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L'ira dell'Iran su Israele: lanciati missili e droni

Tel Aviv annuncia una reazione "molto significativa"


di Maurizio Jacopo Lami


"Un attacco iraniano avrà risposta adeguata"

Gant ministro della Difesa Israeliano


"Allah ha posto un sigillo sui loro cuori e sulle loro orecchie e sui loro occhi c'è un velo. Ma il castigo sarà immenso "

Dal Corano


"Apparve un cavallo rosso. E al suo cavaliere fu data una lunga spada e il potere di togliere la pace agli uomini così che gli uomini si uccidessero fra loro e scoppiassero guerre ovunque "

Apocalisse di Giovanni 


Era nell'aria da giorni. Preannunciato dai servizi segreti americani. Come un castigo biblico per i peccati degli uomini che aspetta solo di scatenarsi. Il regime di Teheran ha lanciato decine e decine di missili contro i figli di David. E i primi, attorno alle 0:40 ora italiana, sono stati abbattuti nel cielo di Gerusalemme (nel video in basso, la Moschea di al-Aqsa) e di Modiin, una città di oltre 90 mila abitanti, situata nell'area centrale del Paese. Finora, mentre aggiorniamo gli eventi all'una, ora italiana, nessun missile ha raggiunto il bersaglio: tutti preda dello "scudo di ferro", il sistema di difesa organizzato da Israele per difendersi da attacchi missilistici. Anche uno sciame di droni, che ha attraversato il territorio del Regno di Giordania da est, pare la prima ondata arrivata dall'Iran, è stato abbattuto. E, mentre le sirene cominciano a suonare nelle principali città israeliane, ai residenti delle alture settentrionali del Golan nel nord d'Israele e di Eilat nel sud d'Israele viene chiesto di entrare nelle aree protette. Si tratta di un atto precauzionale, sebbene non si ha ancora notizia dell'arrivo di missili sul territorio. Ma una precauzione dettata anche dalla discesa in campo, come riporta il quotidiano israeliano Haaretz dal lancio di missili dalle postazioni Hezbollah in Libano e dagli Houthi. Sempre secondo Haaretz, un drone iraniano è stato abbattuto dalle forze armate statunitensi. Da fonti dell'intelligence israeliana, sarebbero oltre 100 i droni abbattuti fuori dalla terra d'Israele. Un massiccio attacco che ha fatto dire ad un alto funzionario dello Stato di Israele che "la reazione delle forze armate sarà molto significativa".

In una dichiarazione ufficiale all'ONU, il governo iraniano ha annunciato di aver colpito "il regime sionista in conformità con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite (attacco per legittima difesa) dopo l’attacco a Damasco". Ha poi aggiunto: "La questione è risolta, ma il regime israeliano potrebbe commettere un altro errore, e allora la reazione dell'Iran sarà molto più dura. Questo è un conflitto tra l’Iran e il regime israeliano, gli Stati Uniti devono mantenere le distanze”.

Intanto Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, contestato come ogni sabato da migliaia di persone in piazza, fieri oppositori della sua politica revanscista che sta privando lo Stato d'Israele di una soluzione diplomatica, è salito sull'aereo speciale pronto per queste emergenze. Simile a quello in dotazione alla Casa Bianca, è attrezzato per mandare ordini ai vari settori delle forze armate israeliane, senza che il leader israeliano diventi un bersaglio fisso. In questo momento lo scopo principale dell'IDF, le forze armate di Tel Aviv, è bloccare sul nascere l'attacco nemico.

Parliamo della prevista, ma spaventosa, nelle sue possibili conseguenze, rappresaglia degli ayatollah per il raid di Israele a Damasco in Siria che ha provocato la morte di ben sette ufficiali iraniani che si erano riuniti nel consolato iraniano. Un attacco clamoroso che ha provocato la morte, fra l'altro del più importante generale addetto alla sezione del Medio Oriente: Mohamed Reza Zahedi, comandante delle forze iraniane nell' intero settore del Medio Oriente.

Reza Zahedi era l'uomo che riforniva di armi e denaro le fazioni filo iraniane in Siria, gli Hezbollah sciiti libanesi, e la Jihad islamica nella Striscia di Gaza (ben più aggressiva e filoiraniana di Hamas, anche se molto inferiore in influenza e numero di seguaci) .

Con lui sono almeno diciotto gli ufficiali "Guardiani della rivoluzione" iraniani uccisi in Siria dal 7 ottobre, il giorno dell'attacco terroristico di Hamas in Israele. A rendere ancora più duro il colpo, sono stati uccisi i due più stretti collaboratori di Reza: l'ufficiale che seguiva i contatti con Hezbollah e quello che aveva lo stesso incarico con i palestinesi.



Erano giorni e giorni che i servizi segreti occidentali dicevano con assoluta esattezza (ma i ridicoli critici anti occidentali se lo dimenticheranno in un attimo per lodare i feroci e incapaci nemici dell' Occidente) che l'Iran avrebbe scatenato un attacco con numerosi droni per non "perdere la faccia" e mostrare di non aver paura di Israele. In teoria, come hanno fatto sapere in privato gli ayatollah, soltanto un attacco pro forma e limitato che non dovrebbe avere conseguenze. 

Un specie di atto simbolico, giusto per chiudere la questione. Ma ovviamente nessuno può escludere che un drone, passato il triplice cerchio protettivo israeliano, colpisca un qualche rifugio, faccia vittime innocenti e a (ri) scateni la rappresaglia israeliana. E a quel punto chi o che cosa potrebbe evitare che a furia di passaggi apparentemente "logici e razionali" si arrivi a una guerra aperta fra Occidente e Iran? Perché tutti lo sappiamo che in un conflitto fra la dittatura clericale e lo stato democratico di Israele, l'Occidente non resterà né neutrale, né indifferenti. Del resto, non appena sono stati segnalati i primi lanci dall'Iran, sono decollati caccia statunitensi e francesi verso le basi in Iraq.

Ha scritto Ken Follet, immaginando nel 2021 (quindi prima dell'attacco di Putin all'Ucraina e naturalmente prima del 7 ottobre in Israele), nella prefazione a "Per niente al mondo", un evento del tutto immaginario e improbabile, lo scoppio di una Terza guerra mondiale: "Sono rimasto scioccato nel rendermi conto che la Prima guerra mondiale è stata una guerra che /nessuno voleva/. Nessun leader europeo, dell'uno o dell'altro schieramento, aveva intenzione di arrivare a tanto. Eppure, a uno a uno, imperatori e primi ministri presero decisioni logiche e ponderate, ognuna delle quali condusse, a piccoli passi, al peggior conflitto che il mondo avesse mai conosciuto. Mi sono convinto che si era trattato di un tragico incidente. E mi sono chiesto se sarebbe potuto accadere di nuovo ".

Forse ci siamo. Forse la grande tragedia che incombe ormai da molti mesi è sul punto di scatenarsi. Riusciremo a fermare questa follia?



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