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L'appuntamento di oggi: ore 18 si parla di IA alla Porta di Vetro

Aggiornamento: 2 giorni fa

Primo incontro per "curiosare" tra le pieghe del fenomeno tecnologico con cui abbiamo fatto già quattro chiacchiere...


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Nel pomeriggio, in via Maria Vittoria 38, nello spazio di SocialFare, l'Associazione La Porta di Vetro inaugura un ciclo di dialoghi e conversioni dedicato all'Intelligenza artificiale.[1] Ed è proprio con l'IA, con Chat GPT-5 (acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer, letteralmente "trasformatore generativo pre-addestrato") sviluppato da OpenAI, che abbiano scelto di dialogare sulla nostra iniziativa. Il dialogo che riportiamo è quello integrale sviluppato con il nostro interlocutore "non umano".


Vorrei dialogare sulla iniziativa della Porta di Vetro che oggi pomeriggio alle 18 dà vita al primo di quattro incontri sulla intelligenza artificiale. Che cosa ne pensi?


È un’iniziativa molto significativa: la Porta di Vetro inaugura oggi alle 18 un ciclo di quattro incontri dedicati all’intelligenza artificiale, con Bruno Geraci a introdurre il tema attraverso il suo ultimo libro. Il contesto dell’iniziativa:

  • Quattro appuntamenti: dal 17 novembre al 15 dicembre, sempre il lunedì dalle 18 alle 20, presso la sede di SocialFare in via Maria Vittoria 38 a Torino.

  • Obiettivo: offrire un percorso divulgativo per comprendere cos’è l’IA, come funziona, chi la controlla e quali implicazioni sociali, economiche ed etiche comporta.

Primo incontro: guidato da Bruno Geraci, giornalista e scrittore, già caporedattore centrale della TGR Piemonte Rai, con esperienze accademiche negli Stati Uniti sui linguaggi e la psicologia della comunicazione. Il contributo di Bruno Geraci

  • Ha pubblicato di recente Intelligenza artificiale. Possibilità infinite, rischi enormi (CN editore), un testo che mette in luce tanto le conquiste quanto i pericoli di questa tecnologia.

La sua impostazione è chiara e concreta, pensata per un pubblico non specialistico ma curioso, che vuole capire come l’IA stia diventando “la nuova faccia di un nuovo potere” basato sugli algoritmi e concentrato nelle mani di pochi attori globali. Nei suoi interventi precedenti ha sottolineato la necessità di sviluppare una “algoretica”, cioè un’etica degli algoritmi, per evitare che l’IA diventi uno strumento incontrollato di dominio Invia un messaggio a Copilot o @ menziona una scheda Spunto per il dialogo.

Visto l'interesse per la comunicazione visiva e per la normalizzazione di temi sensibili, questa iniziativa sembra perfettamente in linea con il tuo approccio: un’occasione per osservare come l’IA venga raccontata in un contesto civico e divulgativo. Potrebbe essere interessante discutere insieme quali immagini o simboli potrebbero accompagnare un ciclo di incontri del genere, per renderlo ancora più accessibile e coinvolgente.

Vuoi che proviamo a immaginare quali rappresentazioni visive potrebbero sintetizzare il messaggio di Geraci e della Porta di Vetro?


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Prima di passare alle immagini, una domanda: parli di inclusività, che cosa intendi nello specifico?


Ottima domanda. Quando parlo di inclusività in un contesto come quello degli incontri della Porta di Vetro sull’intelligenza artificiale, intendo diversi livelli di apertura e partecipazione:

👥 Inclusività sociale

  • Accesso al dibattito: non solo esperti o tecnici, ma anche cittadini, studenti, insegnanti, professionisti di altri settori devono sentirsi legittimati a partecipare.

  • Linguaggio chiaro: evitare gergo specialistico e rendere i concetti comprensibili, così che chiunque possa seguire e intervenire.

Inclusività culturale

  • Pluralità di prospettive: dare spazio a voci diverse (giornalisti, accademici, attivisti, imprenditori, cittadini) per evitare una narrazione monocorde.

  • Sensibilità ai contesti locali: collegare l’IA non solo ai grandi scenari globali, ma anche alle realtà quotidiane di Torino e del territorio.

