Detto in pochissime parole. Sorpresa! I musulmani non sono davvero tutti cattivi
- Indiscreto controcorrente
- 18 ore fa
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Aggiornamento: 4 ore fa
Il coraggio del siriano a Sidney e la liberazione dell'imam di Torino
di Indiscreto controcorrente

"Come musulmani, ogni volta che c’è un attacco ci diciamo: ‘Oh no, la gente dirà che sono i musulmani ad essere cattivi. Abbiamo paura di uscire di casa se veniamo accusati. Ma la nostra religione è una religione di pace e noi siamo un popolo molto pacifico. Questo lo dimostra". A parlare è Ahmed El Ahmed, siriano, diventato un eroe, ma non per caso, ma per sua precisa scelta e coraggio, in l'Australia, dopo aver bloccato i due assalitori dell'Isis a Sidney ieri l'altro. Ne ha disarmato uno ed è rimasto ferito.
Dunque, sembrerà banale, ma è bene ripeterlo: i musulmani non sono tutti cattivi e non tutti, anzi la maggioranza, non attenta all'ordine costituito, né alla sicurezza dello Stato. Come non è mai stato considerato un cattivo musulmano dalla comunità in cui vive nel quartiere di San Salvario a Torino Mohamed Shahin, l'imam della moschea di via Saluzzo. Shahin vive da vent'anni in Italia, è padre di due figli, e alcune settimane fa è stato arrestato e trasferito nel CPR di Caltanissetta, da cui è stato rilasciato ieri, 15 dicembre, su provvedimento della Corte d'Appello di Torino, che ha ritenuto le sue frasi insufficienti per giudicarlo pericoloso.[1] In sostanza, cade il reato di opinione con cui aveva "avallato" l'abominio del 7 ottobre 2023, giustificando l'azione di Hamas come una risposta a decenni di di sofferenza, privazione e violenze subite dal popolo palestinese da parte dello Stato di Israele e, in ultimo, dal genocidio perpetrato a Gaza su ordine di Netanyahu e complici, che ha provocato almeno 70mila morti tra la popolazione civile. Un pensiero deprecabile, di cui l'imam si è reso immediatamente consapevole in tutta la sua gravità, che divide e non risolve. Anzi. Sul piano personale ha contribuito a mettere in ombra quello stesso processo di integrazione che lui in prima persona ha avviato in tutti questi anni in Italia con le sue lezioni e conferenze sulla Costituzione italiana. Un prezioso lavoro, però, diventato inesistente agli occhi di Governo e maggioranza che si sono gettati quasi con rabbia urlata contro il provvedimento dei giudici. Un altro pretesto per minare la credibilità della Magistratura?
Il Viminale, cioè il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, valuterà se presentare ricorso. Legittimo. Altrettanto legittima la reazione di chi ha definito sconcertante la decisione dei giudici, anche se non nessuno sa spiegare, al di là della propaganda d'incitamento a bollare il diverso, che cosa ci sia di sconcertante nella liberazione di Shahin e in quale rapporta la sua libertà stia alla sicurezza degli italiani. Forse la relazione passa dal prossimo referendum sulla giustizia, che da come si deduce dai radicalismi della destra più arrabbiata, sembra prefigurarsi come un referendum contro i magistrati.
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