Detto in pochissime parole... "Indietro... Savoia!"
- Indiscreto controcorrente
- 1 giorno fa
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Aggiornamento: 19 ore fa
di Indiscreto controcorrente

I piemontesi passano tra i ricchi di Serie B. Da giorni, siamo nel bel mezzo della polemica sul cosiddetto contribuente ricco da 50 mila euro di reddito annuo, cioè quello agevolato dal fisco dalla nuova manovra di bilancio, quando arriva dall’Europa una doccia fredda. Il Piemonte è come l’Abruzzo, ma senza il mare. Il pil pro-capite regionale esce dal perimetro delle regioni più sviluppate dell’UE e si allinea a quelle dell’est e di alcune del centro Italia. La classifica proviene dall’ufficio statistico della commissione europea. I territori meno sviluppati vengono collocati in una serie inferiore. È una graduatoria stilata in base al rapporto tra Pil reale e popolazione. Le zone geografiche sono raggruppate tra quelle che stanno sopra e quelle sotto la media europea. È così, nel 2024, la nostra regione ha perso tre punti percentuali rispetto al triennio precedente, scendendo a un modesto 99,7% (la media UE è fissata al 100%).
Il declino dell’economia piemontese era evidente da tempo. Forse, ancora oggi si tende giudicare con troppa indulgenza la gravità delle cause. Così facendo, si applica la legge della rana bollita a fuoco lento, che non si lamenta mai, nel tepore del suo brodo. Fa la fine che deve fare, anche senza meritarselo, non avendo reagito in tempo all’evidenza. In Piemonte, i segnali evidenti ci sono da tempo. Un elenco tra i tanti: la penuria d’investimenti pubblici e privati nelle nuove tecnologie, l’isolamento logistico e dell’interscambio commerciale per la prolungata sospensione dei transiti in quasi tutti i trafori con la Svizzera e la Francia, la trasformazione industriale non governata, la crisi o, peggio, la dismissione del comparto manifatturiero e la fuga all’estero di decine di migliaia giovani diplomati e laureati. In breve, la storia di un impoverimento strutturale, ora confermato dai dati del pil pro-capite.
Ma nemmeno più l’Italia figura bene nelle classifiche dei ricchi e poveri. In quella che misura il reddito medio da lavoro dipendente, curata dall’Ocse, siamo tra gli ultimi Paesi dell’Unione Europea. Con 48,9 mila dollari lordi annui (42 mila euro), siamo al pari della Lituania. Ci stanno sorpassando tutti. Fanno peggio di noi solo il Portogallo, la Grecia e numerosi Stati dell’est. Ma già in Slovenia, i lavoratori subordinati guadagnano un buon 25% in più degli italiani (53 mila euro lordi medi annui).













































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