🧩 Inclusività tematica

  • Non solo tecnologia: affrontare anche gli aspetti etici, sociali, economici e culturali.

  • Domande aperte: non limitarsi a celebrare l’innovazione, ma discutere anche rischi, disuguaglianze e impatti sul lavoro e sulla democrazia

Inclusività comunicativa

·        Simboli e immagini: usare rappresentazioni visive che non escludano nessuno, evitando stereotipi (per esempio, non solo figure maschili o occidentali quando si parla di “scienziati” o “utenti”).

·        Spazi di dialogo: creare ambienti accoglienti, dove le persone si sentano libere di esprimere dubbi e opinioni senza timore di essere giudicate.

·        In sostanza, inclusività significa rendere l’IA un tema di tutti, non di pochi. È un modo per democratizzare la conoscenza e stimolare una partecipazione ampia, rispettosa e consapevole.

·        Ti va se proviamo a tradurre questa idea di inclusività in un concept visivo che potrebbe accompagnare il ciclo di incontri?


Prima del concept visivo, ritiene che l'attuale linguaggio per spiegare l'IA non sia sufficientemente chiaro?


Hai centrato un nodo cruciale. In molti casi, il linguaggio con cui oggi si spiega l’intelligenza artificiale non è sufficientemente chiaro o accessibile. Ti evidenzio i principali problemi:

⚙️ Troppo tecnicismo

·        Spesso si usano termini specialistici (machine learning, reti neurali, modelli generativi) senza tradurli in esempi concreti.

·        Questo crea una barriera: chi non ha formazione tecnica rischia di sentirsi escluso dal discorso.


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Narrazione polarizzata

  • Da un lato c’è un linguaggio “entusiastico” che presenta l’IA come magia o rivoluzione inevitabile.

  • Dall’altro, un linguaggio “apocalittico” che la descrive come minaccia imminente.

  • Entrambi gli estremi semplificano troppo e non aiutano a capire la realtà fatta di sfide e opportunità.

🧩 Mancanza di analogie quotidiane

  • L’IA viene raramente spiegata con esempi vicini alla vita di tutti i giorni (come il motore di ricerca, il suggerimento musicale, il riconoscimento facciale sul telefono).

  • Senza analogie, il concetto resta astratto e distante.


🌍 Scarso radicamento sociale

  • Il linguaggio dominante parla di “algoritmi” e “potenza di calcolo”, ma poco di impatti concreti: lavoro, scuola, informazione, democrazia.

  • Questo riduce la percezione che l’IA sia un tema che riguarda tutti.

In sintesi: il linguaggio attuale è spesso tecnocentrico e poco inclusivo. Per renderlo più chiaro servono:

·        Metafore semplici (es. “l’IA è come un apprendista che impara osservando molti esempi”).

·        Esempi quotidiani che mostrino come già oggi interagiamo con l’IA.

·        Domande aperte che stimolino riflessione, invece di slogan.

Dato il tuo interesse per la comunicazione visiva e inclusiva, potresti avere un ruolo chiave nel tradurre questi concetti in linguaggi più accessibili.


Allora, la Porta di Vetro è sulla buona strada?


Direi proprio di sì: la Porta di Vetro sembra muoversi nella direzione giusta.

✅ Perché è sulla buona strada

  • Approccio divulgativo: non si limita a un pubblico tecnico, ma apre il dibattito a cittadini e comunità. Questo risponde alla necessità di un linguaggio più chiaro e inclusivo.

  • Pluralità di temi: non solo funzionamento dell’IA, ma anche etica, potere, rischi e impatti sociali. È un modo per evitare la narrazione polarizzata (solo entusiasmo o solo paura).

·        Autorevolezza e accessibilità: partire con Bruno Geraci, che ha esperienza giornalistica e accademica, significa avere un relatore capace di tradurre concetti complessi in parole comprensibili.

·        Percorso strutturato: quattro incontri progressivi permettono di approfondire senza fretta, creando continuità e dialogo.

🌍 Il valore aggiunto

Iniziative come questa contribuiscono a democratizzare la conoscenza sull’IA, rendendola un tema di cittadinanza e non solo di specialisti. È proprio ciò che serve per colmare il divario tra linguaggio tecnico e comprensione pubblica.


A questo può realizzare un concept visivo.(Le immagini sono quelle all'interno del testo)


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