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Intelligenza artificiale e ignoranza naturale a confronto

  • Galeno
  • 28 dic 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

di Galeno


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Nel mio II secolo e nel vostro XXI, ignorante è chi ignora. Non è uno stato incurabile. Se vuole, l’ignorante può sempre mettersi a studiare. Il guaio è se è lui che insegna, come tanti medici miei colleghi che aprivano scuole e si attorniavano di discepoli cui non avevano nulla da trasmettere, salvo il modo di spillare sesterzi o anche qualche aureo agli ammalati. A sentire i miei amici giovani medici del vostro XXI secolo, sesterzi e aurei per loro ce ne sono pochini, ma di ignoranti ne incontrano tanti e anche li leggono in quella strana cosa che chiamate i social. Quando me ne hanno parlato la prima volta, ho pensato che fossero come le nostre pasquinate[1] e invece no, non serve spirito ribelle e satira per produrre quei testi, solo un po’ di verbosità, una tastiera o uno schermo di telefonino e molta ignoranza. Ops, tastiera, schermo e telefonino non so bene che cosa siano, li usano i miei corrispondenti del XXI secolo per restare in contatto con me che rispondo… non so bene come.

Oggi, 28 dicembre, l’ignoranza ha colpito ancora. Sulla prima pagina di un pacco di fogli che viene prodotto ogni giorno e si chiama La Stampa, i miei giovani amici hanno letto “Il Times fa causa a Open Ai e all'agoritmo che scopiazza”, sì, proprio così, agoritmo. Mi hanno chiesto spiegazioni, data la mia saggezza, ma io conosco la mia ignoranza e ho a mia volta chiesto a esperti del vostro tempo, anche a quel tale che scrive le Punture di spillo, mi pare si chiami Petrus qualcosa…

Ecco che cosa ho raccolto: il titolo vuol mettere in forse i risultati dell’intelligenza delle macchine, ma sembra scritto da una delle versioni preliminari di ChatGPT, diciamo la versione 2 degli inizi, con tre errori: quello di ortografia e due imprecisioni nei confronti dei nomi citati, con Open Ai che è invece OpenAI e Times per New York Times. Cosa più importante: che cosa vuol dire “che scopiazza”?

Ieri, 27 dicembre, nel giornale che quegli esagerati della Gallia chiamano Orbe terrarum, Le Monde mi pare si dica ora, riportando il pensiero di Geoffrey Hinton,[2] pioniere delle reti neurali artificiali, si scriveva[3] che “non c'è dubbio che ChatGPT capisca molto di più di quello che si dice nei media. Eppure, durante la fase di addestramento, si supponeva che questo software imparasse semplicemente a prevedere la parola successiva in una frase, e per la maggior parte da una quantità gigantesca di testo presentatogli. Come esseri umani, non abbiamo imparato la logica, l'aritmetica o la codifica dei computer completando testi esemplificativi, quindi perché e come lo fa? Il mistero è completo”.

La macchina sa procedere nella costruzione di una frase scegliendo la prossima parola più probabile e ha imparato a calcolarne la probabilità grazie a una rete neurale artificiale costruita assorbendo l’input di una gigantesca quantità di testi. Non scopiazza!


Note 


[3] Hugues Bersini, ChatGPT comprend beaucoup plus que nous ne le prétendons, Le Monde, 27.12.23, p.23, https://journal.lemonde.fr/data/3424/reader/reader.html?t=1703624612634#!preferred/0/package/3424/pub/4802/page/23/alb/193291, "Pour M. Hinton, il ne fait aucun doute que ChatGPT comprend beaucoup plus que nous ne le prétendons dans les médias. Pourtant, pendant sa phase d'entraînement, ce logiciel était censé apprendre simplement à prédire le prochain mot d'une phrase, et pour l'essentiel à partir d'une quantité gigantesque de textes qu'on lui présente. En tant qu'humains, nous n'avons pas appris la logique, l'arithmétique ni le codage informatique en complétant des textes donnés en exemples, alors pourquoi et comment lui y parvient? Le mystère est à son comble", tradotto in italiano con https://www.deepl.com/translator.

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