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Alberto Trentini, da tredici mesi è prigioniero in Venezuela

Arrestato il 15 novembre 2024, 395 giorni in carcere


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Il dolore di una madre: "Alberto non dimentica mai la data del mio compleanno. Io ho atteso inutilmente quella telefonata perché avevo bisogno di sentire il timbro della sua voce e di capire come vive questa situazione così dolorosa e ingiusta". Armanda Colusso, la madre di Alberto Trentini, ha rivelato a Repubblica l'ennesimo risvolto di una lontananza di tredici mesi dal figlio, detenuto in Venezuela, prigioniero non in un Paese, ma di un Paese come se fosse merce di scambio. Un Paese sottoposto a restrizioni di libertà, per di più sottoposto alla pressione militare americana nel Mar dei Caraibi, che non ha rapporti diplomatici con l'Italia.

E, proprio in proposito, Armanda prova a sparigliare la situazione e afferma al quotidiano diretto da Mario Orfeo che occorrerebbe cambiare strategia, cioè scegliere una persona che interloquisca direttamente con il presidente Maduro e con il suo entourage, perché è abbastanza evidente che se Alberto continua a rimanere nel carcere di El Rodeo I, nelle vicinanze della capitale Caracas, più di qualcosa non ha funzionato e continua a non funzionare.

I detenuti politici in Venezuela, secondo l'associazione Foro Penal, sono circa 900. Domenica scorsa, scrive El Nacional on line, "un gruppo di parenti di persone detenute per motivi politici si è riunito a Caracas per chiedere al governo di liberare i loro cari in occasione delle festività natalizie".

Alberto Trentini, 46 anni, cooperante, operatore umanitario, non può essere dimenticato. Ma, nei fatti, è come se lo fosse.


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