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Storia del Movimento5Stelle-15 Piattaforma Rousseau: criticità

di Giorgio Bertola 


Quindicesima puntata della storia del Movimento 5 Stelle scritta da Giorgio Bertola, consigliere regionale del Piemonte (Gruppo misto-Europa Verde), uno dei fondatori di quest'esperienza a Torino, le cui vicende entrano a far parte della scena politica italiana nel 2009. Da questa settimana gli appuntamenti sono calendarizzati esclusivamente il venerdì.


La proprietà e la gestione dei dati

La prima criticità è quella relativa all’eccessivo accentramento nel controllo della piattaforma e della grande mole di dati che è in grado di raccogliere. L’art. 1 dello Statuto del M5S in vigore dal 2017[1], poi sostituito da quello elaborato da Giuseppe Conte, demanda a Rousseau tutta la gestione degli strumenti informatici attraverso i quali realizzare le consultazioni online degli iscritti, nonché della pubblicazione di avvisi, provvedimenti, direttive e decisioni. Davide Casaleggio amministra quindi i dati personali degli iscritti, i meccanismi democratici del M5S e la sua comunicazione tramite il Blog delle Stelle.


La gestione dell’Associazione Rousseau

La questione relativa alla proprietà e della gestione dei dati riguardanti gli iscritti è strettamente connessa a quella riguardante il controllo della piattaforma informatica del M5S. Come già sottolineato, Rousseau è gestita dall’associazione omonima, i cui soci sono scelti per cooptazione[2], e il cui presidente, come prevede l’art.13 dello Statuto, può essere soltanto uno dei suoi fondatori, quindi Davide Casaleggio, data la scomparsa del padre. Un organismo chiuso quindi, anche rispetto all’influenza del M5S, sebbene sia organico alla forza politica, in quanto supporto fondamentale alle sue attività. Una caratteristica non paragonabile alla terzietà di un mero fornitore di servizi, poiché si tratta di un soggetto che promana direttamente da uno dei fondatori del M5S, e ne trasmette, di fatto, il controllo per via ereditaria. All’associazione Rousseau, inoltre, tutti gli eletti del M5S nei Consigli regionali, al Parlamento nazionale ed a quello europeo devono obbligatoriamente versare una somma di 300 euro al mese, entrate che vengono gestite in maniera totalmente indipendente, sebbene piuttosto trasparente[3], rispetto al M5S. La questione relativa alla proprietà dei dati, ma soprattutto quella legata ai versamenti degli eletti saranno i principali argomenti di scontro al momento del divorzio tra il M5S e Rousseau, di cui tratteremo più avanti.


Il possibile conflitto di interessi

Le voci più critiche[4] hanno evidenziato inoltre la possibile sussistenza di un conflitto di interessi in capo a Davide Casaleggio, dato che l’amministratore di Rousseau è succeduto al padre anche nella guida della Casaleggio Associati. L’azienda si occupa della realizzazione di modelli di business e di strategie di comunicazione per le imprese, soprattutto per ciò che riguarda la digitalizzazione, ed ha tra i suoi clienti aziende di prima importanza come Lottomatica, Moby Lines e Philip Morris[5]. In particolare, ha destato molto scalpore la notizia secondo la quale la Casaleggio Associati avrebbe incassato dalla Philip Morris due milioni di euro in consulenze tra il 2017 e il 2020, fatto che diverse ricostruzioni giornalistiche hanno messo in correlazione con una tassazione agevolata sui dispositivi a tabacco riscaldato commercializzati dalla multinazionale, approvata quando era in carica il primo governo guidato da Giuseppe Conte[6]. Un conflitto di interessi sempre smentito da Davide Casaleggio, che ha annunciato querele contro chi ne ha affermato l’esistenza. È tuttavia fuor di dubbio che la coesistenza tra rapporti commerciali con aziende come quelle citate e l’influenza sui soggetti istituzionali chiamati a legiferare sul gioco lecito, sui trasporti e sul tabacco possa dare origine a situazioni quantomeno imbarazzanti.


La sicurezza delle votazioni.

Un’altra criticità riguardo a Rousseau è quella relativa alla sicurezza delle votazioni. La piattaforma è stata “bucata” più volte dai pirati informatici. Gli attacchi più noti sono stati quelli dell’hacker conosciuto come rogue0[7], che è anche riuscito ad ottenere i privilegi di amministratore, e ha pubblicato diverse tabelle del database. Nel 2019 la piattaforma è stata totalmente riscritta migliorando gli standard di sicurezza, ma solo dopo un provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali in cui si chiedevano interventi sui profili relativi a quell’aspetto[8]. Nella prossima puntata analizzeremo gli altri limiti individuati della piattaforma.


Note

[2] L’associazione viene fondata da Davide Casaleggio e dal padre Gianroberto. Alla scomparsa di questi, secondo quanto documentato da Biondo e Canestrari (ivi, pag. 18), nell’associazione entrano gli avvocati della Casaleggio Associati, che ne usciranno dopo aver approvato la modifica che consente la gestione dell’associazione a un singolo amministratore. In seguito i soci che si avvicendano sono Pietro Dettori, dipendente della Casaleggio Associati, David Borrelli, parlamentare europeo, Max Bugani, ex consigliere comunale ed Enrica Sabatini, consigliera comunale a Pescara, attualmente anche moglie di Davide Casaleggio.

[3] Al seguente link sono disponibili tutti i rendiconti dell’Associazione Rousseau: https://www.ilblogdellestelle.it/trasparenza-rousseau, consultato il 18 gennaio 2023.

[4] Biondo, Nicola, e Canestrari, Marco, Il sistema Casaleggio, Milano, Adriano Salani Editore, 2019, p. 37.



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