PIANETA SICUREZZA. Spiati e schedati nell'era digitale
- Nicola Rossiello
- 13 ore fa
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di Nicola Rossiello

Giornata preziosa quella di lunedì scorso per chi ha a cuore diritti e libertà individuali. Si è tenuto a Torino il diciassettesimo convegno Nexa su Internet e società, intitolato: "Contro la casa di vetro: opacità, schedatura e potere nell'età digitale". Non si è trattato di un semplice evento accademico, ma di un'occasione per esprimere preoccupazione e, allo stesso tempo, un sentimento di autentica speranza contro la sensazione di sentirsi spiati, profilati e ridotti a semplici dati. È emersa l'importanza di sviluppare consapevolezza per tutelare la nostra privacy e contrastare l'utopia distopica di una società del controllo totale.
Il convegno ha esplorato l'anima della resistenza e le lezioni della storia, dimostrando quanto sia intrusivo il controllo esercitato oggi. L'apertura è stata affidata a una guerriera dell'informazione, la giornalista Stefania Maurizi, che ha toccato un nervo scoperto con un intervento accorato su Julian Assange, sulle vicende di WikiLeaks e sulla resistenza al complesso digitale-militare-industriale che si sta appropriando dell'umanità.
La sessione sulla storia ha visto come protagonsiti il giurista e magistrato Raffaele Guariniello, il quale ha fornito una personale e toccante "lezione dal passato" incentrata sulla vicenda delle schedature Fiat degli anni Settanta che lo ha visto protagonista coraggioso, mentre Gianluca Falanga ha raccontato della schedatura di massa ad opera della Stasi nell'ex Germania orientale, ricordandoci come il controllo ossessivo non sia una novità e come si sia evoluto oggi disponendo di strumenti e risorse potenti e molto invasive.
Nella sessione attualità si è sostenuto che il pericolo non è futuro, ma è già tra noi. Antonio Vetrò ha coordinato due interventi particolarmente significativi: quello di Rossella Latempa, che ha denunciato la "schedatura degli studenti" realizzata attraverso l'uso distorto dei dati Invalsi e delle politiche automatizzate connesse, e quello di Federico Oliveri, di forte impatto emotivo, che ha messo in luce come la Palestina occupata sia stata trasformata in un laboratorio del complesso militare-digitale, un monito potentissimo che nessuno può permettersi di ignorare. Per non dimenticare che siamo fatti di carne e anima, la psicologia è entrata nell'equazione del convegno grazie al contributo di Rosa Elena Manzetti che, con un intervento dal titolo: "L'inconscio sfugge le imposizioni", ha riaffermato l'importanza di restare liberi, mantenendo integro quel baluardo interiore che nessuna tecnologia dovrebbe poter schiacciare.
Infine, la sessione frontiere, coordinata da Alessandra Quarta, ha esplorato l'attuale tendenza al controllo, analizzando la "profilazione dei privati" discussa da Daniele Imbruglia, il tema scottante del "riconoscimento facciale e polizia" presentato con un lavoro sul campo da Laura Carrer, fino ad arrivare al paradosso della "profilazione dello stato" esposto dall'avvocato Carlo Blengino.
Il convegno ha lasciato in tutti i partecipanti una forte consapevolezza, ma anche il desiderio di andare oltre la dimensione teorica. Le conclusioni del professor Marco Ricolfi sono state un monito per il futuro. Quando la libertà di espressione viene messa in discussione per un'opinione politica o quando i nostri figli sono ridotti a banali punteggi algoritmici, è la democrazia stessa a essere in pericolo. Il quotidiano ci offre più di una conferma.
La battaglia per i diritti digitali è la battaglia cruciale per i diritti umani del ventunesimo secolo e dobbiamo pretendere con forza che la tecnologia sia posta al servizio dell'uomo, non il contrario, per questo serve un cambiamento non solo tecnico, ma anche etico e politico. Il fatto che giuristi, storici, psicoanalisti e giornalisti si siano ritrovati in questa visione condivisa dimostra che l'approccio interdisciplinare può offrire soluzioni opportune. Il termine "consapevolezza" ha caratterizzato ogni passaggio dell'iniziativa ed è proprio da qui che si deve ripartire per riaffermare quella democrazia e quella libertà che stiamo progressivamente perdendo.











































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