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Ivano Barbiero

Viaggio nell’Italia insolita e misteriosa

Aggiornamento: 3 apr 2023

Psicostasi a Talignano


di Ivano Barbiero


Terza tappa del viaggio nell'Italia "insolita e misteriosa" di Ivano Barbiero. Con la curiosità che lo ha contraddistinto nei suoi tanti anni di cronista de La Stampa di Torino, Barbiero ha deciso di guardare il nostro Paese dalla sponda del mistero e dell'insolito. E dalla Chiesa degli Impiccati di Torino, con cui si è aperto l'immaginario dialogo con i lettori venerdì 3 marzo,[1] passando dall'Appennino Parmense, per arrivare a Berceto, comune di origine romana sviluppatosi in nell'Alto medioevo, [2] oggi l'autore si spinge nella Chiesa di San Biagio, frazione di Talignano, comune di Sala Baganza in provincia di Parma, un altro luogo di estrema curiosità di un'Italia insolita e misteriosa, dove poter scoprire la Psicostasi, ovvero la pesatura delle anime.



La Chiesa di San Biagio, è citata per la prima volta nel 1230. In un’alternanza di prati e boschi e in un contesto simile a un paesaggio medievale, sorge all’inizio del XII secolo come tappa intermedia tra Collecchio e il monastero cistercense della Rocchetta, attivo sino al XIV secolo sul variante opposto del monte Primzera e principale punto di sosta per i pellegrini di una variante alla Via Francigena di Monte Bardone.

La lunetta sopra il portale d’ingresso rappresenta la Psicostasi, ovvero la pesatura delle anime. Sulla bilancia ce ne sono due, sottoposte a giudizio al momento del trapasso. Il Bene (Arcangelo Michele con la spada sguainata) e il Male (demonio alato) si contendono le anime.

Il Male lotta con l’inganno: il primo demonio spinge la bilancia mentre un secondo cerca di farla propendere dalla propria parte tirandola con un uncino. Sulla destra un’anima è già condannata all’Inferno.

La lastra è opera di un artefice attivo nei primi decenni del XIII secolo, forse lo stesso delle Storie di Santa Margherita della vicina pieve di Fornovo.

Il tema iconografico della pesatura delle anime, poco frequente in Italia, è abbastanza comune nelle chiese francesi e in quelle del Camino di Santiago. Testimonia l’importanza delle vie di pellegrinaggio per la circolazione della cultura nel Medioevo.

Una scena simile la si ritrova anche a Capriolo, sempre nel Parmense, nella chiesa dedicata a San Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, martire nel 1170 per volere di Enrico II di Inghilterra; nell’edificio sacro che in origine era la cappella di una residenza-fattoria (mansio) dei Cavalieri Templari si notano importanti simbologie dell'antico Giudizio Universale di derivazione egizia della pesatura delle anime.

Ancora in Emilia-Romagna, a Ferrara, il Duomo di San Giorgio ha un fregio che ricorda questo argomento; è collocato sopra gli archetti dove viene raffigurato l’arcangelo Gabriele con in mano la bilancia per la pesatura delle anime.

Identica scena che ritroviamo pure a Piacenza, nel Palazzo Farnese, dove un fregio sopra gli archetti raffigura l’arcangelo Gabriele con in mano la bilancia per pesare le anime.

Invece, nella vicina Lombardia, nel Duomo di Cremona, in un dipinto si vede l’Arcangelo san Michele con una bilancia in mano, intento a pesare anche lui le anime dei defunti, per capire se l’individuo è puro oppure sporco; in questa circostanza si vede però che l’anima del poveretto viene portata via dal diavolo.

Stesso discorso di pesatura delle anime la notiamo a Fossa (Aquila), nella chiesa di Santa Maria ad Cryptas; nella fascia inferiore, a sinistra della porta, vi è anche in questo caso un’immagine di San Michele Arcangelo che pesa le anime.

Nel Lazio, ad Acuto (Frosinone), nella chiesa dedicata ai santi Sebastiano e Rocco, un artista ha ritratto l’arcangelo con un’armatura romana, mentre sta colpendo con una lancia il demonio, ormai schiacciato sotto i suoi piedi, mentre con la mano sinistra regge una bilancia per la identica pesatura delle anime.

Analogo discorso di psicostasia, addirittura in due scene sovrapposte, la possiamo notare pure a Spoleto (Perugia), nella chiesa dedicata a San Pietro; in questa caso nei confronti della morte del giusto la bilancia pende dalla parte del bene mentre nella scena successiva del decesso dell'empio il piatto pende dalla parte del male.

Con il termine psicostasia (pesatura del cuore o pesatura dell’anima) si indica dunque la cerimonia dell'antica religione egizia; secondo il Libro dei Morti il defunto veniva sottoposto al giudizio prima di poter accedere all’aldilà. La presenza di una bilancia, connessa al concetto di valutazione della verità, giustifica il fatto che proprio tale simbolo è stato scelto, ancora ai nostri giorni, per indicare l'imparzialità della giustizia.

Da notare infine che la psicostasia era prevista anche dallo Zoroastrismo persiano (davanti al dio Mitra) e dall’’Islamismo, mentre secondo la dottrina degli ultimi fini, cioè quella parte delle credenze religiose che riguarda i destini ultimi dell’umanità e del singolo individuo, si ritrova nella letteratura apocalittica dell’Ebraismo e, nella tradizione cristiana, in particolar modo nella figura dell’Arcangelo Michele.

Da segnalare ancora che lo psicopompo (ovvero chi ha la funzione specialmente di accompagnatore e guida delle anime dei defunti) in molte mitologie e religioni antiche è una figura centrale che trova anche corrispondenze nelle religioni monoteiste (talvolta per integrazione di miti antecedenti); si pensi per esempio al Caronte Dantesco.

Sovente lo psicopompo si ritrova in coppia con un'altra divinità maggiore creatrice del mondo. Lo psicopompo quasi sempre è un'entità neutrale, un messaggero dell'aldilà, una sorta di demone tra il mondo sensibile e il mondo sovrasensibile. Lo psicopompo non è quindi una divinità in senso proprio, poiché non giudica gli uomini ma si limita a traghettarli nel mondo ultraterreno.

Data l'importanza della riformulazione della morte come passaggio (trasformazione) nelle religioni e nelle mitologie, non stupisce che lo psicopompo sia in genere una figura di rilievo (nelle religioni politeiste s tratta quasi sempre di una figura importante del relativo pantheon).

Nel culto Vudù, esso è rappresentato dalla figura del Baron Samedi, divinità creata durante la deportazione degli schiavi africani nelle Americhe.

Avevano l'attributo di psicopompo anche Ermes ed Ecate presso gli antichi greci, Osiride presso gli egizi, Charun presso gli etruschi, Lug presso i celti, Odino presso i germani, Pusan presso gli indoari.

Creature psicopompe sono anche le sirene a forma di donna-uccello della cultura greca e magno greca. In numerosi contesti funerari, sono stati trovati oggetti a forma di sirena i cui elementi rappresentativi indicano la credenza che le sirene stazionassero alle porte degli Inferi con il compito di consolare le anime dei defunti con il loro dolce canto e di accompagnarle nell’Ade.


Note


[2] https://www.laportadivetro.com/post/viaggio-nell-italia-insolita-e-misteriosa-2

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