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Gioco di ombre cinesi sul destino della ex Ilva. Domani incontro sindacati-governo

di Rocco Palombella*



Domani affronteremo con il governo la questione ex Ilva. Sarà l'ennesimo incontro di una trattativa che sta assumendo sempre più la forma del più disarmante teatro delle "ombre cinesi": un fascio di luce che illumina una figura e la proietta come un'ombra, inanimata. Perché la ex Ilva rischia di rimanere anche, anche se è in ballo il futuro di 20mila lavoratori e quello della siderurgia italiana. La settimana scorsa, ero stato chiaro ed avevo affermato a chiare lettere che si è di fronte alla inesorabile chiusura della società, in seguito al nuovo rinvio dell’assemblea dei soci. Un rinvio che ha avuto un solo significato: nessuna direzione chiara da seguire, ma le pervicace scelta di continuare a brancolare nel buio. E in questo brancolare nel buio c'è anche il Governo che incontreremo appunto domani. Ma la domanda che il movimento sindacale continua a porre da mesi sorge spontanea: se c’è qualcuno a Palazzo Chigi, batta un colpo, prima che la situazione diventi ingovernabile. Il Governo non si nasconda dietro Invitalia, assuma la responsabilità diretta e detti le condizioni, non avendo timore delle minacce del socio privato. E domani ci aspettiamo dai ministri scelte definitive e non ulteriori rinvii.

Del resto l'esito del Cda di Acciaierie d'Italia che non prende nessuna decisione sul capitale e sull'acquisizione degli impianti è l'ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di come la trattativa dell'ex Ilva sia completamente in mano ad ArcelorMittal.

Il Cda non assume decisioni perché il Governo non assume decisioni e la multinazionale continua a tenerci inchiodati a questa situazione drammatica che va avanti dall'estate e che non può portare a nulla di buono. Anzi ogni giorno che passa va sempre peggio visto che si avvicinano delle scadenze, come quella del 10 gennaio per la fornitura del gas, e il pagamento delle ditte dell'appalto. Per questo anche l'incontro di domani ci preoccupa, quale altra scusa si inventeranno i Ministri? Hanno deciso di farci partecipare in pochi perché hanno paura della nostra reazione nel caso in cui loro non ci dessero le risposte che aspettiamo? E quale prova stanno ancora aspettando da ArcelorMittal per assumere una decisione chiara e senza tentennamenti? Di cosa discuteranno oggi nel Consiglio dei Ministri?

A settembre il Ministro Fitto, già presidente della Regione Puglia, e dunque conosce perfettamente la questione, firmava un atto di fiducia con il socio privato, mentre l'azienda raggiungeva il suo minimo storico di produzione e l'Ad di ADI diceva che andava tutto bene. Questo è il grande paradosso che stanno vivendo da anni 20mila lavoratori e intere comunità. Un paradosso che il nostro Governo con il Ministro Fitto non sembra avere intenzione di risolvere. Come pensano di arrivare a gennaio? Come faranno i lavoratori a sopportare ancora questa situazione ormai insostenibile? Stanno compromettendo il futuro della siderurgia in Italia. Morale: siamo rimasti soli a difendere l'ambiente, l'occupazione e la produzione dell'acciaio nel nostro Paese.


*Segretario Generale Uilm

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