Askatasuna, dopo lo sgombero in attesa della manifestazione
- La Porta di Vetro
- 17 ore fa
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Aggiornamento: 9 minuti fa

Si attende. Alle 18 di oggi 18 dicembre, gli attivisti del centro sociale Askatasuna (in lingua basca significa libertà) si raduneranno davanti alla palazzina di corso Regina Margherita 47, già sede dell'Opera Pia Reynero, occupata nel novembre del 1996 e da quel momento diventata l'epicentro di una parte dell'autonomia torinese e il centro di ogni polemica con scoppio programmato. All'alba di oggi, l'immobile è stato sgomberato dalle forze dell'ordine. All'interno c'erano sei giovani. Sei di troppo per proseguire nel Patto di collaborazione firmato dal Comune di Torino.
Già il famoso patto, forse trangugiato a fatica dallo stesso sindaco Stefano Lo Russo, ma non rifiutato a priori per non irritare gli alleati a sinistra; altrettanto non disdegnato dalla stessa destra in Sala Rossa e al governo, carta sempre utile da giocare in tema di sicurezza, un perfetto spauracchio pret à porter. Un equilibrio che si è rotto con l'assalto alla redazione de La Stampa, che mai come in quella occasione è apparsa abbandonata da tutti, in primis dalla sua Famiglia.
Con l'Askatasuna sgomberato, è giunto il momento per i protagonisti politici della vicenda di posizionarsi nel modo migliore per non concedere spazio all'avversario. Tra i primi a esternare un compassionevole commento all'indirizzo di Stefano Lo Russo, è stato il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo: "Caro sindaco, te l'avevo detto, te l'avevamo detto. Quanto emerso oggi durante le perquisizioni al centro sociale Askatasuna di Torino conferma ciò che denunciamo da tempo: quel già assurdo patto di collaborazione siglato con il Comune è stato un'altra volta apertamente violato". Ovviamente, a parte quel "te l'avevo detto" che suona ad ogni latitudine, in ogni lingua, da qualunque parte politica arrivi, sempre carico di saccenteria, il ministro ha avuto buon gioco a ricordare che "non esistono zone franche, né scorciatoie ideologiche che giustifichino l'illegalità. Chi occupa spazi pubblici e non rispetta gli accordi presi con le istituzioni non può pretendere indulgenza o coperture politiche".
Nell'inevitabile ping-pong, il primo colpo di risposta è stato in doppio del Segretario del Pd Torino Marcello Mazzù e del Capogruppo PD in Sala rossa Claudio Cerrato, che hanno affermato: "Rispetto a chi accusa il Sindaco e l’amministrazione di aver perso tempo, chiede responsabilità e azioni, rispondiamo dicendo che siamo i primi ad essersi impegnati davvero a prendere in mano la questione e costruire una strada per una gestione condivisa. [...] L’intervento delle Autorità di Pubblica Sicurezza di oggi dimostra, peraltro, come sempre detto, che questo sarebbe potuto avvenire in qualunque momento, senza che dovesse essere richiesto dal Sindaco, come alcuni esponenti di Regione e Governo continuavano invece a ribadire. Siamo convinti che ognuno debba svolgere il proprio ruolo per le competenze che ha. [...] Rigettiamo la visione semplicistica che l'unica soluzione alla ricerca di sicurezza e legalità sia la repressione".
Siamo soltanto agli inizi. I protagonisti sono ancora molti.











































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