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Voto su Salis: il fastidio per i diritti civili ora circola anche nel Parlamento Europeo

Aggiornamento: 8 ott

Siamo davvero messi bene...


di Indiscreto controcorrente


Di © European Union
Di © European Union

Uno spettro si aggira per l'Europa e non è quello del comunismo diretto da un'organizzazione giudaica. Si tratta, invece, dell'intolleranza, ostilità e fastidio a dare pieno riconoscimento ai diritti civili. L'atteggiamento è emerso in tutta la sua preoccupante dimensione ieri al Parlamento europeo, che ha confermato per un solo voto - 306 a 305, una spaccatura totale - l'immunità a Ilaria Salis, l'attivista di sinistra che ha trascorso più di un anno di carcere duro in Ungheria, il cui caso esplose con le immagini che la videro trascinata all'udienza in catena con il preciso proposito di umiliarla.

La sua vicenda è nota e la lasciamo sullo sfondo per concentrarci su quei 305 europarlamentari e sui 17 che si sono astenuti, cioè su un numero rilevante di rappresentanti di cittadini europei che conoscono o dovrebbero conoscere lo stato (arretrato, per usare un eufemismo) della democrazia che regna in Ungheria.

Alcuni dati su un Paese definito alla deriva sul piano dei diritti civili. Secondo Reporter senza frontiere, l’Ungheria si trova all’87esimo posto dell’indice della libertà di stampa. Si legge ancora sul web: "La disastrosa situazione raffigurata è certificata anche dal Memorandum sulla libertà di espressione e libertà di stampa in Ungheria, redatto nel 2021 dalla commissione per i diritti umani del Consiglio d’Europa. 

Non meno critico il rapporto sull'indipendenza della magistratura, oggetto di continue "strette" da parte di Orban, su cui il Parlamento Europeo aveva già manifestato due anni fa preoccupazioni sull'autonomia del sistema giudiziario magiaro.

A corollario ricordiamo che il 15 marzo scorso, festa nazionale ungherese, Orban riversò frasi minacciose su giudici, giornalisti e organizzazioni non-governative. Frasi, e non le prime, ma che si sposano con la prepotenza che esprime anche fisicamente il personaggio che, secondo la giurista Katalin Egresi, è riuscito nell'impresa di dare al suo Paese una democrazia illiberale e per lo storico magiaro-italiano Stefano Bottoni, persino oltre l'illiberalismo.

Ecco, questo è il luogo "rassicurante" d'Europa in cui 305 europarlamentari, con il concorso dei 17 che hanno scelto la strada di Ponzio Pilato, volevano gettare Ilaria Salis.


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