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Le mine, artificioso dibattito di un falso problema  


di Michele Corrado  


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L’argomento del giorno sono le mine e coloro che dovrebbero rimuoverle, settore dove le capacità tecniche nazionali sono di eccellenza. Non sono però altrettanto noti i contorni del problema, quali mine, perché si usano, come mai chi le mette non le toglie, e molto altro.

È forse opportuno illustrare sommariamente alcune informazioni al riguardo per cercare di comprendere quello che, almeno nel caso del conflitto ucraino, è un falso problema. Di tipologie di mine ve ne sono uno svariato elenco, per aderenza al problema ci limiteremo all’analisi delle sole terrestri, di tipo anticarro ed antiuomo, che sono quelle al centro dell’interesse della discussione politica.

Le mine sono ordigni esplosivi di limitata potenza che nascono come sistema economico di difesa nei confronti dei carri armati e dei corazzati cingolati in genere. Lo scopo è quello di danneggiare il cingolo del carro in modo da renderlo impossibilitato a muoversi e quindi facilmente oggetto di distruzione.

Per rendere le mine anticarro difficilmente removibili sono poi state messe a punto le mine antiuomo. I campi minati misti (anticarro e antiuomo), sono ostacoli attivi (nel senso che sono esplodenti), difensivi che consentono di rallentare e logorare significativamente l’avanzata di formazioni corazzate nemiche.

Ovviamente vista la natura del terreno ucraino (pianeggiante), e l’iniziale uso di formazioni corazzate da parte dei contendenti, per impedire penetrazioni poco controllabili e controffensive successive si è fatto ricorso all’uso di campi minati. Considerato anche che l’ex Unione Sovietica era fra i primi produttori di mine a suo tempo e che quindi la disponibilità di tali ordigni, sia per numero che per conoscenza, era ed è concreta sia da parte dei russi che degli ucraini, non si comprende la ragione per la quale Paesi terzi debbano concorrere ad attività di bonifica del territorio visto che chi schiera campi minati sa anche come poi toglierli.

Inoltre, come aree da bonificare, essendo i russi in offensiva e conquistando terreno ucraino comunque organizzato a difesa (con mine), sono più un aspetto che dovrebbero gestire i russi che gli ucraini.

Va in ogni modo ribadito che in tale contesto, essendo il terreno conosciuto ed utilizzando principalmente mine da loro prodotte ed utilizzate secondo le loro dottrine di impiego, non si comprende ragionevolmente l’apporto che attori esterni, sia con assetti civili che militari, dovrebbero fornire.

Se anche le operazioni si cristallizzassero sul terreno nelle posizioni odierne, la maggiore percentuale di terreno minato è sotto il controllo delle Forze russe. Pertanto a meno di non fornire assetti di bonifica anche a chi si ritiene l'aggressore, non si comprende l’emergenza che al momento sta prendendo forma sul tema delle mine.

Forse è un argomento mediatico molto forte, deputato a distrarre da altre problematiche di reale interesse in relazione ad un conflitto che non sembra essere vicino a una prossima conclusione. Tanto più che per avviare qualunque attività di bonifica è necessario che le ostilità siano concluse e le linee di confine certe.

 

 


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