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Medici senza frontiere: "A Gaza è in atto una disumanizzazione orchestrata a tavolino".

Aggiornamento: 8 ago


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Nel 672° giorno di guerra, il capo di stato maggiore israeliano, il tenente generale Eyal Zamir, ha dichiarato che "l'esercito è pienamente impegnato nell'esecuzione del nuovo piano approvato dal gabinetto in mezzo alle tensioni in corso con Hamas a Gaza". E' quanto si legge sul quotidiano israeliano Haaretz. Aggiunge Zamir:

"Stiamo portando avanti preparativi dettagliati al più alto livello, tenendo conto di tutti i possibili risultati. Come sempre, porteremo a termine la missione con la massima precisione e determinazione", assicurando "l'impegno incrollabile dell'IDF a garantire il ritorno sicuro degli ostaggi e a infliggere una sconfitta decisiva ad Hamas". Alea iacta est. Il dato è tratto. E l'Idf è stato di parola. Alcune ore dopo la riunione de gabinetto di sicurezza presieduto dal premier Netanyahu, un condominio, nelle vicinanze del presidio medico di Shifa, a ovest di Gaza City, è stato distrutto dalle bombe israeliane, come si vede nelle immagini diffuse da al Jazeera, (da cui è tratto il fermo immagine a lato).

A fiatare, sfidando la collera di un uomo che crede di essere diventato il supremo padrone delle vite altrui, sempre e comunque, in ciò assecondato dalla forza prepotente del presidente Usa Donald Trump, non esita invece con la sua newsletter periodica Medici Senza Frontiere, che nell'ultimo numero ha scritto:

I centri di distribuzione gestiti dalla GHF, sostenuti dal governo degli Stati Uniti, sono diventati una trappola mortale. Chiediamo che questo sistema letale venga immediatamente smantellato e sostituito con un meccanismo indipendente di distribuzione degli aiuti umanitari, sotto il coordinamento delle Nazioni Unite. Ci appelliamo al governo italiano e al Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani affinché questa inaccettabile situazione sia affrontata con determinazione nei rapporti diplomatici con il governo israeliano, richiedendo l’urgente ripristino di un sistema di distribuzione degli aiuti realmente volto a soccorrere, e non a massacrare, la popolazione civile. Seguono le cifre. "In sette settimane, tra il 7 giugno e il 24 luglio 2025, 1.380 feriti – tra cui 28 morti – sono arrivati nelle cliniche di MSF, in quelle di Al-Mawasi e Al-Attar, nel sud di Gaza e vicine ai siti della GHF. Tra loro anche 71 bambini con ferite da arma da fuoco, di cui 25 avevano meno di 15 anni. C’erano anche un bambino di 12 anni colpito da un proiettile all’addome, e 5 bambine, tra cui una di soli 8 anni con una ferita da arma da fuoco al torace. [...] Lle nostre équipe hanno curato in 7 settimane 196 pazienti rimasti feriti in seguito a scontri scoppiati tra le persone nei siti di distribuzione della GHF. Tra loro c’erano anche un bambino di 5 anni con gravi ferite alla testa e una donna morta per asfissia, probabilmente schiacciata dalla folla.

Alle cifre, seguono le considerazioni: "Le persone che riescono a procurarsi del cibo spesso corrono il rischio di essere derubate da altre persone affamate. [...] Non avendo alternative per procurarsi il cibo, le famiglie spesso sono costrette a mandare bambini e ragazzi essendo gli unici della famiglia fisicamente in grado di affrontare il viaggio. Bambini colpiti al petto mentre cercano di procurarsi del cibo, persone schiacciate o soffocate dalla calca, intere folle brutalmente uccise da colpi d’arma da fuoco nei punti di distribuzione: nei quasi 54 anni di attività di MSF, raramente abbiamo assistito a simili livelli di violenza sistematica contro civili disarmati. I centri di distribuzione della GHF[1], che si presentano come un sistema di aiuti umanitari sono in realtà un laboratorio di crudeltà. Tutto questo deve finire immediatamente”.

Alle cifre e alle considerazioni, seguono le descrizioni dettagliate anatomicamente del tipo di ferita: "Da una prima analisi delle ferite da arma da fuoco riportate dai pazienti arrivati alla clinica di Al-Mawasi, è emerso che: l’11% delle ferite era localizzato tra testa e collo, il 19% interessava torace, addome e schiena. Chi è arrivato, invece, dal centro di distribuzione di Khan Younis ha riportato molto più spesso ferite agli arti inferiori".

Alle cifre, alle considerazioni e alle descrizioni dettagliate segue l'analisi delle modalità con cui le persone sono intenzionalmente colpite: "La precisione anatomica e la tipologia ricorrente di queste ferite suggeriscono con forza che le persone sono prese intenzionalmente di mira all’interno e nei pressi dei centri di distribuzione, escludendo la possibilità che si tratti di colpi sparati in modo accidentale o indiscriminato".

Alle cifre, alle considerazioni, alle descrizioni e alle modalità dei delitti a cielo aperto, segue la testimonianza di un sopravvissuto, Mohammed Riad Tabasi, paziente nella clinica MSF di Al-Mawas: "Ci stanno massacrando. Io sono stato ferito forse 10 volte. Ho visto queste scene con i miei occhi: ero circondato da cadaveri, ce n’erano circa una ventina intorno a me. Tutti colpiti alla testa o allo stomaco”.

Infine, l'organizzazione umanitaria con Aitor Zabalgogeazkoa, coordinatore dell'emergenza MSF a Gaza, denuncia che il 1° agosto, lo stesso giorno in cui l’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente ha visitato i siti della GHF, "il quindicenne Mahmoud Jamal Al-Attar è stato ucciso nei pressi del sito del GHF di Al-Shakoush mentre cercava di procurarsi del cibo. È arrivato alla clinica di MSF di Al-Mawasi dopo essere stato colpito al petto. L’uccisione dei bambini non può essere definita in altro modo se non intenzionale. Nonostante le condanne e le richieste di smantellare questo sistema, l’inazione globale per fermare la GHF è sconcertante”.

Chiudiamo con il commento di chi vive in prima linea e con coraggio la missione di salvare vite umane, mentre altri spacciano per missione quasi messianica quella di togliere la vita al prossimo:

"La GHF è stata presentata dai governi israeliano e statunitense come una soluzione innovativa, una presunta risposta alle loro affermazioni mai dimostrate che gli aiuti umanitari non arrivano alla popolazione e all’accusa infondata del fallimento dell’ONU. In realtà, questi siti di distribuzione della GHF non sono altro che un meccanismo letale, volto a istituzionalizzare la strategia israeliana per affamare la popolazione di Gaza iniziata il 2 marzo, con l’assedio totale della Striscia come parte della loro campagna genocida. Questo sistema tenta di privare le persone della loro dignità. È una disumanizzazione orchestrata a tavolino".


Note

[1] Tutti e 4 i centri della GHF si trovano in aree sotto pieno controllo militare israeliano e sono “protetti” da contractor americani armati.

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