Una storia tutta torinese: il monumento ai caduti dell’Artiglieria da montagna
di Leonardo Mastrippolito

Memoria ed arte faranno da reciproco specchio martedì prossimo alle 18 al Mastio della Cittadella di Torino. Al centro dell'ennesima iniziativa culturale promossa nell'ambito del Centenario della sua costituzione dall'Associazione nazionale artiglieri d'Italia (A.N.Art.I), in collaborazione con la Direzione del Museo Nazionale di Artiglieria, c'è un pezzo di storia della Torino militare, post unitaria: la realizzazione del Monumento ai Caduti dell'Artiglieria Alpina, una specialità d'arme, nata nella ex capitale nel 1877, cinque anni dopo la nascita del Corpo degli Alpini, il più antico corpo di fanteria da montagna attivo nel mondo. Seguiamo la genesi e l'evoluzione particolare e per alcuni versi contrastata del monumento, nel racconto dell'architetto Leonardo Matrippolito, uno dei relatori dell'incontro, insieme con il generale Epifanio Pastorello.
Il monumento ai caduti dell’Artiglieria alpina da montagna sorge presso i giardini omonimi, nell’area dove sorgeva un tempo la caserma Alfonso Lamarmora. Costruita nel 1871 all’estremità nord di corso Vittorio Emanuele II, a fianco delle Carceri Nuove, la caserma, demolita negli anni ’70 del Novecento, sorse a seguito di un progetto della Municipalità che in realtà prevedeva in quest’area il nuovo Foro boario e Mercato del bestiame.
Quest’ultima opera fu realizzata, ma lo spazio necessario fu sovrastimato e, pertanto, il Comune decise di cedere la parte in eccesso al Ministero della Guerra e Marina. Il Ministero completerà l’area disponibile completando non solo la caserma Lamarmora, ma realizzando anche la caserma di Cavalleria gen. Giovanni Cavalli, poi diventata gen. Mario Pugnani e il panificio militare denominato caserma gen. Sani.
Esemplare la storia della specialità creata nella caserma Lamarmora, qui infatti il 1° novembre 1877, fu costituita la nuova specialità d’Artiglieria da Montagna e formate le prime batterie trasferite da reggimenti d’Artiglieria da fortezza. Si trattava di unità equipaggiate con bocche da fuoco, rese someggiabili per il trasporto in quota delle armi pesanti.

Gli Artiglieri alpini da montagna eressero nella caserma dopo la Prima guerra mondiale, il loro monumento ai caduti, tuttavia le incursioni aeree della seconda guerra mondiale distrussero il manufatto. A seguito di questo fatto negli Anni ’50, gli Artiglieri alpini da montagna decisero di realizzarne uno nuovo, presso il Mastio della Cittadella. L’opera, inaugurata nel settembre 1951, fu progettata dall’ingegner Giorgio Rigotti - artigliere lui stesso- noto per essere il progettista del Palazzo Vela, e dallo scultore Alfredo Bai, artista e partigiano, famoso per aver realizzato la scultura il “Cristo delle vette” sulla cima del Balmenhorn a quota 4167, risultando così il monumento più alto del mondo.
Il monumento agli Artiglieri è composto da ventinove lastre lapidee inclinate e sovrapposte strapiombanti, addossate al muro della Cittadella; nella parte sommitale è prevista una mensola lapidea a sbalzo che sostiene un’aquila in bronzo ad ali spiegate che tra gli artigli stringe una bocca da fuoco, icona dell’Artiglieria da montagna.
Trascorre solo un decennio ma già nel 1961 il tratto di muro sul quale insiste il monumento, è oggetto di lavori, inoltre negli Anni ’70, come detto, viene demolita la caserma Lamarmora; è l’occasione attesa dagli Artiglieri per ricostruire il loro monumento in prossimità dello storico sito che li aveva visti nascere.
Gli elementi che costituiscono l’opera vengono quindi rimossi e trasferiti; Il monumento alto m. 5,42 viene inaugurato il 15 maggio 1977 ma, nell’ottobre 1989, la realizzazione di alcuni lavori di sistemazione dell’area implicano un nuovo trasferimento dell’opera di un centinaio di metri. Il monumento è quindi nuovamente re-inaugurato il 15 giugno 1991.

Ma la sfortuna si accanisce ancora una volta sul monumento in quanto, a causa dei lavori per la realizzazione della rete del teleriscaldamento il monumento subisce un vistoso cedimento. Così nel 2008, il manufatto è per l’ennesima volta smontato e spostato in un’area stabile e sicura, a una decina di metri dalla precedente posizione e reinaugurato per la quarta volta il 4 dicembre 2010, a testimonianza della flessibilità e rapidità che anche gli alpini artiglieri hanno nel spostare i loro cannoni...
Si concludono così le vicende della realizzazione del monumento ai caduti d’Artiglieria da montagna presso il quale ogni anno, il 4 dicembre gli Artiglieri torinesi ricordano i loro caduti. Negli Anni ‘70 il Comune di Torino ha riqualificato l’area occupata dalle tre caserme: al posto della caserma Lamarmora, nasce il giardino Lamarmora e nella manica del fabbricato storico lato via Nino Bixio, si realizza un Centro Incontro della Circoscrizione 3° e la biblioteca intitolata a Domenico Sereno Regis, mentre la restante porzione di terreno, lato corso Ferrucci, è intitolata agli Artiglieri da Montagna. Dalla parte opposta a corso Vittorio Emanuele II°, in sostituzione delle caserme Pugnani e Sani demolite, viene realizzato il Palazzo di Giustizia inaugurato nel 2001, opera dell’arch. Spadolini.
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