Ucraina, fake news e voglia di leopardi...
- Michele Corrado
- 22 gen 2023
- Tempo di lettura: 2 min
di Michele Corrado*

Alcuni articoli di stampa, se ne è parlato anche su La Porta di Vetro[1] riportano le stime delle perdite russe in Ucraina calcolate da fonti di intelligence americane: oltre 188.000. Il che dimostrerebbe l’efficacia delle operazioni ucraine nei confronti del nemico. Detto questo, proviamo ad affacciarci oltre la notizia, che va naturalmente verificata.
Clima di controinformazione
Nelle operazioni convenzionali di guerra fra forze similari, come in questo caso, per ogni caduto si calcola che vi siano anche tre feriti; supponiamo che in questo caso i feriti (di qualunque tipologia), siano paritetici con le perdite, le Forze russe in undici mesi di campagna sul suolo ucraino avrebbero totalizzato 376.000 inabili al combattimento.
Considerando che è raro che morti e feriti possano superare la metà di un Corpo di spedizione (se questi dati superano il 30% degli effettivi entriamo in statistiche anche notevolmente più pesanti dei massacri della Prima Guerra Mondiale), ma ipotizziamo che raggiungano il 50%, vorrebbe dire che le Forze russe in Ucraina ammonterebbero a 752.000 effettivi. Ma le forze stimate, sempre da fonti di intelligence americana, sulla consistenza del Corpo di spedizione russo al 24 febbraio 2022, oscillavano fra i 120 ed i 150 mila effettivi. Si può quindi dedurre che siamo in pieno clima di controinformazione.
Mezzi corazzati sofisticati
Per quanto attiene alle perduranti richieste di carri pesanti da battaglia, genericamente chiamati carri armati (i carri da battaglia sono di tre tipologie, leggeri, medi e pesanti; quelli pesanti sono quelli oltre le 50 tonnellate), come i Leopard 2. Questi sono carri molto sofisticati, nettamente superiori alle attuali tipologie russe, che consentono di condurre operazioni offensive, anche su vasta scala (e il terreno ucraino lo consente), a patto di averne un numero adeguato (diciamo 500, che però nessuno ha da “donare” all'esercito ucraino), con relativi equipaggi perfettamente addestrati e con una costante superiorità aerea nell’area in cui operano. E, naturalmente, una logistica dedicata di tipo adeguato.

Se non si hanno queste condizioni il possesso di carri da battaglia pesanti è controproducente; si spende moltissimo in denaro, risorse umane e logistica, per avere unità corazzate non impiegabili e solo di facciata. Ci sono poi i tempi; per rendere pronto al combattimento almeno una unità complessa corazzata su Leopard 2 (una divisione corazzata), considerando le condizioni delle forze ucraine in questo settore, iniziando oggi, si avrebbe bisogno di non meno di 12 mesi (per avere unità corazzate che risultino in grado di impegnare e distruggere in combattimento paritetiche unità russe con perdite inferiori al 10%).
In altri termini, se si assegna ai mezzi corazzati un ruolo cruciale, lo scontro tra ucraini e russi dovrebbe durare almeno un altro anno per virare decisamente a favore dei primi. Va aggiunto che il Leopard 2 non è, fino ad oggi, mai stato impiegato in combattimento. Quindi è oggettivamente un'incognita.
Ci si chiede quindi perché si parla tanto di perdite russe e di carri per gli ucraini. Cui prodest? Lo si fa per distogliere l’attenzione da altri aspetti collaterali al conflitto ucraino che sono, o si ritengono fondamentali nel futuro degli equilibri internazionali del nuovo millennio? Certo è che l’Ucraina, forse casualmente, si è ritrovata ad essere un primo laboratorio per testare “situazioni”, non altrimenti riproducibili virtualmente ed in veloce divenire.
Note
*Col. in Ausiliaria Esercito Italiano
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