Un libro per voi: "Schiavi mai. La rivolta dei braccianti nel Piemonte del caporalato"
- Alberto Ballerino
- 21 lug
- Tempo di lettura: 2 min
a cura di Alberto Ballerino

Lo sfruttamento del lavoro bracciantile degli immigrati è una realtà che ormai esiste da tempo ma cerchiamo spesso di rimuoverla. Vogliamo illuderci che riguarda altri luoghi e regioni, lontano da noi. Invece non è così: si tratta del mondo in cui viviamo, avviene ogni giorno e magari nelle vicinanze di casa nostra. A spiegarcelo sono Antonio Olivieri e Boris Pesce nel libro ‘Schiavi mai. La ribellione dei braccianti nel Piemonte del caporalato’ (Red Star Press, p. 118, 14 euro) in un libro che racconta la rivolta di lavoratori immigrati a Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria.
Un caso emblematico, dove peraltro viene dimostrato che quando c’è il coraggio di ribellarsi si può vincere, che il barbaro sistema di sfruttamento oggi presente in parte della nostra agricoltura non è inattaccabile. Per questo è importante la diffusione del racconto di questa esperienza. Venerdì 25 luglio, uno degli autori, Antonio Olivieri, presenta il libro alle 18,30 nella Società Operaia di Carovilli, in provincia di Isernia. “Lo stiamo facendo conoscere – spiega Olivieri -. Abbiamo già promosso trentacinque presentazioni, incontrando un grande interesse proprio perché si tratta di un fenomeno ormai diffuso in tutta Italia. Non a caso, sono emerse subito altre situazioni simili in provincia di Alessandria e alcune sono ancora aperte. Sono forme di sfruttamento sicuramente molto presenti nel Nord Italia, non si limitano come qualcuno potrebbe pensare al sud o all’agro pontino”. I proventi delle vendite del volume vanno alla Cassa di Resistenza dei Braccianti.
La rivolta di Castelnuovo Scrivia avvenne del 2012, provocata dalla fame di diritti di lavoratori immigrati, forzati a sopportare le durissime condizioni imposte loro da una rete di possidenti senza scrupoli. Rappresenta un atto di accusa senza precedenti nei confronti di un sistema schiavistico che, dai campi alla tavola, passa per la logistica e le catene dei supermercati. Un terribile ingranaggio fondato sullo sfruttamento e la pratica del caporalato.
In questo caso l’organizzazione dei lavoratori ha saputo strutturarsi, attivando insospettabili reti di solidarietà e fronteggiando anche la dura risposta padronale. Una lotta iniziata ormai più di dieci anni fa e che non è finita. In aula di tribunale i braccianti hanno vinto, la sentenza è passata in giudicato, ma il risarcimento nelle loro tasche non è ancora arrivato.
Il libro ci mostra come sia importante offrire ai lavoratori immigrati riferimenti sindacali e di solidarietà. La rivolta di Castelnuovo Scrivia nasce su iniziativa dei braccianti stessi, ma è stato poi importante il contatto che si era stabilito precedentemente con una scuola di alfabetizzazione locale. Non è vero che viviamo in un mondo dove ormai prevalgono solo il cinismo e l’individualismo, ci sono ancora tante persone disposte a impegnarsi per cambiare la realtà in cui viviamo in nome di valori radicalmente alternativi. Questo libro ci dimostra come la rassegnazione sia il nostro peggiore nemico: le brutture oggi esistenti possono essere cancellate, ma dobbiamo convincerci che si può fare davvero.
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