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Mondo in fiamme. Israele e Iran, volontà di distruggersi

Aggiornamento: 15 giu


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Un'altra notte di terrore per i civili in Israele e in Iran, sotto l'incubo di raid aerei, missili e droni incrociati. Tel Aviv dichiara un centinaio di feriti, alcuni gravi, e decine di morti e dispersi. In un video su X, l'esercito israeliano mostra di aver intercettato "molti" droni iraniani su X

E dinanzi alla massiccia reazione (annunciata) del regime iraniano, il governo di Netanyahu avrebbe deciso - rivela Wall Street Journal, secondo quanto pubblicato dal quotidiano israeliano Haaretz - di puntare direttamente alla vita della guida suprema iraniana Ali Khamenei, aggiungendo "che non si esclude alcun potenziale obiettivo nel tentativo di distruggere il programma nucleare iraniano".

La guerra tra Israele e Iran tende a dilatarsi nei numeri e inevitabilmente nella dimensione propagandistica. Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) ha affermato sugli organi ufficiali del regime che almeno 150 siti militari e di spionaggio israeliani sono stati colpiti con successo da missili balistici. Inoltre, Teheran ha dichiarato che utilizzerà almeno 2mila missili, "un numero 20 volte superiore a quelli lanciati finora" e su molteplici obiettivi.

Stanotte, missili sono caduti sul porto di Haifa, in risposta al pesante bombardamento subito dall'Iran su infrastrutture civili ed energetiche. In proposito, Al Jazeera cita l'enorme incendio che si è sviluppato nell'impianto petrolifero di Shahran a Teheran, mentre il ministero del Petrolio ha diffuso la notizia che un serbatoio di carburante è stato preso di mira anche nel sud dell'Iran, ma non sono state fornite ulteriori informazioni. Per contro, l'agenzia di stampa iraniana Irna ha ribadito che la raffineria di petrolio di Haifa è stata presa di mira con successo ed ha citato una nota dell'IRGC, secondo cui sono stati distrutti i siti che raffinano carburante per i cacciabombardieri israeliani. Per contrasto, l'esercito israeliano ha diffuso su X un video sull'abbattimento di "molti" droni iraniani. [1]

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Ieri, 14 giugno, nella capitale iraniana si è registrata nel tardo pomeriggio, sulla scia di un solenne raduno religioso, una grande manifestazione pro-regime, con centinaia di migliaia di iraniani - hanno riferito i media del Paese - "che hanno occupato il tratto di 10 chilometri tra le piazze Imam Hossein e Azadi". La folla ha scandito slogan contro lo Stato di Israele e Netanyahu, innalzando cartelli con il volto di Ali Khamenei.

Nella sua cronaca Teheran Times riporta frasi di aperto sostegno al governo degli ayatollah, in quella che appare una guerra di propaganda e mobilitazione popolare, estremamente indicativa dopo la morte di alcuni vertici del regime. Sintomatica una dichiarazioni di fedeltà di uno dei partecipanti al raduno che afferma: "Siamo seguaci del Comandante dei Fedeli (Imam Ali). Non siamo amici dell'Iran con il bel tempo. Saremo al fianco del nostro Paese anche nei momenti difficili".

Al crescendo della guerra corrisponde il raffreddamento delle relazioni diplomatiche. L'Iran ha annunciato la sospensione dei colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti. Per il ministero degli Esteri, infatti, "non vi è alcuna giustificazione per continuare i negoziati alla luce dei continui attacchi di Israele". Una decisione che limiterà la cooperazione sui suoi siti nucleari con l'AIEA, l'organo di controllo nucleare delle Nazioni Unite, criticato "per il suo silenzio sugli attacchi israeliani".

Intanto, Israele prosegue la sua attività militare su più fronti. Nel mirino l'aeroporto di Sana'a nello Yemen, completamente distrutto. Lo scalo aereo è stato utilizzato, ha spiegato Tel Aviv, per il trasporto di armi ed elementi operativi degli Houthi, e i media affiliati agli Houthi hanno confermato attacchi congiunti USA-Israele. Gli attacchi hanno fatto seguito a un attacco missilistico Houthi vicino all'aeroporto Ben Gurion.


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