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Una sala di Palazzo Lascaris dedicata a Dino Sanlorenzo

Aggiornamento: 1 gen


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E' stato uno dei fondatori della Regione Piemonte, che ha concorso dalla nascita dell'Assemblea regionale nel 1970 a delineare l'istituzione nelle sue molteplici funzioni di programmazione politica ed economica. Dino Sanlorenzo,[1] vicepresidente dell'assemblea nel 1970, presidente nel 1975, vicepresidente della Giunta regionale nel 1980, morto a Torino all'età di 90 anni il 5 dicembre 2020, è stato ricordato così stamane in Consiglio regionale dal presidente Stefano Allasia e dal vice presidente Daniele Valle, in una cerimonia che ha avuto il suo epilogo nell'intitolazione di una sala al secondo piano di Palazzo Lascaris, la cui targa è stata scoperta dal pronipote Emiliano De Luca, nove anni. Al ricordo, insieme con i vertici dell'assemblea regionale e i famigliari, hanno partecipato numerosi consiglieri regionale e il presidente della Giunta, Alberto Cirio.

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In precedenza, nella sala Aldo Viglione che ospita i lavori consiliari in previsione del completamento della ristrutturazione dell'emiciclo assembleare, la figura di Dino Sanlorenzo, nato a Torino il 22 maggio del 1930 nel quartiere operaio di Borgo San Paolo, era stata tracciata negli interventi di Stefano Allasia e di Daniele Valle.

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A seguire un ritratto politico disegnato da Luciano Marengo, presidente dell'associazione ex consiglieri regionali, che ha incrociato ricordi personali alle iniziative di Sanlorenzo, in particolare a quella che a tutti gli effetti si può considerare una sua "creatura": il Comitato Resistenza e Costituzione, voluto nel 1976, in una fase di arrembante violenza stragista neofascista e di proseguimento della Strategia della Tensione alimentata da corpi separati dello Stato e forze esterne, contro cui i partiti si erano posti a baluardo della democrazia e dei principi costituzionali. [2]

Nel 1979, come ha ricordato Michele Ruggiero (nel novembre del 2021, a un anno dalla sua scomparsa, la Porta di Vetro ha dedicato a Dino Sanlorenzo, due convegni a Torino e a Novara)[3] tracciandone il profilo biografico che ha coniugato l'esperienza politica nel Pci al ruolo nelle istituzioni, Dino Sanlorenzo avrebbe poi riproposto con eguale energia una mobilitazione di massa contro il terrorismo di sinistra che insanguinava le strade di Torino e del nostro Paese.

Di lì nacque l'idea del questionario, un'inchiesta di massa per individuare legami, collusioni e terroristi, da distribuire ai torinesi.

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Fu un'iniziativa che tra contrasti e "malpancismi" fu sostenuta da Dino Sanlorenzo per ridare piena consapevolezza all'opinione pubblica sui rischi per la democrazia e le istituzioni di un cedimento all'eversione, di qualunque colore.


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A conclusione, la ex consigliera Anna Graglia, leggendo alcuni passaggi di scritti e interventi pubblici di Dino Sanlorenzo ne ha sottolineato la continuità avuta nel condurre per l'intera sua esistenza una battaglia per l'affermazione dei valori e dei principi democratici. Un modello virtuoso da trasmettere di generazione in generazione.

Si ringrazia per le foto il Consiglio regionale del Piemonte e il fotografo Max Ferrero


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