Torre Pellice, l'apertura del Sinodo "sperimentale"
- Piera Egidi Bouchard
- 20 ore fa
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di Piera Egidi Bouchard

Questo è un Sinodo “sperimentale”, come ha ricordato in un’intervista al settimanale “Riforma” la moderatora Alessandra Trotta; infatti si svolge in un lasso di tempo minore, dal 25 al 27” per rendere più accessibile la partecipazione a persone (a cominciare dalle più giovani) che nel mondo di oggi sempre più difficilmente possono permettersi un’intera settimana libera da impegni lavorativi”. Molte riunioni infatti sono già avvenute a latere, come quella dei giovani della FGEI, quella delle pastore e diacone - tantissime, una quarantina, valdesi, metodiste, battiste da tutt’Italia - per organizzare l’annuale aggiornamento che sarà nella prossima primavera - o la bellissima mostra fotografica delle donne della FDEI, in cui viene mostrato e commentato, spesso in modo interlocutorio e graffiante il corpo femminile.
Quest’anno non ci sono consacrazioni al ministero pastorale: un’intera generazione di settantenni è andata in emeritazione, anche se molti continuano a prendersi cura di una o più comunità; la formazione alla Facoltà valdese di Teologia è lunga e complessa (si studia per esempio il greco e l’ebraico biblico); e i pastori - che spesso fanno fatica a mantenere la famiglia con uno stipendio risicato, e anche se la moglie lavora - sono sempre più oberati di incarichi, dovendo seguire spesso più chiese, come accade anche per i parroci cattolici, ad esempio.

Un segno dei tempi, in una società sempre più secolarizzata? “Il per sempre del ministero pastorale, il suo carattere itinerante forse spaventano più del passato – osserva la moderatora Alessandra Trotta - e siamo sempre più consapevoli di abbandonare del tutto modelli parrocchiali di organizzazione della vita delle chiese, sviluppando una maggiore diversificazione fra ministeri, capaci di lavorare insieme.”
È forse il segno di una crisi? “Siamo indubbiamente in un tempo di transizione, che viviamo con preoccupazione per la nostra incapacità di vedere i segni delle cose nuove che stanno maturando”- riflette, e conclude: “Nella sua relazione al Sinodo la Tavola ricorda che, in ogni caso, vivere nel patto offerto dal Signore significa camminare, dentro e fuori le chiese, nella fiducia e non nella paura, nella solidarietà e non nella competizione.”

Con il consueto corteo che a Torre Pellice ha percorso il tratto di strada tra la “Casa valdese” in cui c’è l’aula sinodale, e il Tempio si è aperto ufficialmente il Sinodo.[1] La predicazione è stata affidata a Peter Ciaccio, pastore metodista a Trieste, dopo molti anni a Palermo, che è anche autore di parecchi libri di una corrente contemporanea, la “teologia pop”, cioè popolare, che sperimenta modi nuovi di annunciare il Vangelo, in particolare ai giovani, evidenziando i messaggi spirituali, come sane provocazioni, nel cinema, nella musica, nel teatro, nell’arte contemporanei. Sono nati così alcuni suoi testi come “Il Vangelo secondo Star Wars”, il “Vangelo secondo i Beatles “ “Il Vangelo secondo Harry Potter” (Claudiana).
La sua predicazione si è incentrata sul tema della nascita di Gesù (Matteo,1,18-25), e in particolare sulla figura di Giuseppe “un personaggio sottovalutato nella tradizione cristiana, oscurato e anche piegato da una certa tradizione mariana, che ce lo restituisce come un vecchietto nella pace dei sensi, mentre invece la sua statura è quella di un uomo giusto, che avrebbe potuto ‘esporre a infamia’ la fidanzata già incinta, ma non lo ha fatto.”

Invece: “Esiste il Dio di Gesù, che si rivolge a Giuseppe dicendogli che non basta non esporre Maria a infamia: non è disonorevole creare una famiglia dove sei padre di un bambino che non è biologicamente tuo. Anzi, quell’unione socialmente problematica sarà invece benedetta, così benedetta da essere la culla della salvezza per tutte e tutti.” “Non è vero che Dio è immobile, immutabile, impassibile: Dio si è mosso, ci è venuto incontro.”
Di qui il predicatore è arrivato all’interrogativo contemporaneo: “ Chi vuol sentir parlare di Dio oggi? Questo è l’arduo compito delle nostre chiese oggi: parlare di Dio, della relazione che abbiamo con Lui, del fatto che Dio ci ha trovati, ci ha chiamati; parlare del senso alle nostre esistenze che ci ha donato; parlare del progetto che Dio ha per questo mondo, un mondo che spesso ci fa orrore, ma che Dio ha così amato da volercisi incarnare.”
Molti i saluti giunti alla Tavola valdese, tra cui quello “cordiale e fraterno”, di Papa Leone XIV, giunto tramite il cardinale Pietro Parolin, in cui si augura “che tutti i cristiani possano camminare con sincerità di cuore verso la piena comunione, per testimoniare Gesù Cristo e il suo Vangelo, cooperando al servizio dell’umanità, in particolare in difesa della dignità della persona umana, nella promozione della giustizia e della pace e del dare risposte comune alla sofferenza che affligge i più deboli.” Con tali sentimenti Leone XIV “invoca sui lavori del Sinodo la benedizione del Signore”.
Note
[1] Foto @A.V.G
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