Chi sono gli scienziati iraniani uccisi nell'attacco israeliano
- La Porta di Vetro
- 1 giorno fa
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Fereydoon Abbasi-Davani e Mohammad Tehranchi, i due scienziati nucleari uccisi dai raid aerei israeliani, erano personaggi sconosciuti al grande pubblico, ma di vitale importanza per il programma nucleare di Teheran. Una sottolineatura che evidenzia allo stesso tempo e per l'ennesima volta la capacità, oggi come ieri, dell'intelligence israeliana di individuare e far eliminare i "propri nemici", e per contro, l'incapacità iraniana, oggi come ieri, di tutelare i vertici, a qualunque settore essi appartengano. Il che ci porta alla considerazione finale che Israele possiede fonti interne collocate nei gangli vitali dell'amministrazione degli ayatollah, alla stessa stregua di quanto accadeva in passato con l'Irak di Saddam Hussein.
Fereydoon Abbasi-Davani e Mohammad Tehranchi sono stati entrambi "neutralizzati", per usare una terminologia cara a Tel Aviv, nel bombardamento di stanotte su Teheran. Abbasi, fisico nucleare, già numero dell'Agenzia per l'energia atomica dal 2011 al 2013. Dalle note riprese da Wikipedia, Abbasi era un professore di fisica nucleare all'Università Shahid Beheshti e, secondo quanto riferito, era anche un membro del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell'Iran (IRGC) dalla rivoluzione islamica del 1979, e aveva svolto ricerche nucleari presso l'Organizzazione per l'energia atomica dell'Iran (AEOI).

Prima della sua nomina a capo dell'AEOI, aveva presieduto il dipartimento di fisica dell'Università Imam Hossein di Teheran. Ma, ciò che contava a livello internazionale, era la posizione di Abbasi, "elencato in un allegato alla risoluzione 1747 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 24 marzo 2007, come persona coinvolta nelle attività nucleari o missilistiche dell'Iran".
Ma Abbasi era soprattutto un "sopravvissuto". Il 29 novembre 2010, era stato ferito a un tentativo di omicidio in una strada di Teheran: una bomba magnetica piazzata sul parabrezza della sua auto l'aveva ferito. In quella stessa giornata un altro attacco dinamitardo uccideva un altro scienziato, Majid Shahriari, docente all'Università Shahid Beheshti. Due anni dopo, ammise in un'intervista al quotidiano al-Ayat di aver mentito sul programma nucleare iraniano: "A volte abbiamo finto di essere più deboli di quanto non fossimo in realtà, e a volte abbiamo mostrato una forza che non era davvero nelle nostre mani".

Mohammad Tehranchi, conseguito un dottorato in fisica teorica presso l'Istituto di Fisica e Tecnologia di Mosca (MIPT), si era specializzato in laser, plasma, ottica avanzata, 60 anni. Su www.iranwatch.org è presente una dettagliata biografia che lo descrive come "supervisore del progetto sui test di esplosivi nucleari e supervisore di un sottoprogetto incentrato sulla produzione di deuteruro di uranio; inoltre, era affiliato all'Organizzazione per l'innovazione e la ricerca difensiva (SPND), il cui personale ha svolto un "ruolo centrale" negli sforzi passati dell'Iran per sviluppare armi nucleari, secondo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti; continua a lavorare per il governo iraniano. Tehranchi era anche capo del Consiglio supremo iraniano per la scienza, la ricerca e la tecnologia e presidente ad interim dell'Università islamica Azad; ex capo della Shahid Beheshti University (SBU), dove era professore di fisica. Ha pubblicato articoli sulla rotazione di Faraday, l'anisotropia magnetica, i magneti molecolari, la transizione di fase, i cristalli magneto-fotonici e gli atomi di Rydberg. Da sottolineare che nel 2018 aveva tenuto un discorso sulla politica nucleare e scientifica al leader supremo iraniano Ali Khamenei.
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