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Storia del Movimento5Stelle-10 Il governo Conte I entra in crisi

Aggiornamento: 9 gen

di Giorgio Bertola


Decima puntata della storia del Movimento 5 Stelle scritta da Giorgio Bertola, consigliere regionale del Piemonte (Gruppo misto-Europa Verde), uno dei fondatori di quest'esperienza a Torino, le cui vicende entrano a far parte della scena politica italiana nel 2009. Gli appuntamenti ogni martedì e venerdì della settimana.


In piena estate il Governo Conte I entra in crisi. Il 7 agosto il Senato boccia la mozione M5S che chiede al governo di fermare la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Il contrasto all’opera, ritenuta inutile e dannosa, è da sempre una delle bandiere dei pentastellati, oltre che una delle prime battaglie politiche di Beppe Grillo[1]. La mozione, peraltro non vincolante, serve al M5S soprattutto per ricompattarsi e respingere le critiche di chi ritiene che l’esperienza al governo del Paese lo abbia snaturato e lo abbia portato a tradire buona parte degli impegni elettorali, ma viene comunque considerata tardiva e insufficiente dagli oppositori storici dell’opera[2]. Il giorno successivo la Lega esce dalla maggioranza, Salvini presenta una mozione di sfiducia a Conte e chiede di tornare al voto, facendo eco dalla piazza con la sua richiesta di “pieni poteri”[3].

La crisi di governo si apre il 20 agosto con le dimissioni di Giuseppe Conte. Il 29 agosto, dopo due giri di consultazioni, il Presidente Mattarella conferisce nuovamente l’incarico di governo a Giuseppe Conte. Il Governo Conte II[4], che entra in carica il 5 settembre 2019, è un esecutivo di coalizione che insieme al M5S vede il Partito Democratico, Liberi e Uguali, Italia Viva e MAIE. Come già accaduto per il governo precedente, anche in questo caso la partecipazione del M5S al nuovo governo è sottoposta al voto degli iscritti, che avviene il 3 settembre[5]. Questa volta i votanti sono 79.634, ed il 79% di questi si esprime in modo favorevole. La nuova fase di governo vede aumentare ulteriormente il calo dei consensi e le defezioni di parlamentari e rappresentanti del M5S nei consigli comunali e regionali.

Luigi Di Maio mette al voto, con successo, alcune modifiche alle regole del M5S ed alla sua organizzazione. Viene mitigata la regola interna che limita a due i mandati elettorali nelle liste del M5S, almeno per chi inizia dai Consigli comunali[6]; viene creato il “Team del Futuro”, una squadra di “facilitatori” tematici ed organizzativi votata dagli iscritti[7]. Le tensioni e le polemiche interne non si placano e il 22 gennaio 2020, giorno della presentazione del team di facilitatori, Di Maio comunica le sue dimissioni da capo politico. Le sue funzioni, come da Statuto, vengono assunte ad interim dal membro più anziano del Comitato di Garanzia, il Senatore Vito Crimi[8]. Lo Statuto del M5S prevede che il Garante avvii entro 30 giorni le consultazioni online per la scelta del nuovo capo politico, ma il 24 aprile le votazioni vengono rinviate sine die[9] per via dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da COVID-19.

Nell’autunno dello stesso anno si tengono gli Stati Generali del M5S, iniziativa lanciata ad ottobre[10], che ha lo scopo di definire la riorganizzazione di un movimento sempre più in crisi, attraverso assemblee online territoriali e tematiche, che stilino dei documenti da sottoporre al voto degli iscritti. I lavori si concludono il 15 novembre. La decisione più importante alla quale si giunge, poi ratificata dagli iscritti, è quella di affidare la guida del M5S ad una leadership collegiale; taluni vi leggono la volontà da parte di Luigi Di Maio ed altri esponenti di spicco del M5S di impedire ad Alessandro Di Battista di diventare capo politico[11].

Ad alimentare le polemiche è anche la scelta di non pubblicare i voti degli iscritti ai delegati a parlare nel dibattito conclusivo degli Stati Generali[12], per non rendere evidente il sostegno della base a Di Battista. Il modello di riorganizzazione del M5S uscito dagli Stati Generali, e confermato a larga maggioranza degli iscritti, non vedrà mai la luce. Dopo la caduta del Governo Conte II, infatti, avvenuta nel gennaio 2021, l’ex Presidente del Consiglio verrà incaricato dal Garante Beppe Grillo di riorganizzare il M5S. (continua)


Note

[2] Sabatini, Enrica, Lady Rousseau, Piemme, Milano, 2022, pp.112-135.

[3] https://www.agi.it/politica/news/2020-11-15/m5s-di-battista-stati-generali-preferenze-delegati-10299680/, consultato il 17 dicembre 2022. I voti, pubblicati tempo dopo, dimostreranno il forte consenso degli iscritti nei confronti di Di Battista.

[1] https://beppegrillo.it/tav-no-grazie/, consultato il 9 gennaio 2023

[3] Avviene nel corso di un comizio tenutosi a Pescara l’8 agosto: https://www.ilpost.it/2019/08/09/matteo-salvini-pieni-poteri-elezioni/, consultato il 9 gennaio 2023.

[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Governo_Conte_II, consultato il 16 dicembre 2022.

[11] Sabatini, Enrica, Lady Rousseau, Piemme, Milano, 2022, pp.112-135.

[12] https://www.agi.it/politica/news/2020-11-15/m5s-di-battista-stati-generali-preferenze-delegati-10299680/, consultato il 17 dicembre 2022. I voti, pubblicati tempo dopo, dimostreranno il forte consenso degli iscritti nei confronti di Di Battista.





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