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Viaggio nell’Italia insolita e misteriosa

La giornata dell’anolino solidale


di Ivano Barbiero


Sesta tappa del viaggio nell'Italia "insolita e misteriosa". Oggi Ivano Barbiero ritorna nel Parmense e ci racconta come il cibo possa trasformarsi in una particolare forma di solidarietà: la distribuzione dell'anolino, una pasta fresca all'uovo, servita in brodo. Ricordiamo i precedenti appuntamenti quindicinali del venerdì: la Chiesa degli Impiccati di Torino, la Berceto, comune di origine romana sviluppatosi in nell'Alto medioevo, la Chiesa di San Biagio, frazione di Talignano, comune di Sala Baganza in provincia di Parma, Cocullo, un minuscolo centro dell'Abruzzese, Salvitelle e Guardia Sanframondi, rispettivamente nelle province campane di Salerno e Benevento, il Castello La Rotta a Moncalieri, alla porte di Torino[1].

Nel Parmense, l'8 dicembre è la Giornata dell’Anolino Solidale, un evento che coinvolge gran parte della popolazione, capace di rispondere con gioia a chi ha bisogno di aiuto. Nella scorsa edizione, ovvero il 2022, la Festa dell’Immacolata Concezione, ha voluto dire 29 quintali di anolini prodotti anzi tempo da oltre 2000 volontari, che sono stati venduti a scopo benefico in città e nella provincia.

Per la cittadinanza l’appuntamento era in piazza Garibaldi a Parma e nella piazza di Fidenza oltre che nei comuni di Noceto, Felino, Colorno, Vigheffio, Sorbolo, Borgo Val di Taro, Langhirano e altri ancora. Grazie all’effetto moltiplicatore prodotto dai contributi di Barilla, Chiesi e Fondazione Cariparma (ciascuno fino a un massimo di 50mila euro) e a Conad che ha donato tutti gli ingredienti, è stato possibile sostenere l’inserimento di bambine e bambini con disabilità intellettiva in attività sportive, musicali e artistiche. A fine gennaio, infatti, è stato consegnato l’assegno con l’importo della raccolta di questa campagna che è coordinata da CSV Emilia in collaborazione con il Consorzio di Solidarietà Sociale.

Da segnalare, inoltre, la capacità di questo “reggimento” di volontari, strutturato per oltre un mese in turni giornalieri di quattro ore con 20-25 persone alla volta, che è arrivato a produrre fino a un quintale al giorno di questa prelibatezza gastronomica.

Forniti di camice, grembiule, guanti e retina per capelli, osservando tutte le misure di igiene e sicurezza sul luogo di produzione, in ogni turno sei persone si occupavano di produrre le “palline” di carne (stracotto di arrosto) per il riempimento degli anolini, altre due di “tirare” la pasta con appositi macchinari sino a ridurla in sfoglia e una decina di altre persone con il compito di “chiudere” con un apposito attrezzo questa specialità evitando che si formassero dei “buchi”. Subito dopo la realizzazione e il controllo ulteriore della loro “integrità”, gli anolini sono stati messi nell’abbattitore e confezionati in sacchetti da un chilo, pronti per la successiva vendita.

Un evento anche questo da tenere a mente, e lo si fa volutamente con largo anticipo di tempo, perché, come ha rammentato uno degli organizzatori, “nel momento in cui verranno portati sulle tavole gli anolini solidali, questi avranno il sapore del caldo abbraccio che abbiamo saputo costruire e sarà il miglior modo per augurarci buone feste”.


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