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SETTIMANA FINANZIARIA. "Assalto" alla Federal Reserve

a cura di Stefano E. Rossi


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La Federal Reserve è a rischio indipendenza. Intesa Sanpaolo Research, nel proprio report, aggiunge il punto interrogativo. Ma, intanto, l’ha detto. L’autorevole Ufficio Studi analizza lo scenario. Prospetta un’inflazione più persistente e prevede l’aumento dei tassi sui titoli del debito pubblico statunitense sulle scadenze lunghe. Verrebbero così vanificati i benefici della crescita economica, auspicate con le riduzioni del costo del denaro volute dal presidente Donald Trump.

Nei giorni in cui la Banca centrale ha nuovamente tagliato i tassi, è la terza volta in tre sedute, portandoli al 3,50-3,75%, si levano da più parti accorati segnali d’allarme. La Casa Bianca afferma di essere propensa a nominare un falco alla guida della Fed. La scelta è tra Warsh o Hassett. In un'intervista al Wall Street Journal, il Presidente Usa ha affermato che il prossimo Chairman (il capo) della Federal Reserve si dovrà consultare con lui per le decisioni sui tassi di interesse. Ma Jerome Powell ha ancora sei mesi di tempo per decidere come difendere l’istituzione. Si vocifera addirittura che potrebbe non dimettersi, evitando di liberare un seggio a favore degli accoliti trumpiani.


"L'Impero celeste" non patisce i dazi

La Cina si fa un baffo dei dazi di Trump e fa crescere l’export del 5,9%. Il surplus commerciale è da record: oltre mille miliardi di euro. Nelle intenzioni c’è anche il rilancio della domanda interna.

A compensare la diminuzione del -28,6% verso gli Stati Uniti è stato l’incremento delle esportazioni verso tutto il resto del mondo, dall’Africa al Sudamerica passando per l’Europa. Siamo stati letteralmente invasi da prodotti cinesi. L’export verso l’Unione Europea ha registrato un aumento del +14,8% annuo. A dimostrare la spiccata vocazione commerciale, oltre a guadagnare sui volumi il Dragone l’ha fatto pure sui margini economici. Infatti, anche la moneta si è rafforzata: lo yuan è salito di quasi il +5% da aprile, superando quota 7,0.


Scende la produzione industriale in Italia 

Sorprende la produzione industriale in Germania, che nel mese di ottobre sale del +1,8%. È trainata dal settore delle costruzioni (+3,3%), dell’elettronica (+3,9%) e della meccanica (+2,8%). Il valore su base annua si alza così al +0,8%.

La produzione industriale sorprende anche in Italia. Ma al ribasso. Con un -1% a ottobre, la media annua è schiacciata sotto zero (-0,3%). Il dato a consuntivo smentisce le indicazioni di fiducia che erano pervenute dalle indagini di settore.

Il gas naturale crolla in sole cinque sedute del -22,23% sulle aspettative di un inverno mite. Anche il petrolio greggio è debole e scivola a 57,52 dollari al barile. L’oro è in lieve rialzo. Chiude la settimana con la quotazione di 4.300 dollari l’oncia. Il dollaro a 1,17 per ora resta stabile contro l’euro.

 

Borsa, brusca frenata per Ferrari

A Piazza Affari calma piatta. Banca MPS recupera la perdita della settimana precedente. È aiutata dalle dichiarazioni rassicuranti della Consob in merito all’inchiesta della procura di Milano per aggiotaggio. Sono improbabili implicazioni dirette nei confronti degli analisti che hanno trattato la vicenda e, comunque, la banca al momento non è indagata dall’organo di vigilanza della borsa.

Sempre sul fronte finanziario si ode l’eco di Assicurazioni Generali. Le nozze con la francese Naxitis non s’han da fare. È mancato l’assenso del governo e l’appoggio di molti soci, tra i quali i soliti Caltagirone e Delfin, la finanziaria del gruppo Delvecchio. Però, nonostante il fallimento del progetto, che prevedeva l’integrazione delle attività di asset management tra il colosso francese e la prima assicurazione italiana, non si sono viste ripercussioni negative sul valore dell’azione. Anzi, è addirittura risalita (+0,71%).

Altra brusca frenata per il titolo Ferrari. Niente a che vedere con lo scossone di metà ottobre, quando perse il 20% in poche ore. Però, è chiaro come siano rimasti in pochi a credere nella società. Probabilmente nemmeno la proprietà, che infatti aveva già iniziato a venderne alcune quote nei mesi scorsi. Tempi bui. Stagione da archiviare anche quella sportiva, con un solo Gran Premio vinto e uno sconfortante quarto posto nella classifica costruttori.

 

Il Borsino della settimana – rassegna dei migliori e dei peggiori titoli del listino FTSE MIB.

I Tori: Banca MPS +7,56%, Unicredit +3,74%,

Gli Orsi: Ferrari -7,99%, Saipem -4,59%.

FTSE MIB: +0,19% (valore indice: 43.513)

 

I presenti commenti di mercato rivestono un esclusivo scopo informativo e non intendono costituire una raccomandazione per alcun investimento o strategia d’investimento specifica. Le opinioni espresse non sono da considerare come consiglio d’acquisto, vendita o detenzione di alcun titolo. Le informazioni sono impersonali e non personalizzate.

 

 


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