è il Non ti scordar di me. Indipendentemente dai risvolti del vertice, "non ci scordiam di lei".

 

Il Borsino della settimana – rassegna dei migliori e dei peggiori titoli del listino FTSE MIB.

I Tori: Telecom Italia +5,93%, Leonardo +5,22%,

Gli Orsi: Campari -1,81%, Amplifon -1,61%

FTSE MIB: +1,47% (valore indice: 42.653)

 

I presenti commenti di mercato rivestono un esclusivo scopo informativo e non intendono costituire una raccomandazione per alcun investimento o strategia d’investimento specifica. Le opinioni espresse non sono da considerare come consiglio d’acquisto, vendita o detenzione di alcun titolo. Le informazioni sono impersonali e non personalizzate.

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