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Ideona Fumarola: sul fisco, a parole la Cisl di congresso, nei fatti la Cisl di governo...

di Adriano Serafino


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L’elefante nella stanza!?! “L’elefante nella stanza si chiama fiscal drag…”. Chi l’ha detto? Il copyright sull’elefante appartiene simbolicamente a Pier Luigi Bersani, che spesso usa questa metafora: il detto inglese “an elephant in the room”, un elefante nella stanza, si riferisce all’avere un grande problema. La frase sopracitata è stata pronunciata anche dalla Segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola, introducendo i lavori del XX Congresso della Cisl, che si sono svolti a Roma dal 16 al 19 luglio scorsi.

Nella relazione Il coraggio della partecipazione, Daniela Fumarola, a nome della segreteria confederale, al capitolo Una politica dei redditi espansiva, ha detto:


(…) Non da oggi chiediamo una nuova politica espansiva dei redditi, fondata su metodo, equità e concertazione. Si tratta di intervenire su prezzi e tariffe, contrastare la speculazione, rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, ridurre la pressione fiscale sulle fasce più deboli ed evitare l’aprirsi di un divario crescente e inaccettabile tra l’andamento dei prezzi e quello dei salari e delle pensioni. Negli ultimi tre anni l’inflazione non ha inciso in modo uniforme sulla società italiana: pensio­nati e lavoratori dipendenti ne hanno certamente risentito più di altri gruppi sociali. Anche i pensionati, il cui assegno è indicizzato solo in parte all’inflazione, hanno subito una perdita significativa, soprattutto a causa dei rincari nei beni essenziali come alimentari, ener­gia e trasporti. L’effetto combinato di retribuzioni stagnanti e meccanismi di adeguamento incompleti ha aggravato le disuguaglianze e aumentato la fragilità economica delle fasce a reddito fisso, colpendo in particolare ceti medi, famiglie monoreddito e anziani. Il sistema impositivo deve essere più equo e redistributivo, alleggerendo pensionati e lavo­ratori dipendenti.

L’elefante nella stanza si chiama fiscal drag: un meccanismo che in questi anni ha drenato decine di miliardi, erodendo i risultati dei rinnovi contrattuali, l’alleggerimento del cuneo fiscale, l’adeguamento delle pensioni.

In un contesto di inflazione elevata come quello degli ultimi anni, l’incremento nominale degli stipendi e delle pensioni spinge lavoratori e pensionati in scaglioni fiscali più alti senza un reale aumento del reddito disponibile. Questo meccanismo colpisce in particolare il ceto medio e le fasce più deboli. Secondo stime recenti, ciò ha comportato, nel solo biennio 2022- 2023, una perdita netta di centinaia di euro l’anno per milioni di contribuenti.

È ora di aprire un tavolo negoziale per restituire ai lavoratori e ai pensionati quanto trattenu­to, riconoscendo il loro contributo alla sostenibilità dei conti pubblici.


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Occorre proseguire nella riforma fiscale: aumentare le detrazioni per i redditi fino a 60 mila euro, ridurre la seconda aliquota dal 35% almeno al 32%. Serve una fiscalità che incentivi cresci­ta e produttività, abbattendo ulteriormente il carico fiscale sui premi di risultato, aggiornando gli indicatori per la defiscalizzazione, tassando di più le grandi rendite immobiliari-finanziarie e gli affitti brevi.

Occorre un fisco “amico della famiglia”, con una revisione sistematica di detrazioni e dedu­zioni, concordata col Sindacato, mirata a sostenere natalità e fasce più fragili. Le detrazioni e le deduzioni fiscali a favore delle famiglie italiane rappresentano un elemen­to centrale del sistema tributario, con un valore complessivo che supera i 50 miliardi di euro all’anno, secondo le ultime stime del Ministero dell’Economia. Tra le principali misure figurano le detrazioni per figli a carico, le deduzioni per spese mediche, istruzione, mutui e le agevolazioni per la previdenza complementare. Il sistema attuale tende, però, a favorire maggiormente i nuclei con redditi medio-alti, in quanto si basa principalmente su detrazioni dall’imposta lorda, che penalizzano le famiglie incapienti o con redditi molto bassi. (…)

L’assegno unico va ulteriormente potenziato e allargato alle famiglie composte da chi pro­viene da altri paesi, come richiesto dalla Corte di Giustizia europea. Vanno potenziate le detra­zioni per spese sanitarie, istruzione, affitti, figli a carico, e alleggerito il carico per i redditi bassi. (…)  Serve una lotta all’evasione fiscale più efficace: sanzioni più dure, nuovi accertamenti, banche dati integrate, controlli potenziati anche tramite Intelligenza Artificiale. Molto è stato fatto, ma restano 80 miliardi annui di ricchezza sottratta: un danno per le fasce deboli, un regalo ai furbi. (…).


Quando soffia l’inflazione, tutti ci troviamo sullo stesso mare agitato, ma con tante barche diversamente equipaggiate, chi avverte poco o nulla e chi riceve in faccia le onde…

Da luglio in avanti, ha esposto queste analisi e proposte alla Cgil e alla Uil? Come contributo per definire una richiesta unitaria per avviare un rigoroso confronto – la dirigenza Cisl preferisce la parola “dialogo” – con il Governo. Non sono state recepite? Non c’è stato un incontro? Insomma che cosa è stato fatto…

Nelle interviste di Daniela Fumarola – dopo post congressuali – l’efficace metafora dell’elefante si è dileguata e si cita il fiscal drag solo per rimarcare “…il contributo dato dai lavoratori e dai pensionati per risanare i conti pubblici”, il che fa dubitare che esista una Cisl di congresso e una Cisl di governo con parole e priorità ben diverse.

 

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