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Un libro per voi: Giuliano Besson, il racconto della "Valanga azzurra"

di Mara Martellotta

 

Per i tipi di Cicles Edizioni, è uscito il libro del giornalista Augusto Grandi, firma per trent’anni del Sole 24 Ore dal titolo “Giuliano Besson: il ragazzo terribile della Valanga Azzurra”. Ovvero come nasce, riprendendo la sinossi, come si sviluppa e come termina la storia irripetibile di un gruppo di ragazzi che hanno vinto tutto nello sci agonistico. Ma che, al tempo stesso, hanno saputo anche divertirsi (non tutti) da protagonisti di una stagione di profondi cambiamenti sociali. Una Valanga che si è sciolta tra scontri e polemiche tipiche di quel periodo di grandi e piccole contestazioni, gli anni Settanta, su cui però si è preferito far cadere un velo.

Il libro che mette al centro della sua narrativa i ricordi e gli aneddoti di Giuliano Besson, classe 1950, campione italiano in discesa libera nel 1972, entra come in dérapage proprio in quell’epoca mitica che ha entusiasmato gli sportivi e reso orgoglioso un popolo intero. Un periodo probabilmente irripetibile, anche se successivamente molti di noi hanno imparato ad amare la generazione di Alberto Tomba, fatto di grandi luci ed emozioni, ma anche di contenziosi, liti, squalifiche, ombre e poca chiarezza. Parte di questa risvolto oscuro della medaglia riguarda proprio la radiazione, da parte della Federazione Sport Invernali, di Giuliano Besson e Stefano Anzi, che ne stronca di fatto la carriera agonistica nel 1975, con motivazioni che oggi potrebbero essere definite risibili (chiesero, a nome di tutti, maggior trasparenza sulle destinazioni degli introiti pubblicitari).

Il libro di Augusto Grandi riabilita e nobilita la figura di entrambi i grandi sciatori, restituendo quella dignità che si deve a chi ha fatto parte di quel gruppo di campioni che contava tra le sue file sportivi come Gustav Thoeni, il cugino Rolando Thoeni, Piero Gros, Erwin Stricker, Helmuth Schmalzl, Paolo De Chiesa, Fausto Radici, Marcello Varalli, Franco Bieler e Tino Pietrogiovanna.

Non si tratta del racconto delle gesta sportive di quel periodo d’oro, ma un “dietro le quinte”, un’opera che attraverso la testimonianza di Besson e lo stile utilizzato da Grandi diventa un affresco della società degli anni Settanta, e che minuziosamente riporta ciò che avvenne successivamente, al momento in cui Besson e Anzi si prendono una “rivincita” diventando proprietari di un’azienda che produce tute, accessori e materiale tecnico, ora sponsor di diverse nazionali di sci ai Campionati del Mondo e alle Olimpiadi invernali.

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