Salari di genere: passi avanti, ma la parità è ancora lontana
- La Porta di Vetro
- 6 mar 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 18 nov 2024

Domani 7 marzo, alla vigilia della Giornata internazionale della donna, la Biblioteca Ginzburg ospita l’incontro “Donna 4.0 sfide al femminile” con le autrici della casa editrice Impremix Rosanna Caraci, Elena Gherra e Cristina Valfrè accompagnate dallo psicologo dott. Angelo Stera e dall’avvocato penalista Maria Grazie Cavallo. Il panel si ispira a quello presentato la settimana prima nell’incontro organizzato dall’associazione Arte in Scena.
I romanzi presentati “Miriam: il coraggio di fare la differenza” (Valfrè) “Cartavetro” (Caraci) e “Amore…ti farò morire” (Gherra) offrono lo spunto per dipanare la conversazione sul tema della disparità in ambito lavorativo, anche retributiva. Se il primo incontro, suggestionato dalle trame dei libri, si era mosso nell’ambito della violenza economica di genere e psicologica in famiglia e sul posto di lavoro, il dibattito di domani tende ad incentrarsi sulla difficoltà delle donne, ancora oggi, a sfondare il tetto di cristallo raggiungendo posizioni apicali quali, ad esempio, la presidenza di partecipate, o rettorati, o primariati tradizionalmente coniugati al maschile. Se è stato fatto un considerevole numero di passi avanti e però lontana la meta. A commentare quanto fatto e quanto resta da fare per la politica e le istituzioni ci sarà Paola Bragantini, presidente Amiat, già parlamentare e tassista: un’esperienza in tre campi della società prevalentemente coniugati al maschile.

I dati dell'Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell'Inps riferiti al 2022 ci dicono che la differenza di retribuzione tra uomini e donne in Italia si attesa sui 7.922 euro. Il divario è “significativamente correlato” alla maggiore presenza di lavoro part time, spesso non volontario, tra le lavoratrici.
Sempre secondo l’Inps, il numero di lavoratrici che nel 2022 hanno avuto almeno un rapporto di lavoro part time è pari a 3.584.665, contro 2.066.260 maschi. Nel 2022 il 21 per cento dei dipendenti maschi ha avuto almeno un rapporto di lavoro a tempo parziale mentre tra le femmine la quota di lavoratrici con almeno un part time nell'anno è pari a circa il 49 per cento.
Per quanto concerne la differenza di retribuzione, secondo gli ultimi dati Eurostat, il gap retributivo medio (ossia la differenza nella retribuzione oraria lorda tra uomini e donne) è pari al 5 per cento mentre quello complessivo (ossia la differenza tra il salario annuale medio percepito da donne e uomini) è pari al 43 per cento (al di sopra della media europea, che è invece pari al 36,2 per cento).
I dati dell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell’INPS hanno confermato che nel 2022 la retribuzione media annua è costantemente più alta per il genere maschile, con una differenza di 7.922 euro (26.227 euro per gli uomini contro 18.305 euro per le donne). Proprio riferendosi al settore privato, la strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 ha tra gli obiettivi quello di ridurre il divario retributivo di genere nel settore privato dal 17 al 10 per cento.
Questi saranno alcuni dei numeri spia di una condizione ancora non paritaria tra donne e uomini nell’ambito professionale in Italia: asettici se presi in quanto tali ma graffianti se considerati come fotografie di storie umane e difficoltà vere e quotidiane che incidono sulla realizzazione emotiva e professionale della donna in Italia.













































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