Viaggio nell'Italia insolita e misteriosa
Aggiornamento: 7 ott 2023
Lo show della cascata delle Marmore, una meraviglia costruita dell’uomo
di Ivano Barbiero
Tredicesima tappa nell'Italia "insolita e misteriosa" per l'instancabile e curioso viaggiatore Ivano Barbiero. Dopo aver lasciato la Gallura, attraversato il Tirreno e valicato gli Appennini, ridiscesi sulle coste dell'Abruzzo[1], l'instancabile viaggiatore Ivano Barbiero ci regala emozioni forti in uno dei posti più affascinanti dell'Umbria: le Cascate delle Marmore.
Tre ore di spettacolo indimenticabile: lo regala la visione mozzafiato della cascata delle Marmore; un tuffo di 165 metri di dislivello suddiviso in tre salti, uno fra i più alti d’Europa, destinato a incantarvi e a bagnarvi dalla testa ai piedi. Diciamolo subito però, ne vale ampiamente la pena.
La cascata, formata dai fiumi Velino e Nera, affluenti del Tevere, è situata a sette chilometri dal capoluogo umbro Terni e ogni anno attira migliaia di visitatori che vogliono ammirare quest’autentica meraviglia artificiale realizzata interamente dall’uomo.
Sebbene sia aperta tutto l’anno è consigliabile andare ad ammirarla con la temperatura giusta, per apprezzarla maggiormente ed evitare di prendersi qualche malanno. Il motivo è semplice: quando le paratie della Cascata sono aperte - poiché si tratta di un salto a flusso controllato- è sicuro che si uscirà bagnati sostando ad osservarla nei vari punti panoramici. Quindi, da maggio a ottobre, ogni giorno è buono, meglio però con il sole. Anche perché la luce solare crea durante la giornata vistosi arcobaleni che si proiettano in diversi punti della cascata, ma permette anche di asciugarvi più in fretta. Consigliabili comunque abbigliamento comodo, scarpe da ginnastica, meglio da trekking, e un impermeabile. Alle biglietterie sono comunque in vendita anche modelli economici di impermeabili usa e getta.
Il nome Marmore deriva dai sali di carbonato di calcio presenti sulle rocce, il cui riflesso alla luce del sole li fa assomigliare a cristalli di marmo bianco; Marmore, però, è anche il nome del vicino paese medievale.
I primi interventi in epoca romana
Nel 271 avanti Cristo i romani iniziarono gli scavi del canale - su ordine del console Maio Curio Dentato -, in cui far confluire tutte le acque della palude che copriva l’attuale piana reatina, portandole verso il ciglio della rupe di Marmore dove sarebbero poi precipitate con una spettacolare caduta. Nei secoli successivi la cascata subì ulteriori modifiche e canalizzazioni, che tra il 1601 e il 1787 ne hanno determinato l’aspetto attuale.
Come si legge sul sito ufficiale, la prima testimonianza della Cascata delle Marmore nella storia della letteratura risale all’epoca romana. Virgilio, nel VII libro dell’Eneide, ci racconta di “una valle d’oscure selve e tra le selve un fiume che per gran sassi rumoreggia e cade”.
Da rimarcare che la cascata delle Marmore, terminato lo spettacolo per i visitatori, ha una portata minima ridotta (0,3 metri cubi al secondo), poiché gran parte dell’acqua del fiume Velino viene incanalata e utilizzata in condotte per la produzione di energia elettrica.
In termini di scoperta e ammirazione, la Cascata si può vivere attraverso diversi sentieri, alcuni immersi in una vegetazione rigogliosa di lecci, carpini neri e ornielli e più giù, vicino al fiume felci e muschi. I sentieri 2 e 3 sono i più facili da percorrere; tuttavia, per la presenza di numerosi scalini non possono essere percorsi con il passeggino. Il Belvedere Inferiore e quello Superiore vi consentiranno prospettive diverse mentre fra i percorsi più suggestivi è consigliato l’Anello della Ninfa a chi vuole avvicinarsi il più possibile alle acque della cascata; un sentiero di scalette e ponti di legno, mentre il Balcone degli Innamorati si raggiunge dopo venti minuti di cammino; si tratta di un terrazzino posto alla fine del Tunnel degli Innamorati, incastonato nella roccia di travertino; un autentico angolo di Paradiso poiché vi basterà allungare la mano per avere l’emozione di toccare le acque del fiume Velino in caduta libera.
Fra le ulteriori curiosità: la cascata è presente nel film Intervista di Federico Fellini del 1987, mentre La Sindrome di Stendhal, film del 1996 di Dario Argento con protagonista la figlia Asia, è stato girato in parte presso le grotte i sentieri della cascata.
La cascata è apparsa anche in una scena della fiction Don Matteo nell’episodio Stato di ebbrezza. Nel 2011 il violinista Uto Ughi via ha tenuto un concerto con l’orchestra I Filarmonici di Roma, poi trasmesso da Rai Storia mentre nello stesso anno, per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia i tre salti della cascata sono stati illuminati ognuno con un colore diverso della bandiera italiana.
Note
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