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Torino, corsi artistici a rischio nel carcere Lorusso e Cutugno

Riceviamo e pubblichiamo dalle consigliere regionali del Pd


Nella mattinata di oggi la presidente del gruppo regionale PD Gianna Pentenero insieme alle consigliere dem Nadia Conticelli e Laura Pompeo hanno incontrato gli allievi e i docenti del corso di Liceo Artistico nel carcere torinese Lorusso e Cutugno. In un quadro di generale ridimensionamento dell’istruzione per adulti che coinvolge tutte le realtà scolastiche in carcere, quello dello "stop" a due classi del liceo artistico, così come le riduzioni al Giulio e al Plana appaiono come tagli particolarmente gravi e significativi. In particolare la situazione dell'artistico interrompe un ciclo di studi completo, passando da cinque a tre classi, dove la continuità didattica ricade pesantemente sul futuro dei docenti.


Trasmissione del sapere grande opportunità di riscatto

“La scuola per adulti e in particolare la scuola in carcere è un bene prezioso che non solo va preservato e difeso, ma anzi va potenziato. Non ha alcuna logica promuovere dei tagli laddove la formazione non rappresenta solo un passaggio di saperi, ma un elemento fondamentale di rieducazione per i detenuti. Abbiamo sentito dalle loro voci come la scuola rappresenti una forma importante di integrazione e di apprendimento anche della nostra lingua. Si è sentito direttamente dalle loro parole quanto il tempo sui banchi rappresenti un’esperienza importante di riflessione e di crescita. Questi tagli possono incidere anche sulla percentuale di recidiva che devono essere scongiurati. Sarà importante il prossimo Consiglio regionale dove si discuterà il piano di dimensionamento scolastico perché potremmo affrontare anche questo nodo fondamentale”, ha affermato all'uscita della Casa Circondariale Gianna Pentenero.

"Nell’incontro di oggi ci è stato rappresentato dagli stessi detenuti come il biennio all’interno del carcere sia un’opportunità importante anche per i nuovi arrivati, proprio per avviare il percorso di rieducazione - ha proseguito Nadia Conticelli -. Il taglio della prima e della seconda è grave proprio perché le prime classi rappresentano un’opportunità importante di socialità e di dignità oltre che di formazione. Pensare che queste classi confluiranno in una unica terza classe da cinquanta persone significa non avere proprio idea di che cosa significhi la funzione della scuola all’interno del carcere".


Rieducazione, strumento di giustizia sociale

“Il Diritto all’istruzione è universale, sancito dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani - ha concluso Laura Pompeo -. I tagli prospettati cancellano progetti formativi e privano di opportunità di riscatto, oltre a colpire il lavoro degli insegnanti. È evidente a tutti che quando il tasso d’istruzione è più alto, si abbassa il tasso di criminalità. Garantire la possibilità di rieducazione è un diritto e strumento di giustizia sociale per costruire sicurezza vera e duratura, è presidio di legalità e seme di cambiamento, che contrasta anche il grave tasso di recidiva dei detenuti. La Regione non sia miope, ma crei le giuste condizioni per rendere migliore la nostra società. L’istruzione, anche e soprattutto in carcere, è un ponte. Un ponte tra il dentro e il fuori, tra la pena e il futuro, tra l’errore e la possibilità di ricominciare. Ce lo hanno detto chiaramente le

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