Tra Iran e Israele nessun segnale di tregua, solo morti e feriti
- La Porta di Vetro
- 16 giu
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Quarto giorno di guerra tra Israele e Iran in un crescendo di azioni e controreazioni militari, e di una preoccupazione che emerge anche da parte israeliana per l'inattesa capacità di riorganizzazione del regime degli ayatollah. Se ne fa interprete il quotidiano Haaretz, con i suoi aggiornamenti sui missili iraniani che hanno provocato vittime e feriti che riporta le cifre fornite da MADA (Magen David Adom, traducibile in "Scudo di David Rosso"), il servizio medico d'emergenza, protezione civile, ambulanze e banca del sangue dello Stato di Israele e la società nazionale di Croce Rossa. I missili avrebbero colpito il quartiere residenziale Bat Yam di Tel Aviv provocando otto morti, decine di feriti; complessivamente sarebbero rimasti feriti almeno un centinaio di persone, decine le vittime e i dispersi, mentre nel nord del Paese sale la preoccupazione per tre persone, scomparse dopo l'attacco, sottolinea Haaretz, segno di una capacità ad ampio raggio del sistema missilistico iraniano che nelle ultime ore, afferma l'agenzia di Stato iraniana IRNA, ha iniziato "l'ottavo round" dell'operazione Sadegh Promise 3, lanciando almeno 100 missili contro Israele.
Sul fronte opposto, l'escalation dei bombardamenti sull'Iran è confermata dall'IDF che ha colpito il Quartier generale della difesa, il ministero degli Esteri, i depositi di carburante a Teheran.
La tensione sta esacerbando l'una e l'altra parte, con Netanyahu che da una parte minaccia di incenerire l'Iran e dall'altra esorta gli iraniani a ribellarsi al regime clericale, e il governo di Teheran che rifiuta la parola negoziato se Israele non sospenderà i raid che hanno provocato la morte di donne e bambini, insieme con gli alti ufficiali dell'esercito, delle Guardie rivoluzionarie, dell'intelligence e scienziati. Tra questi il generale Mohammad Bagheri, capo di stato maggiore delle forze armate, il generale Hossein Salami, comandante in capo del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC), e il generale Gholamali Rashid, comandante del quartier generale centrale di Khatam al-Anbia. La capitale iraniana non ha rifugi strutturati e l'amministrazione invita i cittadini, molti dei quali hanno cominciato a migrare verso zone rurali, ad usare le stazioni della metro che sono rimaste aperte anche durante la notte. Il capo del Centro per le Pubbliche Relazioni e l'Informazione del Ministero della Salute iraniana ha dichiarato che la cifra dei feriti e morti si avvicina a 1.500 dall'inizio delle ostilità.
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