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"Alleanza per il Piemonte vuole dare valore alla partecipazione"

di Elena Apollonio*


Al netto dei commenti vezzosi suscitati attorno all'iniziativa di Alleanza per il Piemonte, che non è nata in competizione o concorrenza alla nuova Alleanza per Torino del docente universitario Pietro Garibaldi, rimane il dato di realtà per la politica nel suo insieme e per lo sviluppo del capoluogo piemontese: la disaffezione alla partecipazione democratica e la crescita delle diseguaglianze. Il primo elemento è stato confermato dalle recenti elezioni amministrative; a puro titolo esemplificativo, cito due estremi: a Genova ha votato poco della metà degli aventi diritto, mentre a Giugliano in Campania, comune di 124 mila abitanti della città metropolitana di Napoli, soltanto il 35 per cento degli elettori si è recato ai seggi. L'altro elemento riconoscibilissimo nelle nostre città, come detto sopra, è la crescita delle diseguaglianze correlata all'aumento dei nuovi poveri che a Torino, in particolare, secondo i dati forniti della Caritas, investe soprattutto le giovani generazioni. Il che non è proprio un bel segnale d'incoraggiamento per il futuro. Se ne deduce che disaffezione al voto e incremento della povertà che avanza diventano una sorta di ariete per attentare concretamente alla tenuta della democrazia e a quei livelli di welfare indispensabili per non trasformare in vuote parole la coesione sociale. Parliamo di valori non negoziabili: anziani e giovani poveri e soli, migranti, pace, lavoro povero.

Ora, su questo fondale, il civismo, inteso come partecipazione diretta dei cittadini alla politica, ha un valore importante solo se vivificato quotidianamente, proprio nell'interesse della democrazia, altrimenti è altro, è qualcosa di indistinto alle masse e incomprensibile per le masse. Sarà retorica, ma partecipare non per prendere parte, ma per dare un contributo, garantire la presenza di giovani e donne, uscire dal prepolitico è essenziale perché la politica riguarda tutti e non è una cosa di cui vergognarsi.

In un tempo di "io" gridati e stanchi, il civismo può fare ripartire un "noi" dai luoghi e dalle comunità, perché tutte le sfide del nostro tempo sono collettive. E di qui si deve (ri)partire per qualunque tipo di ragionamento, riprendendo e includendo quelli meritori di Beppe Borgogno e di Mauro Nebiolo Vietti avviati sulla Porta di Vetro.[1] Che lo si voglia o no, è vitale per la politica superare la distinzione tra politica alta e politica domestica, come se fossero categorie divise, destinate alla incomunicabilità, e dunque a una forma di solitudine e crisi esistenziale mutuata dalla poetica di Michelangelo Antonioni e declinata sulla politica. Altrettanto vitale è per Alleanza per il Piemonte rifondare non l'agglomerato generico ed elettorale di un centro, piuttosto ricercare l'elaborazione anche teorica di una politica che sappia stare nel mezzo e realizzare i propositi delle proprie agende politiche.

Ogni spazio che si apre per realizzare una comunità politica più ampia e che sappia generare un "noi" deve tradursi per tutti noi in qualcosa di importante. Dunque, l’iniziativa di Pino De Michele affonda certo le sue radici nel passato, senza per questo lasciarsi sedurre dal fascino di antichi marchi (il riferimento ovviamente va a quello del lontano 1993, che spinse Valentino Castellani sulla poltrona di sindaco di Torino), e ne trae credibilità pubblica e privata, ma nella sostanza guarda al presente e al futuro. Alleanza per il Piemonte è un luogo in cui persone con provenienze e storie diverse si ascoltano, provano a stare insieme, a fare comunità, a interpretare i bisogni e a dare risposte concrete.

Sul come, il campo diventa davvero largo, senza pregiudizi ed evitando di scadere nel mero tatticismo, premessa necessaria per evolvere in un cenacolo anche intellettuale, aperto alle risorse democratiche, in cui "lo stare nel mezzo" non riprende il consolatorio motto latino, ma i propositi di stare nel mezzo con la gente per risolverne i problemi e offrire soluzioni praticabili in primo luogo a Torino.


*Consigliera Demos della Città di Torino


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