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Il fattore "R", anche simbolo di Riconciliazione nella fede

Torre Pellice, il messaggio dal Sinodo "sperimentale" valdese


di Piera Egidi Bouchard


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Un commento e approfondimento sugli ordini del giorno[1] riguardo al conflitto Israele/Palestina è avvenuto nella conferenza stampa di ieri, 26 agosto, sul tema: “Fattore R, religioni per la pace giusta”. Sono intervenuti la pastora e teologa Letizia Tomassone e il pastore Marco Fornerone, professore di Antico Testamento alla Facoltà valdese di Teologia. Moderava il pastore Pawel Gajewski, docente di Teologia delle religioni, che ha notato: “Il fattore R può significare religione, ma anche riconciliazione”.

Tomassone ha ricordato come nei testi sacri ebrei, cristiani e musulmani di trovino sia narrazioni di dominio, sia inviti al dialogo e al rispetto: “Sta a noi privilegiare la parte che restituisce umanità”. Anche Fornerone ha aggiunto che: “I testi vanno interpretati storicamente, senza assolutizzarli e senza usarli come strumenti di delegittimazione dell’altro”.

A sua volta Tomassone ha ricordato i fermenti esistenti nell’ebraismo italiano: “Ci sono voci ebraiche critiche e coraggiose con cui avviare dialoghi profondi. Noi riconosciamo la responsabilità storica dell’antigiudaismo cristiano, e, consapevoli della Shoah, partiamo da una confessione di peccato che ci pone con umiltà davanti al mondo ebraico. Ma al tempo stesso non possiamo tacere di fronte all’orrore di ciò che accade a Gaza.”

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Fornerone da parte sua ha ricordato la storia comune con l’ebraismo di discriminazioni e riconoscimenti, che non ci esime però dalle critiche a un presente così drammatico, vigilando al contempo contro l’antisemitismo, perché il passato non si ripeta: ”È necessario valorizzare il meglio del ‘fattore R’: non assolutizzazione, ma conflitto nonviolento delle interpretazioni. Se in questo spazio di dialogo riusciremo a incontrarci anche come le tre religioni del Libro, sarebbe una grandissima promessa per il futuro.”

Intanto i lavori del Sinodo “sperimentale” (si chiude oggi pomeriggio) proseguivano a tappe forzate: importante è stata la relazione di Manuela Vinay, responsabile dell’Ufficio Otto per mille valdese: ”Grazie alla firma di 490.442 contribuenti italiani che ci ha permesso di ricevere 45.150.692 euro, siamo riusciti a sostenere 1032 progetti in Italia (per un totale di 29.996.041 euro) e 431 progetti all’estero, (per un totale di 15.154.651 euro) ”.  

“Le principali categorie di intervento finanziate in Italia – ha detto - sono relative al miglioramento delle condizioni di vita dei soggetti affetti da disabilità (21,7/%), la promozione del benessere e della crescita di bambini e ragazzi (16,5%) e le attività culturali (12,9%).

Per l’estero, le tre categorie più finanziate sono state: interventi sanitari e di tutela della salute (21,3%), l’educazione (15,8%), la partecipazione, il dialogo, governance e diritti umani (11,4%), la protezione dell’infanzia (11,1%).”


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Vinay ha poi ricordato la scelta fatta dal Sinodo fin dall’accettazione (1994) di distribuire le somme ricevute non per sostenere le chiese, il culto, il mantenimento dei pastori (che spettano alle contribuzioni dei credenti), ma invece progetti sociali, culturali, ambientali: “L’8 per mille è una modalità di testimonianza della  nostra fede cristiana - ha concluso - rivolta al prossimo, alle persone vulnerabili e verso chi non trova voce o semplicemente non riesce ad esprimerla.”

Il Sinodo dei bambini e delle bambine ha avuto un simpatico momento di accoglienza e di condivisione, e le istanze da loro proposte sono state poi rilanciate in un apposito Atto diretto alle chiese.

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Sono stati  quindi eletti i membri della Tavola, della Commissione d’esame per il prossimo anno, della Commissione sinodale per la Diaconia, del Consiglio della Facoltà valdese, dell’Opcemi e di altri istituti. È stata rieletta Moderatora della Tavola valdese la diacona e avvocata Alessandra Trotta, per il suo ultimo mandato (l’anno prossimo scade il settennio, periodo massimo  in cui possono essere rieletti tutti i membri della Tavola).

Nel suo discorso dopo l’elezione, Alessandra Trotta ha rivendicato con forza l’argomento della “Vita delle chiese” come cornice tematica che, a partire dal Patto di integrazione tra valdesi e metodisti, è riuscita a tenere insieme l’unità e il pluralismo, una scelta coraggiosa che non deve essere solo una memoria, una celebrazione condivisa, ma uno slancio verso il futuro: un'unità che significa non solo un momento organizzativo, ma un richiamo alla indicazione di Cristo, che ci raccomanda di essere uno.

La conclusione dei lavori sinodali si è svolta come di consueto con il culto di Santa Cena nel Tempio: il Sinodo infatti è concepito come un unico momento liturgico, che ha l’inizio con la predicazione, e la fine, alla conclusione dei lavori, con la Cena del Signore.


Note

Si ringrazia per la concessione delle foto @A.V.G.

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