Cessione La Stampa: dal Pd l'invito a "rispetto e garanzie"
- La Porta di Vetro
- 21 ore fa
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Per i dem il quotidiano non può essere ridotto a una voce di bilancio

Sul futuro incerto del Gruppo Gedi e, in particolare per Torino, per le sorte del quotidiano storico de La Stampa, il gruppo consigliare Pd in Sala Rossa ha stilato un comunicato in cui si sottolinea "un quadro fatto di incertezza, assenza di garanzie, mancanza di trasparenza e totale disattenzione verso una testata che rappresenta uno dei pilastri dell’informazione piemontese e nazionale".
Inoltre il Gruppo Pd, attraverso il suo capogruppo Claudio Cerrato e il presidente della Commissione Lavoro Pierino Crema, nel ribadire quanto già espresso nell’ordine del giorno depositato il 7 novembre scorso, condiviso con altri Capogruppo, esorta la proprietà a essere coerente con quelle affermazioni che indicavano nel quotidiano un esempio di rigore, serietà e indipendenza e, dunque, a garantire "un percorso di vendita trasparente, responsabile e rispettoso della storia della testata, del suo radicamento torinese e del lavoro di chi ogni giorno la realizza".
Il messaggio si rivolge anche al senso di responsabilità dell’imprenditoria torinese e piemontese, "a partire da quel sistema economico che per decenni ha trovato ne La Stampa un interlocutore, un osservatore e spesso un alleato culturale", affinché faccia la propria parte. Come? A ciò è un po' più complicato rispondere, se guardiamo a recenti e passate situazioni di crisi in cui l'imprenditoria locale è rimasta alla finestra. Certo, il gruppo Pd mostra coerenza nel ricordare quanto sia "essenziale che il territorio si attivi per evitare che una delle sue principali istituzioni civiche e democratiche venga ceduta senza alcuna prospettiva o garanzia". Altrettanta coerenza spinge Pierino Crema, primo firmatario dell’Ordine del giorno, a esprimere la preoccupazione per una vicenda in cui "non è in gioco solo il destino del quotidiano, ma il futuro dell’informazione torinese e piemontese", e a chiedere "trasparenza, rispetto, coinvolgimento serio delle maestranze in ogni passaggio e una prospettiva chiara". Ma, purtroppo, sullo sfondo si fatica a distinguere oggettivamente una Torino che difenda, come le si chiede, "un patrimonio che le appartiene".











































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