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Alberto Trentini, 202 giorni nelle carceri venezuelane

Aggiornamento: 5 giu

Una prigionia senza perché


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La famiglia di Alberto Trentini è stata informata nelle ventiquattr'ore successive, ora più ora meno, al suo arresto in Venezuela, il 15 novembre 2024.

E' il giorno zero per l'operatore umanitario di Venezia, in quel paese dell'America Latina dal 17 ottobre. Poi il silenzio, tra la preoccupazione dei suoi affetti, i tentativi dell'avvocato di famiglia e i discreti, prudenti e cauti interventi del nostro governo, che non ha relazioni diplomatiche con il Venezuela del presidente Maduro.

Al 145° giorno di prigionia , la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiamato Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini. Parole sobrie di rassicurazione di una madre all'altra per attenuarne l'angoscia: «Il governo è al lavoro per riportarlo a casa». Qualche giorno prima, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani aveva affermato: «Affronteremo la questione Venezuela. Noi abbiamo alcuni italiani che sono detenuti ingiustamente, un giovane anche, Trentini. Chiederemo la liberazione immediata di tutti i detenuti politici, di tutti i detenuti ingiustamente e senza motivazione nelle carceri del Venezuela».

Al 170° giorno di prigionia, Presa diretta (Rai 3) ha intervistato Armanda Colusso e un ex carcerato in una cella due per due di El Rodeo I, il penitenziario in cui è recluso il nostro connazionale. Davanti al microfono David Estrella, che ha trascorso 145 giorni in una delle due patrie galere (ha il doppio passaporto Usa-Venezuela) senza conoscerne la ragione. Estrella non si è speso in lodi sul penitenziario alla periferia della capitale Caracas, il che non ha aumentato certo la serenità della famiglia di Alberto Trentini sulle condizioni del loro congiunto. A Presa diretta, il giovane statunitense, in Venezuela per incontrare amici, racconta di essersi ritrovato dietro le sbarre a causa del suo passaporto Usa, dopo un controllo ad un posto di blocco.

La trasmissione televisiva spinge verso l'alto, superando le 100 mila firme, la petizione promossa per chiedere la liberazione di Alberto Trentini.  

Al 181° giorno di prigionia, ad Alberto Trentini è stato concesso di telefonare ai famigliari: una telefonata per allungare la speranza di tornare presto in Italia, rassicurando sulle sue condizioni di salute, di prendere le medicine e di nutrirsi a sufficienza.

Al 202° giorno di prigionia, non vi sono segnali sulle sorti di Alberto Trentini. Intanto, il presidente Maduro vinte a mani basse le elezioni regionali e per il rinnovo dell'Assemblea nazionale, invita i partiti di governo a prepararsi al voto municipale che si terrà il 27 luglio e si augura che le opposizioni vi prendano parte. Le opposizioni hanno replicato che in Venezuela ci sono oltre 900 detenuti politici. Sono quelli per i quali il governo italiano chiede la liberazione?





 
 
 

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