Un Ferragosto prologo di pace nella speranza del mondo
- La Porta di Vetro
- 14 ago
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Un augurio di buon Ferragosto alle lettrici e ai lettori, amiche e amici, collaboratrici e collaboratori de La Porta di Vetro che da anni non fanno mancare il loro gratificante sostegno. Un'attenzione verificabile nei numeri complessivi delle visualizzazioni, anche in questi mesi estivi di produzione ridotta del sito, che certifica il grado di matura fidelizzazione per migliaia di lettori, legati non soltanto al territorio piemontese, ma in tutta Italia e all'estero. Una soddisfazione legittima per la nostra Associazione la cui attività poggia sul volontariato e sulla disponibilità economica dei singoli soci.
Il 15 di agosto, festa dell'Assunta, una delle principali solennità dell'anno liturgico della Chiesa Cattolica, è il giorno del vertice in Alaska tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin, capi delle due uniche superpotenze nucleari universalmente riconosciute con arsenali che per numero di testate atomiche sarebbero in grado di distruggere la vita sul pianeta.
Nel frattempo, tra il timore di un olocausto nucleare e la speranza di un accordo di riduzione con modi diversi, diretti e indiretti, i due presi da un soverchiante narcisismo (e affarismo) conducono o sostengono sanguinose guerre convenzionali.
Nonostante questa poco edificante premessa, ad Anchorage potrebbe andare in scena una commedia tra due ambiziosi attori realmente disponibili a trovare una pace giusta, un'intesa dove l'aggettivo però dovrà corrispondere e corroborare unicamente ai loro interessi. Trump vuole che il presente gli rimandi la dimensione di migliore negoziatore e pacificatore sulla scena mondiale per ottenere nel futuro prossimo il Nobel per la pace; Putin vuole entrare nei libri di storia patria come chi ha riportato la Russia al suo rango di potenza imperiale, cominciando a prendersi una parte di Ucraina che i leader dell'Unione Sovietica incautamente avevano ceduto o non reclamato.
Da questi discorsi, al momento, restano tagliate fuori Europa e Ucraina, a dispetto delle assicurazioni della vigilia pronunciate da Trump. Non a caso, però. L'appiattimento dell'Unione Europea sulle posizioni dell'allora presidente Joe Biden e della Nato, unito alla rinuncia a mediare tra il presidente ucraino Zelensky e Putin e a sostenere la diplomazia delle Nazioni Unite, hanno svolto un ruolo decisivo nel recidere i legami secolari con la Russia e le relazioni commerciali e diplomatiche con il Cremlino, per cui anche l'isolamento di quest'ultimo dipende oggi esclusivamente dagli Stati Uniti, con l'Europa che si deve accontentare di fare la comparsa e di entrare in scena a comando. Ed è quanto accade anche in Medio oriente per la Striscia di Gaza nel rapporto con Israele. Secoli di storia e di autorevolezza inceneriti dalla pochezza di chi al vertice dell'Unione Europea è vittima del proprio narcisismo alla stessa stregua di Trump e Putin, senza però avere neppure dietro il necessario carisma.













































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