Detto in pochissime parole... In Israele chi uccide è promosso Democrazia in stato comatoso
- Indiscreto controcorrente
- 3 giorni fa
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di Indiscreto controcorrente

Quale sarebbe la reazione in Italia se il presidente egiziano Al-Sisi dovesse annunciare la promozione di uno dei responsabili dell'omicidio e della tortura di Giulio Regeni? Domanda retorica. Il ventaglio dell'indignazione si allargherebbe in misura proporzionale alla sensibilità maturata nel nostro Paese sul quel tragico evento.
Non sarà così per i palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza, dopo l'uccisione a Jenin, nella Cisgiordania occupata, dei due giovani disarmati, unicamente colpevoli di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Né lo potrà essere per i milioni di palestinesi dispersi nel mondo. A nessuno verrà concesso di indignarsi. Lo potranno fare nel chiuso delle loro anime, con l'avvertenza per chi vive in Cisgiordania di non condividere il dolore nelle vicinanze della Polizia di Frontiera. L'esito potrebbe essere fatale e compromettere la propria vita.
La prudenza non è mai troppa, dopo che il ministro per la Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, il prototipo del fanatico istituzionale, ha dato il segnale di via libera alla promozione del comandante di quella unità responsabile della barbarie a Jenin. In una democrazia in stato comatoso, con il premier Netanyahu che un giorno sì e un altro ancora si fa appoggiare da Donald Trump per sfuggire alla giustizia, alle opposizioni non rimane che l'urlo "Vergogna, quella è stata un'esecuzione e noi premiamo genocidi". Ai militari dell'IDF deprivati di una coscienza, ricchi premi e cotillons ad ogni nuovo omicidio. Alla polizia, come scrive oggi Haaretz, la facoltà concessa agli agenti di utilizzare i loro telefoni cellulari privati per filmare i manifestanti durante le manifestazioni e caricare le immagini ai sistemi di polizia. Piccoli autoritarismi crescono.
In Israele si fa scempio della convivenza civile. Nella deriva fascista, è una evidente posizione di rendita per quella parte del Paese che dall'odio criminale riceverà cospicui dividendi per continuare a comandare. E a uccidere.
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