Resistenza e Libertà: valori che l'Europa non può dimenticare
- Stefano Rossi
- 24 apr
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Aggiornamento: 24 apr
di Stefano Rossi

Domani festeggeremo l’Ottantesimo anniversario della liberazione d’Italia dal regime fascista e dall'occupazione nazista. Dalla liberazione dei popoli oppressi d’Europa e dai movimenti di Resistenza - che hanno unito gli europei nella lotta contro i totalitarismi - è nato il progetto di una Europa libera unita, concepito dal pensiero di tre antifascisti confinati a Ventotene.
Oggi l’Unione Europea ha in parte realizzato quel progetto, promuovendo la democrazia e garantendo la pace tra i suoi Stati membri per 80 anni. Ma in parte l’ha tradito, fallendo nel creare un ordine internazionale basato sul diritto e non sulla legge del più forte. Nuovi imperialismi e nuovi nazionalismi minacciano la pace mondiale, anche perché gli europei non hanno saputo parlare con una voce sola, dotarsi di autonomia strategica e promuovere a livello globale il federalismo, unica soluzione per bandire la guerra come strumento di risoluzione delle controversie tra Stati.
Il veleno dei nazionalismi
L’Unione Europea, pensata, progettata e costruita da popoli oppressi che si sono liberati da regimi totalitari, non può che essere a fianco dei popoli che oggi sono oppressi da politiche imperialiste e colonialiste.
Il nazionalismo si aggiorna e rialza la testa: i fatti di ottant’anni fa e quelli di oggi sono infatti accomunati dagli stessi atti di sopraffazione, dalla mitizzazione dell’interesse nazionale al di sopra di qualsiasi valore, dalla ricerca di uno “spazio vitale” attraverso annessioni e occupazioni che negano la libertà e la dignità dei popoli e delle persone.
Per questo la resistenza di ieri è la resistenza ucraina di oggi contro l’occupazione russa, fatta da chi combatte al fronte ma anche dai civili che continuano la loro vita sotto le bombe. È la resistenza del popolo palestinese che cerca di sopravvivere a una terribile tragedia umanitaria scatenata dall’aggressione militare del governo israeliano. È la resistenza di tutti i popoli i cui diritti sono negati, e dei migranti che rischiano la vita per la speranza di un futuro migliore, provando sulla loro pelle la violenza dei confini nazionali.
Ed è la resistenza dei volontari che provano ad alleviare le sofferenze delle persone, che le accolgono, e di coloro che continuano a documentare i crimini e le ingiustizie del nazionalismo.
Non si diventi vassalli delle grandi potenze
Credere nel valore della pace non può significare restare indifferenti davanti alla sua negazione. Gli europei che vogliono la pace oggi sono chiamati a lottare con tutti gli strumenti necessari per affermare un mondo basato sul diritto e sul multilateralismo, contro il modello nazionalista imperialista fondato sulla sopraffazione del più debole. Ma per fare ciò, l’Europa deve unirsi e “farsi Stato”. Lo sapevano i primi militanti del Movimento Federalista Europeo che il 30 luglio 1943 lanciarono l’appello all’insurrezione contro il nazifascismo. E lo sanno oggi più che mai i popoli europei, che hanno compreso che solo unendosi potranno emanciparsi e non diventare vassalli delle grandi potenze.
Il progetto politico dell’unità europea è nato durante la resistenza al nazifascismo, per assicurare la pace, la democrazia e la libertà ai popoli europei, attraverso la condivisione della sovranità e la creazione di istituzioni comuni. Il modo migliore per portarlo avanti, oggi, è ricordare le sue origini nella Resistenza, essere a fianco dei popoli oppressi dalla guerra e chiedere gli Stati Uniti d’Europa contro ogni imperialismo e contro i nuovi nazionalismi che negano la pace.
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