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"Filippo, dov'è Giulia?"

Aggiornamento: 23 nov 2023

di Stefano Capello*

In questi giorni la tragedia della morte di Giulia per la mano di un uomo di nome Filippo, ha sconvolto l’opinione pubblica. Tutte le morti violente sono inaccettabili, ma questa la sentiamo anche terribilmente vicina.

Tutte le ragazze hanno pensato di essere Giulia e molti ragazzi hanno tremato al pensiero di poter essere Filippo. Ogni genitore ha vestito i panni dei due padri e hanno compatito le loro lacrime e le loro parole.

Il papà di Giulia, Gino, piange con la dignità della Madonna sul Calvario: “l’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non urla, non picchia. Non provo odio. Spero viva a lungo,da poter capire quello che ha fatto.”

Il papà di Filippo dice tutto in una frase: “avrei preferito che la cosa finisse in altro modo” che tradotto significa avrei preferito sentire il suono delle campane a lutto piuttosto che il rumore del cancello del carcere aprirsi.

Potrebbe essere utile ripensare al primo atroce delitto compiuto da un uomo verso un altro uomo, non semplicemente altro uomo, ma fratello, sangue del suo sangue e ossa delle sue ossa.

Caino che uccide Abele. Il vincolo di sangue non è sufficiente per garantire la fratellanza. Caino e Abele sono fratelli diversi, quindi la fraternità non è un dato di fatto ma è un uscire da sé per andare incontro all’altro.

Essere fidanzati non significa amarsi, amarsi è donarsi per riconoscersi attraverso l’altro, non omologarlo, altrimenti la diversità diventa conflitto, la non omologazione rabbia. La scintilla tra i fratelli è il diverso successo ottenuto delle offerte presentate a Dio e per questo: ”Caino si adirò molto ed il suo volto era abbattuto” (Genesi 4,5).

Caino preferì tacere ed avvelenare la sua collera piuttosto che gridare le ragioni del suo smarrimento. Preferì covare rancore che capire ed accettare. Dio, allora, interviene con una domanda terribile: “Caino dov’è tuo fratello?” (Genesi 4,9). “Allora il Signore disse a Caino: dov’è tuo fratello? Che a sua volta richiama la prima domanda della storia “Adamo dove sei?” (Genesi 3,9),

Sono domande non di carattere informativo, ma esistenziale. Dove sei tu, dove sono le persone che ti sono state affidate, in ultima analisi: chi sei? Dio ricorda a Caino che la voce del sangue del fratello grida verso di lui, ma Caino non riesce a chiedere nemmeno perdono e si allontana, come dice la Bibbia, verso le terre del nord.

Non capisce che il respiro dell’altro è il suo respiro. Dobbiamo imparare ad amare! Solo la pedagogia dell’amore può fermare questa mattanza.

Oggi la domanda di Dio è rivolta a tutti; ragazzi, ragazze, padri e madri: “dov’è Giulia ?”. Lo chiede anche a Filippo, che come si augura il signor Gino, dovrà vivere a lungo, per sentirsi ripetere ogni giorno la stessa domanda da Dio: “Filippo, dov’è Giulia?”


* Delegato arcivescovile della Diocesi di Torino per l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC).


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