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"I cristiani non barattano libertà e il rispetto dei diritti"

Il vescovo Mariano Crociata alla Consolata di Torino


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Alla ricerca della pace e di una maggiore armonia, nel segno di una speranza che non deve mai tramontare. Questo il messaggio di Papa Leone sulla scaletta dell'aereo che lo ha portato la settimana scorsa in Turchia. Un viaggio nel mondo, il primo dalla sua ascesa al soglio di Pietro, che il Vescovo di Roma ha affrontato nella consapevolezza che la pace, quella soffocata in tante regioni del pianeta, è anche il frutto di personalità capaci di favorire il dialogo che deve essere praticato "con ferma volontà e paziente tenacia".

E mentre il Papa era a Nicea e poi a Beirut per invocare l’unità dei cristiani, la Chiesa torinese ha ospitato lunedì 1 dicembre presso il Santuario della Consolata il vescovo Mariano Crociata, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea, invitato dal Santuario e dal settimanale della Diocesi di Torino La Voce e il Tempo nell’ambito dei «Lunedì culturali» per affrontare precisamente i temi che Leone XIV sta ponendo all’attenzione del mondo: l’unità fra le Chiese e la piaga delle divisioni, l’urgenza della fraternità fra gli esseri umani, nel solco già tracciato da papa Francesco per cercare la pace.


È stata una serata di grande interesse ed emozione che ha suscitato più domande del pubblico, purtroppo meno numeroso di quanto questa notevole occasione meritasse. Non capita tutti i giorni di avere a Torino l’uomo che i Vescovi europei hanno incaricato di porsi in relazione con i governi e con gli ambasciatori del continente, con la Russia dei cristiani ortodossi e l’Ucraina bombardata dai missili benedetti dal Patriarca di Mosca, con la Francia scristianizzata che invoca il riarmo, con la Germania dei Vescovi che incalzano Roma per la modernizzazione della Chiesa, con la Gran Bretagna degli Anglicani e del Re Carlo in cerca di dialogo con il Papa, che l’ha recentemente invitato e accolto nella Cappella Sistina per una storica giornata di preghiera a due voci.


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Monsignor Crociata ha spiegato che «la chiave di lettura del viaggio papale in Turchia e in Libano è proprio la ricerca ostinata dell’unità». Sembra la cifra di tutto il pontificato, almeno in questa prima fase ove i gesti di Leone tendono sempre la mano, cercano di accorciare le distanze e smorzare i toni delle polemiche all’interno della stessa Chiesa cattolica.

«Il Papa venuto dagli Stati Uniti – ha detto il Crociata – sta spendendo ogni energia per chiarire ai cristiani e in primo luogo ai cattolici che il loro servizio al mondo e alla pace, in questo tempo così tormentato, è la capacità di riconoscersi e vivere come fratelli: l’unità nel nome di Cristo, il nostro vero e specifico dono al mondo». Papa Leone a Nicea non ha esitato a riconoscere che i cristiani sono feriti dallo «scandalo delle divisioni». L’attenzione di mons. Crociata e di alcune domande del pubblico è andata alla tremenda frattura che si sta consumando nel cuore dell’Europa fra la Chiesa Ortodossa di Mosca complice del sangue versato in Ucraina e le altre Chiese del continente. «Dal giorno della terribile invasione nel 2022 – ha osservato Crociata – il Vaticano ha condannata con fermezza l’iniziativa russa, ma un fondo di relazioni fra la Santa Sede e il Patriarcato di Mosca è rimasto in piedi e non si è mai spento: per preparare la pace occorre avere il coraggio di mantenere sempre e ostinatamente aperti gli spazi del dialogo, sempre con tutti. Non così sta forse accadendo nel mondo ortodosso, dove la deriva di Mosca ha prodotto fratture profondissime.


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L’altro giorno hanno pregato a Nicea con il Papa i vertici di varie Chiese ortodosse, oltre che delle Chiese riformate, ma il Patriarca di Mosca non c’era, non era stato neppure invitato dal Patriarca di Costantinopoli». C’è molto su cui riflettere, la frattura con Mosca travalica i temi della fede e dice di altre fratture profonde nel mondo cristiano sulla visione del mondo e della modernità. «La vera guerra ingaggiata da Putin è contro la democrazia e i modelli di libertà occidentale – ha concluso Crociata – Noi siamo consapevoli dei limiti della politica e della democrazia europea, non ci nascondiamo le derive dell’etica e cerchiamo di correggerle, ma come cristiani non siamo disposti a barattare la libertà e il rispetto dei diritti con la violenza della dittatura. Quando la Chiesa di Mosca traveste la guerra e la violenza più sanguinaria con la battaglia contro le ‘degenerazioni dell’Occidente’, contro il gender e il mondo Lgbt, noi non possiamo accettare».


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