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Limiti e insidie del mitizzato articolo 5 del Trattato Nato

di  Michele Corrado


È diventato quasi un tormentone il riferimento all'art. 5 del Trattato Nato, "invocato" in assoluta buonafede quasi fosse la panacea di tutti i problemi connessi alla sicurezza dell'Ucraina, in relazione alla minaccia della Federazione Russa nel caso di un accordo permanente Un'attesa che si è fatta stringente dopo l'incontro di Anchorage tra il presidente americano e il suo omologo russo, e quello successivo tra Trump e alcuni (non tutti, scelti in base anche a logiche strategico-militari) leader dei Paesi dell'Unione Europea, inclusi la presidente della Commissione Europea, il primo ministro della Gran Bretagna e il Segretario generale della Nato. Tuttavia, al di là della sua rapida penetrazione tra l'opinione pubblica, è necessario ricordare che l'articolo, vincolante per tutti gli appartenenti all'Alleanza Atlantica, rappresenta un concetto e non un procedura automatica.

Nello specifico, mai attivato realmente nei 76 anni di vita della Nato, si applica laddove si dovesse concretizzare una minaccia armata ostile verso uno o più dei Paesi aderenti. Per rendere questa reazione possibile, oltre a tutti i passaggi politico-diplomatici al quale deve sottostare, è prioritaria comunque l'emanazione di una specifica missione da assegnare alla componente militare della Nato da parte del Consiglio Atlantico.

Superata questa fase, si passa dal livello politico-strategico a quello strategico-militare, nel senso che il Supremo Comandante delle Forze Nato (Saceur), attraverso il suo Stato Maggiore, rilascia un Ordine di Operazione diretto ai Comandanti alle sue dipendenze che possano poi applicare a livello Operativo-Tattico dipendenze quanto deciso per ingaggiare/difendere/distruggere ecc., le varie componenti (aeree/terrestri/navali), della azione/minaccia offensiva avversaria. -distruggere ecc. le varie componenti (aeree/terrestri/navali) della azione/minaccia offensiva avversaria.

Ovviamente, l'azione dipende dalla tipologia, cioè da dove questa si manifesta e con quali modalità. La Nato ha assetti di Forze con prontezza diversificata (dai caccia intercettori ad una Divisione Corazzata multinazionale passano tempistiche di impiego che vanno dai minuti, alle settimane), che vengono attivate e gestite tramite sistemi di comando e di controllo attivati a seconda dell’esigenza.

Il comando supremo delle Forze Nato è sempre appannaggio di un Generale americano, il vice è sempre inglese.

Ora, se si dovesse optare per l'applicazione dell'art. 5 a garanzia della difesa dell’Ucraina (Stato che non fa parte dell'Alleanza), appare evidente che si dovrebbero costituire dal nulla in primis tutte le strutture di comando e controllo, e una serie di assetti con prontezza d’impiego diversificata ed integrata con le Forze ucraine. Il che si tradurrebbe in uno sforzo immenso, sia in termini di costi (una sorta di duplicato del sistema Nato), e di tempi (anni), considerando poi che tale organizzazione militare dovrebbe essere indipendente e diversa dalle strutture Nato che continuerebbero ad esistere ed operare in parallelo per proprio conto.

Secondariamente, vi è poi da considerare l'aspetto della catena di comando: in altri termini, sarebbero le Forze ucraine ad essere integrate o quelle europee si tradurrebbero di rinforzo a quelle ucraine? Il tutto, ovviamente supportato da un quadro di intelligence dedicato e necessariamente diverso da quello Nato. Al di sopra del livello Operativo-Tattico del teatro di operazioni ucraino dovrebbe esserci poi un livello Strategico-politico europeo (con contributo americano, che pare possa consistere di soli assetti aerei), con capacità decisionali dedicate a quello specifico scenario.

Una prospettiva che, forse, anziché semplificare il mantenimento di una stabilità armata dell’area, potrebbe evolversi in un complicato soggetto multinazionale dove non sarebbe adeguatamente chiaro chi dovrebbe fare cosa e come. Oltre a moltiplicare significativamente i costi che, senza la disponibilità americana, verrebbero ad aggiungersi a quelli Nato (e a quelli dedicati alle Forze Ucraine), per il normale funzionamento dell’Alleanza e con un orizzonte temporale al momento non definito. Nella pratica si verrebbe a realizzare una sorta di Forze Armate europee calibrate per il solo impiego in supporto dell’Ucraina. Davvero realizzabile?

In sintesi: l’articolo 5 del Trattato Nato è una mirabile soluzione contro minacce armate esterne al blocco occidentale, ma nasconde molteplici insidie che difficilmente vengono percepite ad una prima lettura.

 

 


Col. (Aus.) Esercito Italiano

1 Comment


Dunia Astrologo
Dunia Astrologo
27 minuti fa

Non solo ci sono questi seri vincoli, ma se fosse stata una soluzione semplice e maneggevole, chissà come mai non venne mai adombrata, se non per prenderne con timore le distanze, all’inizio di questa terribile guerra? Ricordo bene che se ne parlò, solo per rigettarla nettamente, con l’argomento che avrebbe potuto scatenare una risposta della Russia con armi atomiche. E allora, perché adesso la raffinata steatega Meloni , pedissequamente seguita dal ministro degli esteri USA (uno più ignorante dell’altra) , la tira fuori? Cosa li spinge a dire e promuovere simili sciocchezze se non il desiderio di stare x qualche ora in primo piano sui media senza “pagare dazio”, cioè senza che nessuno mai chieda loro di dare una pr…

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