Alberto Trentini: 194 giorni nelle carceri venezuelane
- La Porta di Vetro
- 2 giorni fa
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In assenza di informazioni e segnali incoraggianti su Alberto Trentini, uno dei 922 detenuti in Venezuela, secondo l'Ong Foro Penal. Di certo, vi è che l'operatore umanitario veneziano, in regime di reclusione dal 15 novembre con l'accusa (pare) di cospirazione contro lo Stato si sta avviando al giro di boa verso il settimo mese di reclusione, mentre il Paese che lo trattiene sta rapidamente voltando pagina, dopo le elezioni di domenica scorsa. Voto che ha fatto registrare la vittoria annunciata, prevedibile, scontata dell'alleanza socialista che si ispira al presidente Maduro e che si coagula attorno al Grande Polo Patriottico (GPP). E oggi, 27 maggio, il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) ha proclamato ufficialmente gli eletti. La percentuale raccolta dal GPP non è stata del tutto... plebiscitaria - sempre che il dato dell'83 per cento sia reale, come lo sia la partecipazione al voto superiore al 50 per cento - tuttavia ha reso totale o quasi la conquista di 23 delle 24 regioni del Venezuela.
Il governo era soprattutto interessato a cancellare in maniera definitiva l'imbarazzante epilogo del 28 luglio scorso, quando il risultato elettorale delle presidenziali, contestato dalle opposizioni di destra e dagli osservatori internazionali, è stato "archiviato" e gli oppositori perseguiti da mandati di cattura. Si può dire che l'operazione sia riuscita a metà, secondo copione. Da una parte, la macchina della propaganda governativa ha funzionato egregiamente, silenziando le voci delle opposizioni, cui non è rimasto che agitare la bandiera del dubbio, oggi come ieri, sulla reale partecipazione al voto; dall'altra parte, a livello internazionale la credibilità di chi rappresenta il Venezuela sul piano internazionale rimane modesta, priva di autentica consistenza.
A ciò si deve aggiungere un'altra tegola caduta sull'economia venezuelana che deve fare i conti con una inflazione del 136 per cento e a una regressione stimata attorno al 3,5 per cento: scaduta la licenza, che era stata rinnovata nel 2022 da Joe Biden, la multinazionale del petrolio Chevron abbandonerà il Paese. Il che equivale alla fine della joint venture con l'azienda di Stato PDVSA, che offriva sul mercato del greggio circa il 20% dell'intera produzione petrolifera venezuelana assorbita dagli Stati Uniti, e a una notevole riduzione delle entrate. Che destinazione prenderà ora almeno una parte di quella produzione?
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