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"Vi prego fermatevi": l'appello di Papa Francesco a Putin e Zelensky

di Luca Rolandi


Ancora una volta la voce del Papa, che sembra evocare quel passo della Bibbia “un voce nel deserto...” che si erge a difesa dell’umanità, della vita e della composizione di ogni conflitto. Per il Santo Padre, "l'andamento della guerra in Ucraina è talmente grave, devastante e minaccioso, da suscitare grande preoccupazione". Un pensiero che lo ha portato domenica, 2 ottobre, prima dell'Angelus a una rfilessione su "questa terribile e inconcepibile ferita dell'umanita', anziche' rimarginarsi, continua a sanguinare sempre di più, rischiando di allargarsi".


“Mi affliggono - ha detto ancora Bergoglio - i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustificate, mai! È angosciante che il mondo stia imparando la geografia dell'Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l'umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo”.

E il Papa ha proseguito “Che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinchè si giunga subito al cessate-il-fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili".

Un richiamo per la pace come all’epoca della cortina di ferro, del terrore atomico dei blocchi contrapporti tra Ovest e Est. Ora il mondo è cambiato, policentrico e l’asse si è spostato decisamente ad oriente con una Cina superpotenza. Ma il rischio dell’eclissi nucleare ritorna prepotente accompagnato dalla crisi energetica e quella ambientale. Insomma il grido di Francesco continua e si spera apra ad un stagione di negoziati diplomatici e non acuisca l’escalation militare.

"Mi rivolgo innanzitutto al presidente della Federazione russa - ha detto - supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte". Poi il messaggio per il presidente ucraino: "Rivolgo un fiducioso appello a Zelensky affinché sia aperto a serie proposte di pace".

La chiarezza dell’uomo di fede e di Dio che si fa supplente dell’assenza della diplomazia e della ragione umane.

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