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Su Ucraina e Gaza, Quirinale sempre più protagonista

Dopo la riunione del Consiglio Supremo di Difesa


di Domenico Moro


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L'altro ieri, 17 novembre, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha presieduto il Consiglio Supremo di Difesa, riunitosi al Palazzo del Quirinale. Nel corso della riunione, il Consiglio ha discusso delle principali aree di crisi che circondano l’Italia e l’Unione europea. In primo luogo, è stato analizzato il conflitto in Ucraina, il quale, nonostante le reiterate dichiarazioni, soprattutto da parte russa, di auspicare la fine delle ostilità, “non mostra segnali di distensione”. Anzi, come si sostiene nel comunicato diffuso dal Quirinale, “il Consiglio osserva con preoccupazione l’accanimento della Russia nel perseguire, ad ogni costo, i propri obiettivi di annessione territoriale”.


Intanto si affaccia un piano di Pace sull'asse Trump-Putin

Comunicato tuttavia che nella giornata di oggi, 19 novembre, deve misurarsi con il piano di pace ufficioso del presidente Donald Trump, che fisserebbe in 28 punti la fine delle ostilità, secondo l'agenzia Reuters, e che offre una prospettiva concreta alla pace in Ucraina, con le dovute garanzie di sicurezza nel quadro di una stabilità europea, guardando ai rapporti futuri tra Usa, Russia e Ucraina.

Al di là degli recenti sviluppi, di cui sarebbero stati informati anche gli Stati dell'Unione Europea, assicurano voci vicino alla Casa Bianca, il Consiglio Supremo della difesa, non ha potuto che evidenziare con preoccupazione la “trasformazione nella condotta delle azioni militari soprattutto per quanto riguarda l’impiego di droni, che la Russia utilizza anche violando lo spazio areo della NATO e dei Paesi dell’Unione Europea”. A questo si aggiungono anche i rilievi relativi alla “minaccia ibrida proveniente dalla Russia e da altri attori stranieri ostili, quale sfida complessa per la sicurezza dell’Europa e dell’Italia nonché per l’integrità dei processi democratici”.

La durezza di queste constatazioni rivolte alla Russia fa seguito all’approvazione del dodicesimo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, fortemente contestati anche all’interno della stessa maggioranza di governo. Ne sono un evidente indizio le violente polemiche scoppiate in questi giorni a proposito di un presunto “complotto del Quirinale” contro il governo italiano ed alimentate dalle dichiarazioni tratte da una conversazione privata di Francesco Saverio Garofani, Segretario del Consiglio Supremo della Difesa.


Israele-Palestina: ribadita la soluzione "due popoli, due Stati"

Il Consiglio ha poi affrontato il tema del conflitto che, fino a qualche settimana fa, ha opposto Israele ed i palestinesi, sottolineando la necessità dell’attuazione del piano di pace di Sharm el-Sheikh, mantenendo il rispetto del cessate il fuoco da ambo le parti, con l’obiettivo finale di giungere alla conclusione dell’occupazione militare delle forze israeliane nella Striscia di Gaza e di avviarne la ricostruzione. Il Consiglio si differenzia, però, dal contenuto del piano predisposto dall’Amministrazione Trump su un punto decisivo, in quanto viene ribadito che una pace duratura nella regione è possibile solo attraverso il riconoscimento e la realizzazione della soluzione “due popoli due Stati”.

Il Consiglio ha poi discusso di altre aree di crisi di interesse per la sicurezza italiana ed europea, come il Libano, a proposito del quale sono stati giudicati inaccettabili gli “attacchi da parte israeliana al contingente UNIFIL, attualmente a guida italiana; la situazione in Libia e nel Sahel e il perdurare della guerra in Sudan.

Il tratto comune a queste crisi locali può essere individuato nel discorso che il giorno precedente, il Presidente Mattarella ha tenuto a Berlino, nel corso della cerimonia della “Giornata del Lutto nazionale”. In quell’occasione, Mattarella ha avuto modo di far presente il carattere nuovo che caratterizzano i conflitti attuali, quando ha affermato che “il Novecento, con lo sviluppo della industrializzazione della morte [sottolineatura nostra], ha trasformato la tragedia dei soldati in tragedia dei popoli” e che, soprattutto a partire dalla Seconda guerra mondiale, non viene più fatta alcuna distinzione tra “combattente” e “civile” e che, “da allora, il volto della guerra non si riflette soltanto in quello del combattente, ma diviene quello del bambino, della madre, dell’anziano senza difesa” e ricordando che, secondo le Nazioni Unite, oltre il 90% delle vittime dei conflitti è tra i civili.

Il richiamo costante del Presidente della Repubblica, sia nel discorso di Berlino, che nel comunicato stampa che riporta le conclusioni della riunione del Consiglio Supremo di Difesa, è al processo di unificazione europea, come esempio di un progetto che si fonda sulla ricerca della pace e che può essere inteso come un precedente da estendere ad altre aree regionali oggi sconvolte da conflitti locali.

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