Il mese della Resistenza: Gisella, commissaria di governo della Repubblica dell'Ossola
Aggiornamento: 5 nov
di Marco Travaglini
“Io sono diventata ‘ministro’ dell’Ossola quando ancora le donne non avevano diritto di voto (che venne dato nel gennaio ’45 soltanto, dal luogotenente Umberto di Savoia)… Anche questo fatto la storia deve esaminare: perché una donna per la prima volta nella storia del nostro Paese, una donna che non fosse una regina, una principessa o una badessa, è diventata una dirigente di governo; quali sono state le ragioni che mossero questi uomini che hanno accettato la proposta, compiendo, a mio parere, un atto nuovo e unico nella storia d’Italia. Ed è per questo fatto che porto in me questo patriottismo ossolano“.
Così scriveva Gisella Floreanini, a cui è stato dedicato un volume della collana Novecentodonne, edita da Unicopli. Antifascista da subito, con una ricca biografia che – con grande intelligenza – la storica Antonella Braga mette in luce in questo libro, parlando del prima e del dopo la scelta resistenziale che ha sempre rappresentato il lato pubblico più conosciuto della Floreanini. Quella di Gisella è una storia davvero importante. Una donna che ha attraversato da protagonista il “secolo breve” (nata nel 1906, morta nel 1993 ), riempiendo la sua vita di passioni e scelte.
Ricca di fascino, intelligente, nata a Milano in una famiglia borghese dove imparò laicità e senso civico, musicista colta, militante e dirigente prima socialista e poi comunista (una scelta alla quale non venne mai meno, anche se dovette ”ingoiare molto vetro” per reprimere il dissenso), la storia di Gisella Floreanini – in un’epoca di “passioni tristi”, restituisce il senso pieno dell’agire politico.
Medaglia d'Oro della Guerra di Liberazione
Gisella (con i suoi nomi di battaglia: “Falciatrice”, “Edvige”, “Amelia Valli”), attiva nell’antifascismo già negli anni Trenta, nell’autunno del 1944 diventò commissaria di governo durante i quaranta giorni della Repubblica dell’Ossola: fu la prima donna a conquistare una carica politica rilevante in Italia. Fu anche l’unico esponente della Giunta provvisoria di Governo di Domodossola e della Zona liberata che – alla caduta della repubblica – continuò la lotta partigiana in Valsesia.
Presidente del CLN di Novara dopo il 25 aprile (dove trattò la resa dei nazisti) fu Medaglia d’Oro della Resistenza ed eletta alla Camera dei deputati per due legislature tra il 1948 e il 1958. Dirigente dell’Unione Donne Italiane, dal 1962 al 1972, prestò la sua attività nel Comitato dell’ANPI. Fu anche consigliere comunale, sempre tra le file del Partito Comunista Italiano, a Domodossola e a Milano. Gisella Floreanini morì il 30 maggio 1993. Il funerale si tenne il 1 giugno a Domodossola, dove è sepolta.
Il libro curato da Antonella Braga, oltre a proporne la biografia è corredato da molti “frammenti” delle lettere a Vittorio Della Porta, che aveva sposato nel 1939 durante l'esilio in Svizzera, e dei discorsi fatti in Parlamento e in altre occasioni, oltre che dalle foto ed alcune testimonianze. Un libro agile, molto bello, documentato e non agiografico, utile e sotto certi aspetti necessario per chi vuole conoscere la storia di una delle più straordinarie figure femminili del Novecento.
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