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Storia del Movimento 5 Stelle/3- Aprile 2008: Grillo lancia le liste

Aggiornamento: 15 dic 2023

di Giorgio Bertola


Terza puntata della storia del Movimento 5 Stelle scritta da Giorgio Bertola, consigliere regionale del Piemonte (Gruppo misto-Europa Verde), uno dei fondatori di quest'esperienza politica a Torino le cui vicende entrano a far parte della scena politica italiana nel 2009. Gli appuntamenti ogni martedì e venerdì della settimana.


I V-Day possono essere definiti come rituali politici[1], nei quali sia le località (Bologna e Torino, due città storicamente di sinistra) che le date prescelte hanno una dimensione fortemente simbolica ed evocativa. Nel primo caso l’8 settembre ha un chiaro riferimento all’armistizio di Cassibile, «per ricordare che dal 1943 non è cambiato niente», come affermato dallo stesso Grillo. Il 25 aprile è visto dal comico genovese come «il giorno della liberazione degli italiani dalla disinformazione». Quel giorno, a Torino, si contrappongono due piazze: la Piazza San Carlo del V-Day gremita e la Piazza Castello delle celebrazioni per l’anniversario della Liberazione, assai meno frequentata[2].


8 marzo 2009: la Carta di Firenze

L’anno del secondo V-Day è anche l’anno della formazione delle prime liste civiche. Grillo aveva invitato i gruppi locali a formare delle liste civiche già nel gennaio del 2007[3]. Nel post che lanciava l’iniziativa, i partiti venivano definiti come «anacronistici, autoreferenziali e finiti». Per tale ragione occorreva ripartire dai comuni, «per riappropriarci dei nostri diritti naturali». Per la prima volta, compare il riferimento alle cinque stelle, che rappresentano rispettivamente l’energia, la connettività, l’acqua, la raccolta rifiuti, i servizi sociali. Il debutto delle prime liste è in occasione delle elezioni amministrative del 13 e 14 aprile 2008, in diciassette comuni e per la Regione Sicilia, e permette la conquista di un seggio a Treviso e due a Campi Bisenzio (FI). L’elenco delle liste certificate viene costantemente aggiornato in una apposita sezione del blog[4]. I programmi delle liste civiche (il logo riporta la “V” maiuscola, a richiamare il V-Day) confluiscono in un documento unico, basato sulle cinque stelle, che diviene la base programmatica del futuro Movimento. L’8 marzo 2009, in occasione del primo incontro nazionale dei gruppi locali, viene infatti presentata la Carta di Firenze[5].


Una "guerra" contro i partiti

Quella di Grillo è una guerra contro tutti i partiti, e punta a fare emergere l’esigenza di un nuovo soggetto, estraneo al Palazzo e in grado di ravvicinare i cittadini alla politica. La sua comunicazione, tuttavia si rivolge soprattutto agli elettori del centrosinistra. Il passo successivo alla presentazione di liste civiche nei comuni e al primo manifesto politico è infatti il tentativo (subito respinto) di iscriversi al Partito Democratico, con lo scopo di partecipare alle primarie per la scelta del nuovo segretario[6]. L’iniziativa, oltre ad attirare l’attenzione dei media, serve a dimostrare la distanza e l’impenetrabilità del sistema politico italiano, e a fornire un ulteriore pretesto per lanciare ufficialmente un nuovo movimento nazionale. Il 9 settembre 2009[7], a soli due anni dal primo V-Day, Grillo annuncia la fondazione del Movimento 5 Stelle (ancora con la “V” maiuscola). Il nuovo simbolo viene presentato il 4 ottobre[8] al Teatro Smeraldo di Milano; in quell’occasione viene anche comunicata la partecipazione alle elezioni regionali del 2010. Il neonato movimento politico si presenterà alle elezioni del 28 e 29 marzo 2010 in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Campania


Note

[1] Navarini, Gianmarco, 1998, citato in Mazzoleni, Gianpietro, La comunicazione politica, Bologna, Il Mulino, Terza edizione, 2012, p.99.

[3] https://beppegrillo.it/comuni-a-5-stelle-2/ , consultato il 25 novembre 2022.

[4] Sezione non più disponibile.

[5] Documento non più disponibile in rete.

[8] Altra data fortemente simbolica, per il suo riferimento a San Francesco d’Assisi. Un esempio ritenuto adatto a una forza politica che rifiuta i finanziamenti pubblici e che sposa le idee ambientaliste. Il riferimento al patrono d’Italia sarà presente più volte, nel corso degli anni, nella comunicazione di Grillo e degli esponenti del M5S.


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